Sono grata per la possibilità datami di parlarvi del progetto della Libera Università, attivo ormai da due anni orsono, grata perché, come tutti gli intellettuali, vivo dentro la mia testa dove tutto mi appare chiaro e ben strutturato mentre magari, all’esterno, certe idee possono apparire fumose o irrealizzabili. Per cui parto dall’inizio per spiegarvi come è nato il progetto e quali sono i suoi obiettivi.
Quando nel lontano 2000 mi sono licenziata da una televisione nazionale, in cui svolgevo la mansione di regista per un telegiornale, per dedicarmi a 360o al mio ‘neonato’ ruolo di mamma, c’è stato un momento in cui sapevo cosa NON volevo fare (disinformare gli spettatori ingenui e ignari che non conoscono i meccanismi con cui vengono abilmente confezionate le notizie passate come fatti veri e reali), ma non sapevo a cosa avrei voluto dedicare la seconda parte della mia vita. Non nascondo che uscire dal sistema è molto faticoso ma, se riesci a districarti dalla melma che ti avvolge come Neo in Matrix, quello che vivi e vedi attorno a te per la prima volta con altri occhi è a dir poco stupefacente.
Compreso con grande stupore di vivere all’interno di una ‘narrazione’, cioè una finzione che si tenta con le unghie e con i denti di far passare come l’unica realtà possibile, mi sono chiesta cosa fare per ‘espiare’ il mio inconsapevole (all’inizio) lavorio per il megafono del Sistema, la Televisione. “Io disinformo”, mi sono detta, devo quindi cercare di fare il contrario, informare ma soprattutto agire affinché chi adesso dorme sonni placidi e beati mentre è comodamente seduto sul divano del salotto a guardare la Tv, possa scuotersi dall’ipnosi prodotta dal mezzo televisivo e, ridestandosi, fare scelte consapevoli per sé e per la propria famiglia.
Ho poi pensato che magari noi adulti eravamo forse irrimediabilmente persi… ma i bambini? Come salvare il futuro? Lo dicevo col senno di una che era diventata mamma a 40 anni di una splendida bimba a cui avevo dato, come nome, un augurio: Anna Libera. Crescendo lei, osservandola nel suo divenire, ho avuto tanti spunti per la mia ricerca sul cosa fare: oggi posso davvero affermare che è stata lei la mia vera maestra, più delle mie 4 lauree, due prese dopo il licenziamento dalla Tv in psicologia. Un breve, deludente ma illuminante, passaggio in politica mi ha fatto infine comprendere che si potrà salvare il mondo solo se si riparte dall’Educazione. Noi siamo il frutto della nostra educazione e, se non ci decondizioniamo, tramanderemo ai nostri figli l’unico modello di educazione che conosciamo: quello con il quale siamo stati, il più delle volte, malamente allevati. Uso il termine ‘allevato’ che di solito si usa per gli animali perché è quello più vicino a quello che i bambini sperimentano nell’educazione tradizionale: cosa siamo se non mucche da mungere da quando nasciamo alla morte? E, non voglio entrare nei dettagli, ma non bisogna essere vegani per conoscere quale trattamento viene riservato ai vitelli nel nostro apparente mondo civile. Carne da macello… questo sono i nostri bambini a scuola… questi ultimi due anni poi sono stati talmente, spudoratamente palesi nelle loro malevole intenzioni che solo i ciechi, i sordi e i muti non se ne sono accorti.
Quindi l’obiettivo era salvare il futuro, cioè i bambini…ma come? E qui mi sono venuti in soccorso tanti neo pedagogisti, da Rousseau a Pestalozzi, da Illich a Don Milani, da Aivhanov a Tagore … Questi ricercatori da centinaia di anni provano a dirci come dovrebbe essere l’educazione per un mondo che possa definirsi umano ma, guarda caso, sono autori che non vengono studiati nelle università del sistema se non in minima parte. Compreso l’obiettivo, bisognava attrezzarsi per fare il primo passo: quello di DECONDIZINARE gli adulti che sentono la spinta verso il mondo che verrà. Stiamo parlando di genitori ed educatori… non di tutti ovviamente, ma solo di coloro che hanno compreso che ‘c’è qualcosa di marcio nell’educazione’ parafrasando il buon Amleto. Dopo aver esplorato la situazione dei metodi ‘alternativi’ alla scuola tradizionale in Italia scrivendo il libro ‘Pedagogia, un’arte in divenire’, ho avuto modo di incontrare centinaia di famiglie agli eventi di Tutta un’Altra Scuola organizzati in collaborazione con Terra Nuova Edizioni. Tutte le persone che incontravo mi facevano la stessa domanda: come applicare adesso, nelle nostre case, nelle nostre scuole, nel nostro quotidiano la Nuova Pedagogia?
Nasce da questa domanda il percorso chiamato ScuolAgire, un percorso strutturato su incontri on line e dal vivo per fornire il maggior numero possibile di strumenti a genitori ed educatori che vogliono uscire dal ‘recinto’ dell’educazione tradizionale e cambiare il paradigma nel quale siamo stati inseriti alla nostra nascita e che sta miseramente crollando. Dal 2014 al 2020 centinaia di persone hanno intrapreso questi percorsi per decondizionarsi e mettersi in rete per creare solide comunità educanti.
Poi è sorta una nuova richiesta: possiamo approfondire alcuni dei temi trattati nel percorso base? Così, da una nuova necessità, per venire incontro ad un nuovo bisogno, è nato nel 2020 (dopo una lunga gestazione) il progetto della Libera Università di Nuova Pedagogia. Ispirandoci agli scritti di Ivan Illich ci siamo detti che è assurdo non dare a chiunque, al di là dei propri titoli scolastici che noi peraltro non richiediamo, la possibilità di poter studiare, liberamente, senza voti e costrizioni, i temi che più ci appassionano. Da noi chiunque può iscriversi ad un nostro approfondimento on line o dal vivo, non chiediamo diplomi pregressi ne diamo titoli… non siamo un diplomificio, uno dei tanti che vivono nel sistema che si alimenta di titoli e pezzi di carta che spesso non corrispondono ad un reale valore di acquisizione del sapere che quel titolo certificherebbe. La maggior parte dei corsi sono on line, in orari comodi per poter essere seguiti da persone da ogni parte dello stivale, ma non solo! I nostri corsi dal vivo per ora si svolgono invece nella sede fisica dell’Università, a Campo Tagore, un terreno attrezzato a Campus/Ashram in Ogliastra, la parte più selvaggia della Sardegna. Come ai tempi dei Greci, i corsi dal vivo si ‘vivono’ insieme, si studia, si dorme in tenda, si mangia insieme, si va al mare o nei luoghi sacri dell’isola nel tentativo di sperimentare la conoscenza più che di leggerla solo nei libri.
Tanti i temi da noi trattati: Fisica Quantistica, Esoterismo, Esopolitica, Storia, Alchimia, Dante esoterico, Astrologia, Educazione Empatica, Psicosintesi, Diritto Internazionale, Teatro Evolutivo… con docenti divergenti autentici.
In conclusione un bilancio: è stato raggiunto il mio obiettivo in questi anni di duro ma bellissimo lavoro? Non completamente, non ancora, perché il progetto è molto vasto, a tal punto che della semina, molto probabilmente, non riuscirò a vedere tutti i frutti….ma questo poco importa. Nella mia mente, romanticamente, come nella novella di Jean Giono, L’Uomo che piantava gli alberi, immagino che al mio passaggio, dietro alle mie spalle, avrò lasciato una scia di foreste rigogliose di uomini e donne più consapevoli…e questo è ciò che conta veramente.