Un mezzo di privazione della Sovranità Finanziaria di Stato, per la nostra economia e futuro

Il MES (acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità) esiste da tempo, come organismo finanziario; una sorta di consorzio di garanzia accessorio all’ economia a debito al quale siamo assoggettati sui mercati bancari.

L’effetto Covid e relativi “strumenti finanziari di supporto” (questa è l’immagine venduta di tali operazioni finanziarie che si aggiungono allo stato debitorio nazionale) ha “silenziato” la tematica economica relativa al MES che è tutt’ora vigente ed incombe sull’assetto economico dell’Italia. E’ bene rammentare alcuni punti, sotto menzionati e pregressi, relativi a quanto in essere per il “prodotto finanziario” MES a carico del “Cliente” Italia le cui condizioni NON sono variate e continuano a restare addizionali ed attive, oltre alle “nuove” operazioni di finanziarizzazione asservita del Recovery Fund, con ulteriori diktat di fornitura, in corso.

Ma si presti attenzione, ancora, al “passato” meccanismo del MES, dimenticato, silenziato ed ancora vigente. Con le evoluzioni in corso, oggetto di discussione nazionale ed europea, tale organismo, ora, sarà consolidato in modo drammatico per salvare le banche tedesche, esposte più di tutte in Europa non solo in base a parametri d’esposizione del debito – che non è semplicemente il debito pubblico, relativamente poca cosa, ma l’aggregato di tutta la massa monetaria bancaria, pubblica e privata, di ogni Stato – ma per la ”voragine” dei derivati sub prime dei mercati USA che detengono oltre a molti altri prodotti (“mille foglie e cessioni di crediti vari, roba noiosa da spiegare ma finanziariamente definita “tossica” e facente parte di un vero mercato finanziario)  rispetto alle banche italiane meno esposte (per fortuna) e più avvedute in termini di gestione finanziaria.

Ora con la Brexit (e gli Inglesi fanno bene a svincolarsi dai dettami UE, cosa possibile in virtù’ della loro moneta sovrana, al di là dell’esposizione in Euro) il MES s’indebolisce per il ritiro della partecipazione inglese e siccome le banche italiane sono le più solide, si è chiesto all’Italia, già nell’anno 2019, di “pagare” oltre 120 miliardi per consolidare la propria posizione rispetto allo scenario di cassa “cambiato”.
Ma ciò è un vero “auto gol” per l’Italia.

Di ciò non se ne parla da tempo, con la silenziosità indotta da urgenze sanitarie Covid 19 ed annesse operazioni finanziarie “a debito” in corso.  Tirando fuori tutti questi soldi (dove e come si produrrà’ una simile cifra?) che valgono 3/4 finanziarie “lacrime e sangue”, si peggiora l’esposizione debitoria (il debito pubblico che – si ricordi – non è MAI restituibile ma è un Indicatore d’ ipoteca di proprietà’ privata per asset finanziari su ogni nazione) ed il “rating” che  allontanerà’ gli acquirenti istituzionali nei mercati dei titoli di stato italiani (sul primario) e che indurranno variazioni dei tassi d’interesse con effetti devianti sullo spread.
Ciò significherà non accedere facilmente, alle condizioni attuali, ad altri prestiti pubblici sui mercati privati (la vergogna operativo-finanziaria attiva dai tempi delle privatizzazioni) rendendo l’ economia italiana a rischio “default” per effetto di una necessaria “ristrutturazione” del debito, dovuta al fatto che per “rimpolpare” la nostra quota MES il debito complessivo sale e va – ulteriormente rispetto alla situazione attuale – “RIFINANZIATO“.


Qual’è il “siluro” che ci attende?

Con un debito ristrutturato oltre a non aver più’ facile e normale accesso alla vendita sui mercati finanziari dei titoli di stato, paradossalmente NON si può’ beneficiare del MES per effetto di crisi finanziaria indotta/prospettata da peggioramento dell’esposizione debitoria a cui andremmo inevitabilmente incontro.
Ciò ci priverebbe della titolarità’ di supporto del fondo salva stati e, quindi – detto nel “volgo” – saremmo ”fregati” due volte. Quindi: paghiamo. Chi ne beneficia sono le banche tedesche “irresponsabili” ed esposte a rischio default e salvabili con i nostri soldi,  ed in più peggioriamo la nostra esposizione debitoria e non siamo più finanziabili come fino ad oggi.
Come mai questa disponibilità’ di 120 Miliardi di Euro esiste – e potrebbe esser destinata a molte attività’ URGENTI per la nazione, per il sociale, per spesa pubblica, per produrre lavoro, per ridurre la pressione fiscale – oppure se “inesistente”… viene richiesta alla già vessata popolazione? Vogliamo soltanto pensare a cosa significhi una capacità di spesa, richiesta, di 120 miliardi di Euro per la nazione?

  1. Ulteriore ed impropria/vessatoria tassazione crescente, con indebolimento delle facoltà’ produttive e di business delle imprese nazionali con speciale attenzione alle PMI. Ciò si traduce in MINORE LAVORO e peggioramento/precarietà’ di quello esistente.
  2. Peggioramento del rating di mercato per la vendita titoli di stato con finanziamento da banche internazionali (mercato primario) richiesto per la gestione pubblica e relative spese.
  3. Peggioramento della facoltà’ di collocazione dei titoli anche sul mercato secondario delle banche nazionali che, difficilmente, investiranno (anche questa è fonte di finanziamento per lo stato, cosa che era “a credito” in tempi precedenti al neo liberismo) sugli stessi, riducendo il potenziale economico della nazione con ricadute inevitabili e tagli sulle spese dei servizi pubblici e correlati.
  4. Degrado delle condizioni generali dell’economia indotta dalla stagnazione bancaria privata che, in condizioni peggiorative, restringerà’ ulteriormente l’ accesso al credito per imprese e privati a seguito dei criteri di stabilità compromessi come sopra.   Ciò significherà’ minore ricchezza e capacità di spesa, blocco della disponibilità d’accesso a conti correnti ed ulteriori azioni di riduzione d’uso del Contante; unica risorsa convertibile di spesa per le fasce più’ deboli della Popolazione. Risultato finale? Rischio di COMMISSARIAMENTO, stile quello già’ subito dalla Grecia!!  Ossia, la “vendita” della Nazione…

Aggiungiamo tali vessazioni finanziare, “a debito” per la Nazione, alla crisi spaventosamente indotta dalla fenomenologia sociale ed economica pro-Covid 19, ed otteniamo un cocktail “letale” per la Ns sopravvivenza.
Inoltre si vocifera in merito alle tematiche economiche, tramite slogan “impropri” di alcune fonti, che il MES sia espressione di Sovranità Finanziaria da parte degli Stati membri e partecipanti all’operazione sbandierata come “salvifica”.  Trattasi di una proposta “di bandiera” totalmente lontana dalla realtà. Si spaccia del Sovranismo con commentari “devianti”.  E’ come dire che le Banche hanno a cuore il Tuo interesse quale Cliente. Di certo non è così se ti “prestano” denaro ad interesse (finanziario e non etico).

I profusori di ideologia da pseudo “sovranismo-salvifico” finanziario a favore del MES, non parlano della natura della massa finanziaria globale di ogni nazione, privata e pubblica (di cui il Pubblico è componente minoritaria) ossia del Debito Aggregato Bancario, “realtà” occultata nella contabilità generale finanziaria nazionale che è, tristemente e realmente, Sovranazionale ed espressione di vessazione debitoria.
E’ ragion di dubbio domandare a cosa serve “tirare fuori i PROPRI soldi (dove tiriamo fuori 120 miliardi?) per “creare” un fondo assicurativo a proprie spese per il proprio debito, ”fasciandosi la testa prima del danno”, quando costa molto meno, se occorre, chiedere in prestito cifre ”inferiori” a quelle previste da tali quote d’accordo, per un livello “previsionale” di crisi finanziaria che “oggi non abbiamo” e viene paventato come tale “mandandoci in crisi”- subito prima di una crisi – facendoci spendere di più e prima in spese di copertura da previsione ”default” che non è detto si verifichino.

Questo è un modo attraverso il quale “finanziamo” Noi un Fondo di Garanzia che, invece, dovrebbe esser stanziato per procedura conservativa dalla BCE ed Ecofin mediante business di settore del mondo finanziario con “ulteriori” prestiti d’occorrenza – per ora NON necessari e non mediante “imposizione” di fondo a carico degli Stati “finanziati” ed “asserviti” al Prestito/Debito.  Negli Stati Uniti, le esposizioni di credito delle Banche sono oggetto di mercato assicurativo finanziario tramite Istituti come Freddie Mac e Fannie Mae.

E’ vero che questi istituti acquisirono crediti Sub Prime poi di difficile e parziale rimborso. Ma, in ogni caso, sono espressione di un’architettura finanziaria “di tenuta” prevista e che impedì la totale implosione del sistema bancario americano della crisi degli anni 2006-2007.

Un vero organismo di tutela finanziaria, in UE totalmente assente, ed al quale “aneliscono” le Banche “terrorizzate” dalla solvibilità degli Stati membri UE e che, come tale, dovrebbe prevedere la gestione di opportuni prodotti Assicurativi (Credit Default Swap) già esistenti sul mercato. Vero è che, purtroppo, la realtà Finanziaria non è Etica ed all’interno dello scenario le soluzioni sono, generalmente, strumenti di orientamento occulto/speculativo sugli andamenti finanziari pro-default degli Stati etc.
‎Ma la soluzione MES – NON prevede neppure nulla di tutto ciò, come normale prassi di “securitisation” dei Mercati. Peggio: prevede il privilegio secondo cui il Creditore/Prestatore NON debba esporsi ad alcun rischio di default degli Stati Clienti/Debitori, “aggiungendo imposizioni di spesa” a Chi ha già chiesto un prestito.

L’opinione a favore del MES è ovviamente “viziata” da Chi fa parte dell’organismo pseudo alternativo-assicurativo previsto e che “vende” l’idea fregiandosi pure di Sovranismo improprio e falso (le assicurazioni – normalmente – chiedono premi assicurativi sul rischio default in quota percentuale rispetto al danno e NON chiedono l’importo del danno stesso a totale accantonamento – garanzia per eventi succedanei alla stipula).

Un esempio: è come se una Banca, facendo un prestito di € 1000 ad un Cliente, per tutelarsi dal rischio d’insolvenza, chiedesse al Cliente (che ha chiesto un prestito e forse perché, quasi sicuramente, ne aveva bisogno) di versare altri € 1000 a Sue spese (che non ha in ragione di una richiesta di prestito) vedendosi “negato” il credito, quindi, con attribuzione di rating negativo.
Non avrebbe più senso, come normalmente avviene a tutela dei Crediti Bancari, che fosse stipulata un’Assicurazione il cui costo è di qualche “punto percentuale” su € 1000? Oppure appoggiarsi ad un Consorzio di Garanzia che, pur con costi più elevati (generalmente dei decimali del Credito previsto ma NON di certo per il totale dell’importo prestato) è strumento assicurativo del Credito, ma è Terza Parte tra Banca e Cliente?
Ecofin/UE che si riunisce periodicamente per valutazioni dei meriti creditizi e di bilancio degli Stati “indebitati”, quindi, non valuta l’ingegneria finanziaria del caso – come accade in USA? Aggiungiamo ancora un elemento che evidenzia i “reali intenti” di tali Istituzioni Finanziarie Private che addebitano (pur essendo creatori di denaro) enormi cifre agli Stati membri con quote di partecipazione, ri-prestito delle quote ma con obbligazioni d’approvvigionamento finanziario “tagliate” se richieste.

A fronte delle Quote di Partecipazione al Fondo Salva Stati, smisuratamente elevate, l’Italia, ad esempio, ha diritto ad un “finanziamento” o cash back di € 37 Miliardi; ossia pagherà ad interessi “agevolati” i soldi che ha già investito per averne indietro “una quota parte”. Come non definire tali clausole di appartenenza e “servizio” se non come vessatorie?
C’è altro da aggiungere senza scadere nel tecnico? Ma la risposta è una sola e molto tecnica.
La banca Fed Federal Reserve Americana – pur essendo un Istituto Pubblico/Privato (a capitale misto privato con operatività di Diritto Pubblico) è un Prestatore di Ultima Istanza; cosa che non è la Banca Centrale Europea. E per tal “vuoto” tecnico finanziario-legislativo (non di certo un errore ma strategia finanziaria) le Nazioni sono obbligate – senza libertà di sorta – a dover esporsi in modo “multiplo” su Crediti a Loro concessi.