Άρχέργον οὐσία

Essenza dell’Opera Originaria

Infatti l’uno è il principio dei numeri: ma se non v’è principio, non potrebbero esserci neppure gli elementi che da esso derivano. Dunque se l’uno non c’è, non c’è neppure numero, nemmeno uno solo. – Proclo

Qual’è la vetta estrema della Conoscenza, limite ultimo della Cosxienza[1] della Realtà?

Sicuramente, dopo aver sperimentato stati superiori di cosxienza che trascendono non solo la logica, ma lievitano oltre la mente superiore saggiando i flussi del puro Intelletto, l’istante ci apre a questa eterna domanda, al Perché di tutte le cose. Prima di noi, millenni, millenni e ancora millenni prima, questa domanda se l’erano già posta gli antichi Antenati, i primi pensatori illuminati, i veggenti mistici d’oriente e d’occidente. In questi versi tratti dai Veda, il Mistico veggente canta:

“Qual’è quella cosa conoscendo cui tutto divien conosciuto, come conoscendo la creta divien conosciuto tutto ciò che è fatto di creta? Le forme dei singoli oggetti non son che sforzi di voce. L’unica realtà che essi hanno resta sempre la creta. Oh sapienti, indagate queste cose! Oh sapienti, cercate il loro fondamento!”

. . . e se quella cosa conoscendo cui tutto divien conosciuto fosse il Numero?

In queste odi, la sostanza universale è paragonata alla creta da cui i singoli oggetti, per identificazione, sono conosciuti come cose (forme), ossia concepiti e percepiti come un’interfaccia formale, un’ombra, della stessa idea, la creta. Ogni filosofia rivolta al “cercare il fondamento delle cose”, al conoscere per identità, ha come scopo lo sviluppo sapienziale dell’essenza impersonale e sperimentare la Realtà “che è”. Per indagare l’idea-creta (principio) e penetrare in essenza le cose-forme (immagini) ad essa associate, quantunque la mente sia estremamente evoluta, si è sottoposti alla necessità di evocare e quindi di individuare con un Nome il principio stesso su cui si indaga: nel nostro caso l’idea-creta. Se ciò è vero, il Principio-Idea è il requisito necessario per indagare, penetrare e conoscere. L’idea stessa dell’Essere è l’astrazione limite con cui la mente idealmente si riflette fino a perdersi nell’illimitato, riassorbendosi nel suo stesso… Essere. Altresì, si mediti che in ambito esoterico al Numero 1 è associata l’dea di Monade che, al di là di cosa rievochi e rappresenti, a vari gradi di intellezione è e resta, seppur sacra, un’idea, così è per l’idea di unità, di assoluto, di totalità.

La mente è arrivata alla sua estensione massima, ha raggiunto il suo limite evolutivo? Eppure, se si pensa, al cospetto dell’illimitato il limitato arde e s’infiamma, e sorride, come un bambino curioso e colmo di meraviglia.

Molti sacri misteri restano senza risposta, e molti altri quesiti ancora non sono oggetto di domanda.

La meditazione contemplativa sulla vera realtà del Numero e del perché del Codice, può di certo essere annoverata tra i misteri al cui cospetto ci si è posti, per ora, o con troppa sacralità o con troppa diffidenza.

Tuttavia, ogni arcano esiste in sé per essere rivelato.

 

BIOAPIΘMOΣ – Numero vivente
IL CODICE

 

Infatti l’uno è il principio dei numeri: ma se non v’è principio, non potrebbero esserci neppure gli elementi che da esso derivano.  Dunque se l’uno non c’è, non c’è neppure numero, nemmeno uno solo.
Proclo

Ma cos’è il Numero vivente inteso come Codice?

Il Codice governa in campi ordinati ciò che la cosxienza sperimenta come percezioni, impressioni, sensazioni, emozioni, sentimenti, pensieri, idee, principi. Inoltre, il Codice, coordina i fluidi dell’energia forza vitale (prana), presiede all’armonia dei processi fisiologici e chimici ordinando le funzioni cellulari e atomiche del nostro corpo. Perciò, mentalmente definiamo il Numero come un archetipo dell’ordine che è diventato cosxiente. In questo caso la “mente- νοῦς” va intesa come un dinamismo che opera nell’ignoto (inconscio, istinto, cosxienza innata), il cui aspetto di ordine quando diventa cosxiente, appare alla visione interiore innanzitutto come idea di Numero. Il Numero è il principio strumentale più adatto che la nostra mente possa utilizzare per la comprensione dell’Ordine e dell’Armonia, e forse, l’elemento più primitivo dell’Ordine concepito dall’intelligenza umana.

Il Numero dunque, è molto di più di quanto distrattamente si è finora pensato e inteso.

Fintantoché il Numero non è libero dall’idea stessa di Numero, non se ne comprenderà appieno la vera e intima natura. Il Numero, il Codice, potenzialmente apre la cosxienza a una Realtà in cui l’atto del pensare risulta nitidamente trasfigurato. In questo stato d’Essere il pensiero è sferico, vivente, e la Vita è senso poiché la Luce chiara dell’intelletto si risolve in Vivente Luce.

Il pensiero sferico è un lampo d’esperienza onnicomprensiva, in cui si disvela l’essenza unitaria di mutua interdipendenza tra tutte le cose. In questo caso, Tutto è nitidamente contemplato come Numero Codice auto germinante. (Per approfondimenti vedi “Aritmographia“).

Questa Realtà è sempre Simbolo di un dialogo interiore sperimentata “contando e pesando”, avendo cura di restare con “i piedi piantati sulla terra e lo spirito ancorato in cielo”.

Il Codice visto da questa prospettiva è ovunque. L’energia forza di ogni onda/particella dell’universo è animata dal Progetto governato e ordinato dal Codice. Sfera e Cubo, Cielo e Terra, Essenza e Sostanza, sono qui uniti in un’unica danza infinitamente armonica, sperimentati dall’ente illimitatamente come reale totalità indissolubile.

La natura fondamentale dell’Uomo è compiersi nell’essere il consapevole Figlio di “Una Realtà Una” sperimentata in apparenza come ordine caotico.

Anassagora ci dice che “Il νοῦς, in qualità di potenza attiva e ordinatrice, organizza il caos (πειρον, ápeirōn), creando così i mondi”.

Il Numero ha quindi molto altro da dirci.

Tuttavia, fin quando la Realtà che si vuole penetrata sarà processata e concettualizzata a guisa di principi avvalorati dalle idee in essi contenuti, non si lascerà penetrare oltre la natura stessa del principio con cui la si indaga.

Per penetrare il Secretum Secretorum del Numero basta imparare a dialogare col Codice.

 

ARMONIA SUPREMA
IL CODICE E LA DIVINA LEGGE

Rapporto in Volumi: 1 = 1/Φ + 1/Φ²

La dualità nell’Unità costituisce il ternario mistico essenziale. Nel Codice l’Unità-Totalità in numeri è 1, 1/Φ, 1/Φ2 (Padre, Spirito, Figlio). Sono tre terzi mistici di cui i 2-Due valgono 1-Uno, cioè il Tutto da cui sono usciti: 1/Φ + 1/Φ2 = 1, cioè lo Spirito e il Figlio danno il Padre. In questa estrema sintesi il Codice svela il mistero della Trinità.

Allo stesso modo, l’azione funzionale di Φ nello spermatozoo umano produce la forma umana. La sua gestazione è una coagulazione della sostanza spaziale in situazioni temporali, che si divide in fasi embrionali in rapporto temporale con gestazioni micro e macro dimensionali.

L’attività Φ è universale, quantunque sia omogeneamente uniforme. La varietà osservata nella molteplicità non può essere causata né dalla sostanza spaziale coagulata né dall’azione di Φ, ma è data dal ritmo di una successione di momenti (sequenza aurea) di un’unica Genesi che, per noi, ha la sua finalità e concretezza nell’uomo. Tutte le forme si collocano tra un estremo che è la forma prima, universale, e quella finale, che ha per forma attuale l’uomo – il progetto.

La prima perciò è virtualmente e potenzialmente uomo, e ogni momento di questa genesi è una potenzialità, una specificità che sarà contenuta, riassunta ed elaborata nell’uomo, si tratti di un momento energetico, atomico, geologico, vegetale, animale, planetario, stellare, cosmico.

Questa successione, ogni momento della quale evidenzia un Numero (e dunque un Nome), costituisce la serie naturale dei Numeri. La natura, il carattere, le parentele, le affinità, i rapporti e le proporzioni proprie ai momenti e alle cose, contenute quale sintesi nella genesi umana, è ordinata dal Codice.

Tutto appare dunque come un’alternanza di intensità di funzioni. Chiamiamo Funzione la natura di una attività. Essa comprende un impulso (1), uno scopo (2) e un modo (3).

Essenzialmente la funzione è perciò un impulso dall’intensità ritmicamente variabile. La variazione è Numero. Se l’intensità fosse invariabile, non ci sarebbe che un solo fenomeno e il Cosmo si confonderebbe con la sua Causa impulsiva. Dunque è il Numero che crea la Natura e il ritmo ne distingue la varietà.

Essenzialmente, il Numero è triangolare, lo resta attraverso tutte le forme che sono semplici composti di questo primevo Principio trigonale.

I 9-nove membri della Tetraktys (generata da T1+T2+T3+T4) che circondano l’Unità, sono le nove Potenze o Numeri trascendenti che attraverso le proprie Funzioni trigonali caratterizzano l’Impulso Igneo nelle quattro fasi di emanazione, creazione, formazione, azione. Così dicasi per i dodici Numeri intorno al Ternario originario nel quinto triangolo (T1+T2+T3+T4+T5) che definiscono spiralicamente lo spazio in cui si sperimenta la qualità ciclica del tempo.

La distinzione originaria, o polarizzazione dell’Energia, è l’inizio del Numero e una prima numerazione. Questa diventa per l’uomo una conoscenza a priori che si impone alla cosxienza psicologica.

Questa poi idealizza, individua, classifica e nomina ciò che il Numero le impone.

 

NUMERO E AUTOGUARIGIONE
ΌΜΟΙΟΑΞΙΩΜΑ

SIMILE AL PRINCIPIO

Ciò che oggi è dimostrato è stato solo una volta immaginato – William Blake

Lo studio sui Numeri, e questo in particolare che indaga i rapporti tra Numero e Psiche, non ha a che fare con quantità e calcoli, ma esclusivamente con il riconoscimento del simbolismo celato dai Numeri e il modo in cui questi rappresentano i diversi aspetti della Cosxienza, dell’evoluzione spirituale e della Vita, della Creazione e dell’evoluzione dell’Universo attraverso le funzioni di Suono, Luce, vibrazione, raggi, onde e forme. Le qualità del Numero, nella filosofia esoterica antica, erano paragonate alle funzioni principiali delle idee e dunque, delle qualità dei nostri pensieri, sentimenti, emozioni e azioni. I Numeri non sono “cose” astratte e inanimate, ma Princìpi viventi di Leggi e processi universali illimitatamente creativi, funzionali, dinamici e attivi. In questo studio si vuole dimostrare che i Numeri sono viventi e si esprimono attraverso un linguaggio Codice Arithmographico.

Da questo assunto, l’ordinamento ontologico e logico dei Numeri si traduce quindi in immagini fluido ritmiche geometriche, o meglio in psicogeometrie viventi. Per il suo potere descrittivo, in quanto esponente di un’analisi concreta, il Numero è un essenziale classificatore e per questo viene utilizzato per identificare insiemi concreti di qualsivoglia natura e ordine, illimitatamente. Può servire come biblioteca eterica, perché indica i vari tipi di organizzazione che si impongono alle cose quando queste si manifestano nel loro giusto ordine nel cosmo, e dunque, può armonizzare e riordinare sistemi disarmonici e caotici di ogni natura, piano, stato e grado. Questo ci induce a credere che lo stesso principio sia potenzialmente applicabile a preparati fluido terapici che operano per il riequilibrio di campi psicobiodinamici del sistema triadico umano.

In questo studio consideriamo la possibilità di un nuovo modello terapeutico strutturato sulle qualità naturali del Nome-Numero con possibili applicazioni pratiche e funzionali. In OmoioAxioma le qualità specifiche del Numero non si limitano a governare e ordinare formule e strutture astratte, ma attraverso particolari codifiche, offrono la possibilità di generare equanimità e armonia nei campi bioenergetici disarmonici. In linea generale, l’intuizione di base con cui è concepito il metodo ci riporta al Principio del simile caposaldo della Medicina Omeopatica, applicato naturalmente con tutt’altre modalità operative. I codici numerici di riequilibrio sono speciali mediatori, veri e propri “riconciliatori”, poderose armoniche dei sistemi organici in cui scorre l’energia biofluida.

Individuato il Nome con cui per convenzione di linguaggio definiamo un organo, le membra, un concetto, una parola chiave, un’emozione, patologie e così via, si procede attraverso speciali permutazioni delle lettere che formano la parola-chiave individuata come simbolo specifico della disarmonia. Dai Numeri estratti dalla distillazione delle lettere componenti il Nome si ottengono “le Armonike”, che a questo punto sono veri e propri Codici simillimum.

Un Nome definisce e racchiude, a vari gradi, la totalità di ciò che è nominato. 

 

LE ARMONIKÉ

Le lettere che compongono i Nomi (di una disarmonia psicofisica così come di qualsiasi altra funzione psicobiodinamica) sono Simboli ideografici che, come detto, racchiudono in sé anche un valore numerico. Questa numerazione codificata è dunque analoga al Principio stesso con cui il Nome specifica, traduce e rende comprensibile psicologicamente la natura di ciò che si è nominato.

Col metodo OmoioAxioma si rende possibile la preparazione energetica delle Armoniké, trasferendo in soluzione idroalcolica le informazioni codificate derivanti dalla corrispondenza esistente tra Nome e Numero.

Il codice numerico ottenuto per permutazione isopsephica, adattato a specifiche procedure per la trascrizione, è copiato per impressione nell’acqua che memorizza l’informazione codificandola grazie al suo innato talento del “ricordare”. Qualsiasi informazione numeronominata genera per similitudine un dinamismo fluido magnetico corrispondente, un’Armoniké.

Quello che conta della struttura di memoria non è la capacità chimica o energetica, ma è la forma che assumono i sistemi composti dalle matrici numeriche e dai nomi ad essi corrispondenti che, simili al Principio, sono in grado di indurre un naturale “aggiornamento” del sistema psicobiodinamico.

“[…] la centomillesima parte di un grano di riso selvatico è l’anima, la centomillesima parte di questa è il Signore del cosmo, la cui cinquantamillesima parte è la Coscienza Suprema, aldilà vi è l’Assoluto. Così il profumo è nel fiore, l’olio nel seme di sesamo, l’oro nel quarzo”. Dhyânabindüpanisad (IX-IV secolo a.C.)

Per quanto si possa descrivere in merito all’azione energetica delle Armoniké OmoioAxioma, in questa sede è solo accennata la capacità dei preparati di interagire direttamente con il Principio Vitale e dunque con la Forza vitale da esso impulsata.

Le Armoniké OmoioAxioma interagiscono essenzialmente sia sull’eccesso che sul difetto energetico dei sistemi biofluidi, attivando o favorendo l’innato potere Spirituale di riequilibrio e Autoguarigione. Ciò che rende un’Armoniké differente da altri rimedi energetici è la sua funzionalità psicobioenergetica capace di generare, per affinità e analogia, un aggiornamento del sistema corrispondente laddove esiste disarmonia. Questa operatività non è mai in contrasto con il sistema risonante, per cui di norma non genera effetti collaterali indesiderati.

Oltre la vibrazione emanata dal profumo di un fiore, penetriamo nell’infinito regno del Suono. In teoria le Armoniké risuonano proprio in questo regno, poiché Numero e Suono sono della medesima natura essendo essi due facce della stessa Realtà. Simile a un diapason che “toccato” propaga il suo suono particolare, l’Armoniké risuona con la “causa” della disarmonia favorendo il naturale processo di risonanza necessario per la rinnovata armonia.

La caratteristica peculiare di questo metodo, in ambito di Autoguarigione, è quella di aiutare e favorire lo sviluppo della consapevolezza riguardo al messaggio spirituale racchiuso in ogni disarmonia patologica. Compreso il messaggio spirituale, la consapevolezza dell’astante si apre naturalmente all’innato potere di Autoguarigione; in sintesi, superata la prova si accede all’insegnamento insito nell’esperienza. Potremmo definire le Armoniké come un “medio mantico” capace di dialogare con l’Antico degli Antichi, innata Saggezza e potere di Autoguarigione sopiti in noi.

Così il Suono è nelle Armonikè, il Profumo è nel fiore, l’Olio nel seme di sesamo, l’Oro nel quarzo. . .

Per la Grazia e la Luce Divine
Hermes

 

INFO:

Centro Sei AltroveSeialtrove.it
Blog: Archematica – La Teoria dell’Impossibile
Mail contatto: hermes@seialtrove.it

 

[1] La parola Coscienza è scritta intenzionalmente con la lettera x, a costituire una sorta di “pietra d’inciampo” al fine di ricordare il valore di tale termine che definisce il rapporto fra Spirito e Sostanza e che è spesso usato in modo improprio o superficiale.