Buone Vibrazioni a tutti.
Mi presento raccontandovi qualcosa di me, delle ricerche condotte negli anni relative alle frequenze e di come sono approdato allo studio del suono come terapia.
Comprendo sin da piccolo che la musica offriva ed offre tutt’oggi un senso fondamentale alla mia vita perciò inizio a studiare flauto traverso e pianoforte in giovanissima età fino ad arrivare al diploma di Conservatorio; a 18 anni sono già docente di educazione musicale nella scuola pubblica. La passione per la musica non si limitava ad alimentare le mie esecuzioni, né veniva investita nella sola performance interpretativa; mi resi conto infatti che quell’ardore proveniva dalla fonte zampillante d’entusiasmo per la ricerca sonora, per la registrazione dei brani e per lo studio delle frequenze.
Mi oriento quindi allo studio – in un modo che oggi definirei “maniacale” – dell’acustica musicale; inizio a lavorare come sound engineer, il classico ingegnere del suono e negli anni 80 fondo SINCRO STUDIO, il mio primo studio di registrazione professionale che sforna numerose produzioni proprie e per conto di molti artisti.
Il mistero di come il suono potesse influenzare con tale maestria il mondo psico-emotivo mi spinge, negli stessi anni, ad interessarmi anche di ipnosi e di esoterismo, fattori che oggi e da diverso tempo, costituiscono un importante contributo alle mie realizzazioni musicali e alle terapie energo-vibrazionali che propongo presso lo studio.
Negli anni successivi al mio esordio come docente, vengo scelto come flautista in varie formazioni orchestrali classiche ed operistiche come la Filarmonica di Treviso e dedico il tempo rimanente alla passione per la scrittura di brani: i generi musicali a cui mi ispiro vanno dal classico al pop, al rock, dalla musica leggera al canto gregoriano e mi specializzo in composizione ed arrangiamento.
Partecipo a vari corsi e seminari sulla computer music e divento programmatore ed utilizzatore dei vari software musicali, tra i più importanti usati negli studi di registrazione professionali.
Durante gli anni, grazie soprattutto allo studio delle frequenze e alla loro sperimentazione, le tante curiosità sul mondo che avevo sempre considerato “reale” iniziano a catturare la mia attenzione: se tutto nell’universo ha una propria frequenza vibrazionale, che senso ha l’essere qui ora e quale compito è previsto per la mia Anima? Queste domande posero le basi per le mie ricerche successive nel fascinoso mondo della fisica quantistica. Inizio ad approfondirne lo studio e definisco “fisica delle vibrazioni” la teoria quantistica applicata al suono. Tutto ciò mi porta a conoscere l’intonazione del La Verdiano (432Hz) che studio con grande passione e meticolosità ed esordisco come conferenziere sul tema, in convegni e seminari. Contestualmente mi specializzo nello studio di diversi strumenti etnici, in particolare Hang Drum, Flauti Nativi Americani, Campane Tibetane e Tamburi Sciamanici, che utilizzo nella musicoterapia, nelle meditazioni guidate e nei “Lavaggi Vibrazionali”, l’evoluzione dei conosciuti “bagni di suono” con metodo personalizzato.
Da diverso tempo, con numerosi colleghi, sto promuovendo la divulgazione di questa accordatura ed evidentemente anche gli scettici hanno voluto testare le informazioni che sto trasmettendo. Non c’è cosa migliore che provare su se stessi gli effetti terapeutici di una tecnica vibrazionale olistica, specialmente se è in armonia con le leggi naturali.
La cosa più interessante consiste nel fatto che in questa accordatura le frequenze sono armoniche sia con la materia di cui siamo costituiti che con tutto ciò che ci circonda. L’essere umano è costituito circa al 70% di acqua e quindi di idrogeno. Nell’atomo di idrogeno la differenza di fase tra il protone e l’elettrone è di 1 diviso 0,125 che dà come risultato 8. La sua frequenza vibrazionale è quindi 8Hz che è alla base dell’accordatura a 432Hz (essendo una delle ottave inferiori dei 256Hz, nota Do nell’accordatura con il La a 432Hz).
Le incomprensioni spesso nascono dal fatto che stiamo operando con energie sottili, ciò significa che non sempre sono misurabili con strumenti scientifici che, ricordiamolo, si basano su circa il 3/% dell’esistente. Dalle varie ricerche che sono state fatte risulta che la frequenza in cui si registra il massimo assorbimento da parte del DNA corrisponde ad una lunghezza d’onda di 65 nanometri che è il valore preciso della 42esima ottava sopra la frequenza di 256 Hz (un Do nell’accordatura a 432Hz che, portato alle ottave inferiori cioè dimezzando la frequenza di ottava in ottava, arriva proprio agli 8Hz).
Quindi gli armonici degli 8hz sono anche frequenza di replicazione del DNA e abbiamo detto che gli 8Hz sono alla base dell’accordatura con il La a 432Hz. Esiste un interessante studio di Andrija Puharich, medico pioniere nello studio dell’elettrobiologia e delle capacità extrasensoriali in cui rileva che la frequenza di 8Hz aumenta la capacità della nostra mente a portarsi nello stato “Theta”.
Arrivò a questi risultati studiando le onde ELF, (extremely low frequency). Puharich scoprì che se esposti agli 8 hz i soggetti sono facilitati nel rilassamento del corpo fisico e spirituale ed indotti a raggiungere stati di profondo benessere.
Scoprì altresì che frequenze leggermente più alte suscitano comportamenti violenti mentre leggermente più basse provocano malessere e depressione e addirittura formazione di neoplasie.
In un qualsiasi EEG si possono leggere le frequenze del cervello umano. Le frequenze cerebrali vengono suddivise in onde Delta (0 – 4 Hz), Theta (4 – 8 Hz), Alfa (8 – 12 Hz), Beta (13 -30 Hz) e Gamma (oltre i 30 Hz).
Gli 8 hz si trovano proprio all’incrocio tra le onde Theta ed Alfa e sono in grado quindi di causare la stimolazione Alfa-Theta del cervello. In questo stato i nostri due bioemisferi sono in equilibrio, cioè sono sincronizzati, bilanciati. Come risultato avremo un rilassamento generale con eliminazione di stress. I 440hz invece provocano un innalzamento delle frequenze dell’emisfero sinistro del cervello. Questo provoca un aumento dello stato Beta e la diminuzione considerevole della capacità di scambio di informazioni dei neuroni.
Come sappiamo la scienza valuta solo le energie “misurabili” e per ora studia una piccolissima frazione dell’insieme. Le energie sottili non vengono contemplate anche se sono più reali di ciò che i nostri sensi considerano realtà. Basti pensare che tutta la medicina non convenzionale si basa su principi e leggi appartenenti al mondo delle energie sottili (cause) mentre la medicina allopatica considera quasi solamente i sintomi (effetti) e quindi ciò che è già manifesto.
Cosa possiamo fare dunque per essere in comunione con tutto ciò che ci
circonda? Una delle azioni che ci aiuteranno in questa straordinaria impresa che è la vita è ascoltare musica dal vivo o comunque registrata e intonata a 432hz.
Anche l’Epigenetica offre molte conferme sull’attendibilità delle terapie sonore e delle frequenze per creare armonia psicofisica.
L’Epigenetica è lo studio dei meccanismi molecolari attraverso i quali le informazioni che ci arrivano dall’ambiente controllano l’attività dei nostri geni.
Negli ultimi anni questa scienza relativamente nuova ha dimostrato che i modelli di DNA trasmessi attraverso i geni, non sono decisi alla nascita. I geni quindi non sono gli unici responsabili del nostro destino. Avrete sentito parlare del progetto Genoma Umano, cioè la mappatura del genoma. Per anni molti biologi hanno sequenziato il DNA nei laboratori di tutto il mondo.
Questo studio si è concluso nel 2000 e, nel 2003, è stato poi messo a disposizione degli scienziati, i quali si sono accorti che i risultati non bastavano a spiegare la complessità della vita, mancava qualcosa, qualcosa che andava oltre alle sequenze del genoma, cioè le Proteine, il Dna architettura, che permette o meno di leggere determinati geni. Un’altra scoperta inaspettata è stata quella di calcolare che l’intero genoma umano è composto di soli 25.000 geni. Gli scienziati pensavano di essere nell’ordine di almeno centinaia di migliaia di geni. Infatti si chiedevano come fosse possibile che il corpo umano, composto da oltre 100.000 proteine globulari e strutturali, fosse fornito di soli 25.000 geni per codificarle tutte. Se pensiamo che una pianta ne ha circa 28.000 ed un verme 18.000 potremmo rimanerci un po’ male. Siamo poco meno di una pianta e poco più di un verme. Oltretutto nel genoma mappato, i geni costituiscono il 3% circa del totale. Rimane un 97% di materiale che, tra l’altro è stato chiamato DNA spazzatura, di cui ancora la scienza non conosce scopi e funzioni. Il fatto è che i fenotipi sono regolati da qualcos’altro oltre il genoma, per l’appunto l’epigenetica.
C’è stata per molto tempo la convinzione che i geni controllassero la biologia. Questa convinzione fornisce un’ottima scusa per considerarci vittime della genetica; molte persone infatti vivono nella paura di ammalarsi di cancro solo perché è accaduto alla madre, al padre o al fratello.
Le malattie più letali dei nostri tempi come il diabete, le malattie cardiovascolari o appunto il cancro che possono condizionare e rendere complessa la vita, non sono causate da un gene ma da complesse interazioni di molti fattori sia genetici che ambientali. Noi tutti non siamo le vittime dei nostri geni ma possiamo essere gli artefici del nostro destino. I geni, attraverso ormoni e neurotrasmettitori, non possono da soli controllare il corpo: chi influenza qualitativamente la mente, la biologia del corpo e quindi la vita in generale, sono i pensieri, le convinzioni, le frequenze e l’ambiente che ci circonda.
Siamo dei processori organici e ogni cellula può essere programmata, con il nucleo che fa da disco rigido ed un software che è di natura genetica.
Ma chi è il programmatore?
NOI, o meglio, le vibrazioni con le quali entriamo in risonanza.
C’è un interessante aneddoto raccontato da Bruce Lipton.
Se io vi faccio vedere il mio mazzo di chiavi e affermo che una di loro controlla la mia auto, sul momento si potrebbe pensare che è vero, dato che tutti sappiamo che serve una chiave per avviare il motore. Ma è proprio vero che la chiave controlla l’auto? Perché se così fosse, non dovrei mai lasciare la mia chiave in macchina in quanto potrebbe decidere di farsi un giretto in completa autonomia.
In realtà la chiave è necessaria per l’accensione della macchina, ma chi la inserisce, l’accende e la guida, sono io.
Un recente studio dell’Università della California ci dimostra in modo evidente quanto la nostra genetica possa essere modificata dal nostro modo di vivere e dall’ambiente che ci circonda. Lo studio è stato realizzato su 30 uomini malati di prostata ai quali è stato chiesto di cambiare leggermente il loro stile di vita per soli tre mesi. Mezz’ora di meditazione al giorno, passeggiata di 20 minuti al giorno, alimentazione un po’ più equilibrata.
Bene, in tre mesi è cambiata in loro l’attività di 500 geni nel DNA.
50 geni si sono spenti e 450 si sono accesi. Molti di questi geni erano coinvolti proprio con l’apoptosi e altre funzioni correlate alla loro malattia.
Numerosi sono gli studi sulle vibrazioni e sull’intenzione che possiamo applicare con lo studio dell’Epigenetica.
Il Dr. William Tiller, della Stanford University, confermando le mie tesi sulla potenza dell’intenzione e della vibrazione, afferma che “Tutto ciò a cui una persona pensa con un intento specifico, ha un vasto potere sul regno fisico, spesso in modi che non vengono notati”. Nel 1997 il Dott. Tiller, nel dipartimento di Scienza della materia e ingegneria, cercò di dimostrare che l’intenzione umana poteva essere “memorizzata” e poi riutilizzata per influenzare un processo chimico.
Usò una piccola “scatola nera“, dotata di una memoria di sola lettura con l’intento di modificare il pH dell’acqua, cioè la sua misura di acidità o alcalinità. Tiller chiese ad un gruppo di esperti di meditazione di portare l’intenzione sulla scatola nera per quindici minuti affinché il pH dell’acqua aumentasse o diminuisse di un’unità. La scatola nera fu poi avvolta da Tiller in un foglio di alluminio e messa in una gabbia di Faraday, cioè un contenitore in grado di isolare il più possibile l’ambiente interno dai campi elettrostatici esterni.
Tiller preparò anche una seconda scatola nera “di controllo” dove non era stata impressa alcuna intenzione e spedì le due scatole ad un laboratorio a 2400 Km di distanza, senza specificare quale delle due fosse quella “impressa”, attuando quindi un blind test. In questo laboratorio avvicinarono alcune provette d’acqua alle due scatole e l’esperimento ebbe un successo straordinario. Infatti le provette avvicinate alla scatola che aveva memorizzato l’intenzione, modificarono il pH dell’acqua, aumentandolo o diminuendolo proprio di un’unità, mentre il pH delle provette che furono esposte alla scatola nera di controllo, rimase invariato. Questa è una delle tante prove che dimostrano quanto il pensiero, orientato all’intenzione, costituisca il vero potere e quanto l’intenzione possa influenzare la materia stessa.
Per comprendere la potenza dell’intonazione a 432Hz dobbiamo però comprendere cosa sono gli Armonici.
Gli armonici sono suoni che seguono una disposizione ben precisa e sempre con la stessa proporzionalità rispetto al suono fondamentale.
Un suono prodotto da un corpo messo in vibrazione non è mai puro ma è formato da un insieme di suoni che si aggiungono al suono fondamentale.
Chiamiamo questi suoni Armonici e Pitagora con il suo monocordo ne ha dimostrato la corretta disposizione.
Con Pitagora ci rendiamo conto di quanto siano importanti le relazioni tra le vibrazioni cioè i rapporti, gli intervalli, tra le frequenze; e lo possiamo fare con tutte le grandezze, dai pianeti agli atomi, in quanto non parliamo di misure di quantità ma di rapporti dove per fare un esempio 4/2 è uguale a 4000/2000 o 40.000/20.000. I rapporti, cioè gli intervalli li utilizziamo per esempio nella suonopuntura detta anche fonoforesi. Allo scopo ci serviamo della diapason terapia con frequenze intonate nella scala del La 432Hz. Abbiamo infatti diapason a 256Hz che è un Do ma anche a 384Hz che è un Sol o un 288Hz che è un Re e molte altre, ognuna con una sua peculiarità. Appoggiando i diapason sui punti dell’agopuntura le vibrazioni fluiscono lungo i meridiani.
I Diapason utilizzano quindi i principi dell’agopuntura ma, al posto di inserire l’ago, vengono veicolate delle frequenze per stimolare l’energia dei meridiani.
Ecco che usando due diapason in rapporto di quinta pitagorica otteniamo dei risultati stupefacenti come per la quinta Do 256Hz – Sol 384Hz.
Recenti studi scientifici sulla correlazione tra diapason terapia e produzione di ossido nitrico, comprovano i risultati empirici che io e molti altri studiosi abbiamo ottenuto, avvalorando così le antiche tesi Pitagoriche sull’utilizzo delle frequenze, in particolare delle quinte giuste.
Alcune patologie possono compromettere la produzione di Ossido Nitrico, come anche l’alterazione del sistema PNEI (psico neuro endocrino immunologia); in alcuni casi possono avvenire dei disequilibri metabolici che portano a patologie come alzheimer, malattie cardiovascolari, diabete, patologie autoimmuni fino ad arrivare al cancro.
Bene, la frequenza 128Hz in particolare stimola la produzione di Ossido Nitrico e la creiamo sia con un Diapason dedicato che con l’utilizzo di due diapason, il DO256 e il SOL384, ed è espressa dalla loro differenza (384Hz – 256Hz=128Hz).
Abbiamo compreso dunque che l’intonazione a 432Hz è in armonia con la natura e la natura stessa risponde a leggi cosmiche traducibili in funzioni matematiche; ci dona tutte le conoscenze, nessuna esclusa, per vivere in armonia con tutto il creato.
Sono vere e proprie regole (definite auree) che funzionano per tutte le energie da quelle più materiche a quelle più sottili. Queste leggi cosmiche sono traducibili in funzioni matematiche. Basti guardare come è composto un frattale, un oggetto che si ripete in modo uguale nella sua forma su scale diverse: ingrandendolo o rimpicciolendolo si ottiene un figura che contiene sempre quella originale.
In ogni parte è contenuto il tutto e abbiamo visto come questo accade anche nella musica studiando gli armonici. Interessante allo scopo osservare le figure di Lissajous; possiamo notare come due diapason messi in vibrazione, grazie a delle proiezioni ottiche luminose, producano delle figure che corrispondono ad importanti archetipi come cerchio o figura di otto.
Frequenze che divengono figure geometriche, vibrazione che si fa materia.
Si può citare allo scopo anche lo studio della cimatica, che dimostra quanto diceva il Genio di Pitagora: “la geometria delle forme è musica solidificata”; l’eccezionale virtù dell’intenzione che la fisica quantistica ha definito in modo scientifico è il collasso della funzione d’onda.
L’intonazione a 432Hz è dunque l’intonazione della natura e molto ha a che fare con la numerologia sacra. Gli antichi studi di Pitagora e del suo monocorde e di Fibonacci con la sua famosa sequenza numerica ci avvicinano allo studio della geometria sacra che abbiamo compreso essere suono solidificato.
Altri importanti studi ci hanno mostrato che nel cervello del musicista mentre suona si attiva un’attività elettrica simile ai fuochi pirotecnici. Potenziando le attività cerebrali è facile comprendere che otteniamo grandi benefici.
Monitorando il cervello umano sia con Risonanza Magnetica Funzionale che con PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) durante lo studio della matematica o la lettura e la scrittura, cioè senza attività motoria, vediamo che determinate zone del cervello ben conosciute si attivano.
Per esempio si può attivare la corteccia visiva piuttosto che uditiva.
Ma quando questo esperimento viene testato su persone che ascoltano musica e provano il senso del movimento fisico, ecco che si può rilevare una esplosione di attività cerebrali non in precise zone come nella lettura per esempio ma contemporaneamente in tantissime zone del cervello.
Questa scoperta è semplicemente straordinaria.
Se poi testiamo questo esperimento su musicisti che si muovono con l’enfasi del pathos che provano durante l’esecuzione dei brani, scopriamo che gli scienziati hanno rilevato delle vere e proprie feste di capodanno, perché si attivano moltitudini di aree e di attività cerebrali che comprendono addirittura una sorta di attività fisica completa. E non rileviamo una semplice attivazione di queste aree cerebrali bensì si è scoperto un enorme scambio di informazioni con una velocità estremamente alta in tutte le zone del cervello.
Attenzione, non sto parlando di musicisti professionisti ma anche di un qualsiasi dilettante o di chi balla e canta sotto la doccia; accade che le funzioni cerebrali aumentino e di conseguenza aumentano anche le capacità motorie in quanto cresce il volume del corpo calloso, cioè quella fascia di fibre nervose che unisce i due emisferi cerebrali e che permette l’aumento della velocità di scambio di informazioni tra i due emisferi del cervello.
Praticamente si crea un equilibrio logico/matematico dell’emisfero sinistro e l’attività artistico/creativa dell’emisfero destro. Aggiungiamo anche un aumento delle capacità della memoria che avviene grazie alla stimolazione dei dendriti, i prolungamenti dei nostri neuroni; questa implicazione permette la creazione di nuove sinapsi.
Riassumendo, a livello neurochimico la musica può: potenziare il sistema immunitario, ridurre i livelli di ansia e regolare l’umore in modo più efficace rispetto ai farmaci. La musica è risultata più efficace dei farmaci nel ridurre l’ansia prima di un intervento chirurgico. Inoltre aumenta la produzione dell’ormone ossitocina (l’ormone dell’amore e della felicità).
Le recenti ricerche, inoltre, hanno posto la loro attenzione sugli Oppioidi endogeni (oppiacei): sono sostanze chimiche naturali del cervello, hanno proprietà analgesiche e fisiologiche molto più potenti di quelle della morfina e dell’oppio. Le più note sono le endorfine prodotte nel lobo anteriore dell’ipofisi (ghiandola pituitaria) e sono classificabili come neurotrasmettitori.
Ma quali sono le principali caratteristiche degli oppioidi?
Eccone alcune: eliminano il dolore, rallentano l’invecchiamento, innescano il benessere e soprattutto favoriscono i processi di autoguarigione.
La musica è già usata in alcuni ospedali per alleviare l’ansia che precede un intervento chirurgico e anche per trattare i dolori post intervento.
Sven Bringman del Karolinska Institute in Svezia afferma: “La musica non è ancora utilizzata tanto come dovrebbe, perché richiede più tempo rispetto ad un infermiere che somministra una pillola di sedativo”.
E’ uscito un interessante studio sulla musica a 432 Hz intitolato:
“Influences of 432 Hz Music on the Perception of Anxiety during Endodontic Treatment: A Randomized Controlled Clinical Trial“ (Influenze della Musica a 432 Hz sulla percezione dell’ansia durante il trattamento endodontico: una sperimentazione clinica controllata randomizzata) e pubblicato sul prestigioso Journal of Endodontics in cui si presenta una sperimentazione randomizzata fatta su 100 persone in cui si evidenza che la musica a 432Hz rilassa i pazienti sottoposti a cure dentali che hanno parametri vitali migliori rispetto a quelli che non ascoltano la musica.
Questo studio è stato fatto da sei ricercatori italiani che confermano nuovamente l’importanza della musica in ambito terapeutico.
I pazienti sottoposti a terapia endodontica hanno spesso un’ansia perioperatoria e intraoperatoria grave, che può portare ad una maggiore percezione del dolore e all’instabilità dei parametri vitali durante il trattamento. Lo scopo di questo studio era di testare le influenze della musica, come adiuvante non farmacologico, in termini di cambiamenti significativi della pressione sistolica (SBP), della pressione diastolica (DBP e della frequenza cardiaca (HR) prima, durante e dopo il trattamento di endodonzia in una popolazione con diversi livelli di ansia valutati con la scala Corah Dental Anxiety (scala mediante la quale viene valutata l’intensità del timore del paziente).
Sono stati reclutati 100 pazienti; prima di iniziare il trattamento endodontico, l’intervistatore ha valutato la scala Corah Dental Anxiety dei partecipanti per valutare il livello di ansia. I pazienti sono stati divisi casualmente in 2 gruppi: il primo ha ascoltato la musica a 432hz e il secondo no. Prima, durante e dopo le procedure endodontiche, sono stati registrati i parametri vitali (pressione diastolica e sistolica e frequenza cardiaca). I risultati sono stati raccolti e analizzati statisticamente: nel gruppo di pazienti che ascoltavano musica a 432hz, tutti i parametri vitali misurati diminuivano creando calma e armonia sia durante che dopo la terapia. Questo studio mostra gli effetti della musica a 432Hz sui parametri vitali e sulla percezione soggettiva dell’ansia durante la terapia endodontica.
La musica e la medicina lavorano sempre insieme; gli effetti calmanti dei suoni e delle frequenze musicali rendono questa unione uno straordinario strumento di cura sinergica.
La Dr. Catherine Meads e il suo team di ricercatori della Brunel University hanno pubblicato su The Lancet Journal un articolo dove confermano che: “l’ascolto di musica prima, durante e dopo l’intervento chirurgico aiuta il rilassamento e il recupero del paziente”. Dopo l’esame comparativo di circa 7.000 pazienti, il team ha dimostrato che coloro che avevano la musica nella sala operatoria hanno rilevato una significativa riduzione del dolore postoperatorio e dell’ansia, e non hanno necessitato di antidolorifici.
La Dr. Catherine Meads afferma che “La musica è un metodo di intervento non-invasivo, sicuro, poco costoso che dovrebbe essere a disposizione di tutti i pazienti sottoposti a chirurgia”.
La Dott.ssa Andrea Markelz dell’università di Buffalo a New York afferma in uno studio pubblicato su Nature Communications che: anche il nostro organismo ha una sua musica. Una vera e propria sinfonia della vita prodotta dalle vibrazioni delle proteine che, come le corde di un violino, modulano i loro movimenti.
È proprio grazie a questi movimenti che le proteine possono cambiare forma rapidamente per legarsi ad altre proteine e rendere possibili le funzioni vitali all’interno del nostro corpo come la respirazione e la duplicazione del Dna.
La Dott.ssa Markelz afferma che: “Questi piccoli movimenti che consentono alle proteine di cambiare forma rapidamente in modo che si possano facilmente legare ad altre proteine attuano processi necessari al nostro corpo per eseguire funzioni biologiche come: assorbire ossigeno, riparare altre cellule e replicare il codice genetico”.
L’essere umano che comprende la potenza delle vibrazioni e della risonanza armonica (la salutogenesi) è come una grande orchestra che esegue una sinfonia perpetua… in totale armonia con il tutto!
Concludo affermando che il Suono è voce dell’Amore e che l’Amore è risveglio. L’uomo moderno rischia di vivere nel sonno; parafrasando un pensiero di Ouspensky, l’uomo è nato nel sonno e, se non si sveglia dall’oblio, finisce per morire nel sonno. Che cosa può conoscere un uomo che dorme?
Se vogliamo realmente vivere dobbiamo necessariamente conoscere e conoscere significa riconoscere innanzitutto la nostra condizione di ignoranza, per poterne uscire.
In questo tempo ciclico l’umanità sta attraversando la Selva oscura ed oggi, dopo anni di sentiero impervio, sarebbe utile rammentare che non ci sono né buoni né cattivi, là fuori: luce ed ombra sono solo forze da disvelare ed integrare per attuare il necessario processo di crescita e sono entrambe in noi.
Buone Vibrazioni e buon Risveglio!