7 sono le richieste del Padre Nostro (Nel libro della Bibbia appare ben 424 volte)

7 le vertebre cervicali (scala formata da 7 gradini che portano dal corpo alla mente, dal fisico alla spiritualità)

7 le note e le chiavi musicali (do, re, mi, fa, sol, la, si; violino, basso, contralto, soprano, mezzo- soprano, tenore, baritono)

7 i colori delle cinture nelle arti marziali (bianca, gialla, arancione, verde, blu, marrone, nera)

7 sono i mesi di 31 giorni (gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre, dicembre)

7 le pronunce delle vocali nella lingua italiana (a-è-é-i-ò-o-u)

7 ossa del tarso: calcagno, astragalo, scafoide, cuboide, 3 cuneiformi

…allora Pietro si avvicinò e gli disse: “Signore, quante volte dovrò perdonare mio fratello se pecca contro di me? Fino a 7 volte?”. E Gesù rispose: “Non ti dico fino a 7, ma fino a 70 volte 7”.

Pietro sotto l’influenza delle predicazioni di Gesù aveva pensato che perdonando fino a 7 volte avrebbe fatto qualcosa di eccezionale. A quei tempi infatti si ammetteva un perdono di 2, 3 volte, al massimo 4. Ma Gesù rispondendo “Fino a 70 volte 7” ha sottolineato che bisogna perdonare sempre.

Per-donare significa offrire il dono della rinuncia alla rivendicazione del torto subìto. È dunque una concessione che si dà a chi ha commesso ciò che non avrebbe dovuto fare.

7 Chakra – 7 pianeti


Il nostro sistema energetico: i Chakra

Noi tutti sappiamo che i pianeti fanno parte del nostro Sistema Solare, ma forse ignoriamo che attraverso il loro movimento essi sviluppano un certo magnetismo che, propagandosi per l’etere, arriva fino a noi e influisce sulla nostra psiche e sui nostri comportamenti.

Tutto ciò che ci circonda è fatto di energia e facendo parte tutti di un’unica “atmosfera” ci influenziamo a vicenda e veniamo influenzati da qualsiasi cosa ci circondi, sia essa a noi vicina che distante.

Nell’uomo si trovano dei centri, detti chakra, i quali assorbono quel potenziale che ricevono dal Cosmo e lo restituiscono all’individuo come forza dinamica. La parola Chakra deriva dal sanscrito e significa “vortice”, sono Centri di Energia e Consapevolezza situati in corrispondenza delle ghiandole endocrine. Essi influenzano le funzioni organiche, la circolazione, l’attività ormonale, le emozioni e i pensieri, trasformando così l’Energia Cosmica Vitale, detta Prana. Il Prana scorre in sottili canali energetici, le nadi (dal sanscrito “nad” che vuol dire scorrere), e nutre il corpo, l’anima e lo spirito. Secondo la tradizione sono 72.000 le nadi che producono una sottile rete energetica che a partire dal Chakra dell’Ombelico, si irradia in tutto il corpo.

Nella pratica sono soprattutto rilevanti 3 nadi: Ida, Pingala e Sushumna.

Il percorso dell’energia va dal basso all’alto e viceversa, percorrendo due canali principali: Ida e Pingala che, come una spirale, si avvolgono attorno ad un’asse centrale detto Sushumna. Ogni volta che in questo loro percorso Ida e Pingala s’incontrano, si apre uno dei vortici o Chakra.

Pingala è la corrente energetica positiva, associata all’energia solare e all’elemento maschile; parte dalla base della colonna vertebrale e termina nella narice destra.

Ida rappresenta invece la corrente di energia negativa, associata alla Luna e all’elemento femminile; il punto di partenza è situato in fondo alla colonna vertebrale e termina nella narice sinistra. Ida e Pingala si incrociano nei chakra girando intorno al canale principale Sushumna che da un punto di vista fisico corrisponde al midollo spinale e scorre direttamente attraverso la colonna vertebrale. Se l’Energia Vitale fluisce liberamente attraverso le nadi, la Kundalini (l’Energia Cosmica che viene descritta come un serpente arrotolato che dorme adagiato sul fondo della colonna vertebrale), può ascendere in modo ottimale. Ne deriva una salute robusta, uno sviluppo progressivo e una soddisfacente realizzazione dell’individuo.

l Chakra vengono associati al Fiore del Loto: anche se nasce in acque stagnanti, dà origine ad un fiore candido e di grande bellezza. Grazie a questa sua caratteristica è considerato un emblema di purezza infatti nonostante nasca nel fango non ha nulla di esso. Ogni “loto”, si caratterizza per avere un numero specifico di petali, un particolare “Yantra” o forma geometrica, un mantra, è associato ad un elemento, ad un pianeta, ad una divinità, ad un animale, ad un simbolo, ad una vocale, ad un senso e ad un colore.

Oltre agli esseri umani anche gran parte degli animali e alcune piante avrebbero sette Chakra principali.

Significato e Simbologia dei 7 Chakra

Muladhara o Chakra della Radice
Detto anche Primo Chakra, Chakra Radice, Centro della Base

Il Chakra Muladhara tradizionalmente rappresentato con quattro petali e un quadrato (simbolo della terra), costituisce il fondamento e la radice del sistema energetico dei Chakra. Attraverso questo Chakra, l’energia viene raccolta dalla Terra e dalla natura e in seguito trasformata. Secondo la dottrina dello yoga, l’energia Kundalini risiede nel Chakra Radice. Se la base è stabile, l’Energia Vitale può ascendere attraverso gli altri chakra accelerando così lo sviluppo della personalità. Il colore rosso in cui risplende il Chakra Muladhara, simboleggia una forte Energia Vitale, forza e passione.

Il Chakra Radice è associato a temi quali la sicurezza, la stabilità, la sopravvivenza e il radicamento. Esso nutre il corpo, l’anima e lo spirito di Energia Vitale e assicura la sopravvivenza nonché l’autoconservazione e la conservazione della specie.

L’abbondanza materiale, il successo in ambito lavorativo, una patria fissa e stabili rapporti familiari sono il risultato di un Chakra Radice carico di energia. Il corrispondente animale simbolico, l’elefante, rappresenta infatti il benessere, la sicurezza, la ricchezza e la forza interiore.

Importanza nello sviluppo interiore. Un eventuale blocco del Chakra Muladhara compromette il rapporto sereno con la terra e la natura.

Carenza di energia e di stimoli, insicurezza e scarsa fiducia nell’esistenza sono le conseguenze di un   Centro della Base indebolito. Tuttavia anche la lotta per la sopravvivenza, un eccessivo materialismo, avidità, egocentrismo e fini egoistici sono sintomi che rivelano seri disturbi alla base naturale.

Coloro che si impegneranno ad aprire il Primo Chakra riusciranno a godere di un miglior contatto con la terra dispensatrice di stabilità e di energia. La consapevolezza del proprio corpo migliorerà e la percezione dei propri bisogni diventerà più chiara.

Un mancato sviluppo di questo Chakra può esprimersi da un lato sotto forma di paura e debolezza, dall’altro sfociare in aggressione ed egocentrismo.

Importanza per la salute. Il Chakra Radice, situato nella zona del perineo, fornisce l’energia all’intestino crasso, alle ossa, alle gambe e ai piedi. A livello corporeo un Chakra Muladhara sano si manifesta attraverso ossa e denti robusti, un buon funzionamento dell’intestino crasso e una escrezione regolare. Generalmente anche la qualità del sangue e il nervo sciatico ne sono influenzati.

Un consapevole sviluppo del Primo Chakra previene malattie intestinali, stitichezza e diarrea, aiuta a lenire e prevenire i dolori renali e le malattie delle ossa come ad esempio l’osteoporosi. In tutti questi casi un Chakra Radice forte favorisce il processo di guarigione.

 

Svadhisthana Chakra o Centro Sacrale
Detto anche: Secondo Chakra, Chakra Sacrale, Centro del Sesso

Il Chakra Swadhisthana è il centro energetico della sessualità e della gioia di vivere. In sanscrito “Swadhisthana” significa dolcezza, un termine legato al concetto di felicità corporale e sensuale.

Questo chakra è formato da sei petali arancioni, il colore dell’impulso attivo che favorisce la creatività e l’energia vitale. In qualità di centro dell’energia femminile, consente la riproduzione e la nascita. Un Chakra Sacrale stabile favorisce un rapporto sano con la propria sensualità: passioni ed emozioni non sono represse, bensì liberate. Il corpo è accettato consapevolmente ed amato nonostante i difetti e le debolezze.

Il malfunzionamento del Chakra Swadhisthana si manifesta quando ad esso affluisce un’energia sessuale eccessiva o insufficiente, mentre il suo buon funzionamento previene le pulsioni negative, i desideri insoddisfatti, la gelosia e una sessualità non appagante. Il significato della sessualità nello sviluppo interiore non è da sottovalutare: molti problemi interiori hanno un’origine sessuale, anche il fondatore della psicanalisi Sigmund Freud, riconobbe l’importanza della sessualità per la psiche.

Importanza per la salute: il Chakra Swadhisthana regola il funzionamento dei testicoli, della prostata e delle ovaie, influenza inoltre i liquidi corporei quali sangue, linfa, sperma, urina, ecc. Un Centro Sessuale forte previene le malattie agli organi riproduttori, nonché i disturbi mestruali, l’impotenza, i dolori ai reni e alla vescica, così come i disturbi all’anca e alla schiena.

Un Chakra Sacrale equilibrato conferisce voglia di vivere, condizione indispensabile non soltanto per il benessere interiore, ma anche per tutti i processi vitali e una salute organica stabile.

 

Chakra Manipura o del Plesso Solare
Detto anche: Terzo Chakra, Chakra dell’Ombelico, Centro del Plesso Solare.

In sanscrito il terzo chakra detto Manipura, significa “gioiello lucente”, è un indispensabile accumulatore di energia da cui l’energia vitale, prana, viene ripartita in tutto il corpo. Questo Chakra infatti è l’origine delle 72000 nadi.

Il Chakra dell’Ombelico rappresenta aspetti quali volontà, sentimenti, potere e identità. Un Chakra Manipura sviluppato in modo sano, consente la costruzione di un Io forte, indispensabile per vivere con consapevolezza di Sé e perseguire tenacemente i propri obiettivi. Coloro che possiedono un forte Chakra dell’Ombelico emanano autoconsapevolezza ed energia. Possiedono la tenacia e la pazienza necessarie al superamento di fasi difficili della vita ma nonostante la consapevolezza del proprio potere-forza nutrono profondi sentimenti di sensibilità e compassione verso gli altri e non si fanno strada nella vita a scapito del prossimo. Questo Chakra infatti è legato all’Elemento Fuoco ed esprime pertanto qualità come la compassione e il calore umano. Esercita inoltre un notevole influsso sulla trasformazione del cibo e dell’ossigeno in energia vitale.

Eccessi di energia nel Chakra Manipura possono sortire effetti negativi sul carattere, sfociando in sete di potere, ambizione eccessiva invidia aggressività e rabbia distruttiva.

Una carenza di energia comporta invece insicurezza, mancanza di orientamento nella vita, autocommiserazione e sentimentalismo. Un lavoro concentrato sul Chakra dell’Ombelico consentirà di prendere in mano la propria vita in modo attivo, anziché “lasciarsi vivere” dalle circostanze e dal prossimo.

Importanza per la salute. Il Chakra Manipura regola i processi digestivi e agisce sul funzionamento dello stomaco, del fegato e della milza. Sono da ricondursi a disturbi di questo Chakra anche l’ulcera gastrica, la gastrite, il bruciore e la pesantezza di stomaco così come le relative manifestazioni psicologiche: la sensazione “di non riuscire a digerire qualcosa”, oppure situazioni che “non si riescono a mandar giù”.

Un Terzo Chakra stabile garantisce una buona e rapida digestione del cibo nonché un’ottima elaborazione delle impressioni ricevute, favorisce un sonno regolare e profondo, e nervi saldi. Il consumo a lungo termine di sostanze eccitanti quali caffeina o alcool potrebbero compromettere il regolare funzionamento del Chakra Manipura.

 

Chakra Anahata o del Centro del Petto
Detto anche: Quarto Chakra, Chakra del Cuore, Centro del Petto

Il cuore è da sempre il simbolo dell’amore. Il Chakra del Cuore, detto in sanscrito Anahata Chakra che significa “non colpito, non danneggiato”, costituisce il centro dell’essere umano e collega i tre chakra inferiori relativi all’istinto, con i tre chakra superiori relativi alla Coscienza Superiore. Il Chakra dai dodici petali rappresenta l’amore universale. Relativamente ai sensi, il Chakra Anahata è associato al tatto attraverso cui sono possibili il contatto e la cura.

Nella Stella di Davide, simbolo del Chakra del Cuore, il triangolo rivolto verso l’alto si fonde con il triangolo rivolto verso il basso. Il primo rappresenta Shiva, il dio maschile, ovvero la consapevolezza di Sé, il secondo rappresenta Shakti, la progenitrice divina, ovvero l’Energia.

Il Chakra Anahata è il centro energetico dell’amore, della compassione, dell’umanità e del senso di protezione, e favorisce un contatto affettuoso con il TU, spostando la consapevolezza dall’Io al NOI. Grazie a questo Chakra è possibile instaurare rapporti con il prossimo privi di interessi egoistici. L’amore disinteressato e la compassione per tutti gli esseri viventi sono gli obiettivi principali alla base dell’apertura del Quarto Chakra. Ciascuna forma di amore consente il superamento dei confini.

Quando l’energia fluisce liberamente attraverso questo Chakra, l’individuo è in grado di comunicare “da cuore a cuore”. Apertura e tolleranza rispetto ad altre idee e culture sono ovvie conseguenze di un sano rapporto con l’altro.

Uno sviluppo del Quarto Chakra costituisce il fondamento principale per stabilire un contatto con il prossimo ricco di affetto e fiducia, nonché per accettare e amare se stessi. È solo se amiamo e accettiamo noi stessi che possiamo riuscirci con gli altri.

Disturbi del Chakra del Cuore si manifestano sotto forma di eccessivo egoismo, isolamento e una disparità tra il dare e il prendere. Tuttavia anche uno scarso senso della delimitazione e l’annullamento del Sé in funzione degli altri sono chiari sintomi di un Chakra Anahata debole.

Importanza per la salute. Il Quarto Chakra regola l’attività cardiaca, polmonare e respiratoria. Una circolazione stabile, un cuore robusto, un battito cardiaco regolare, una respirazione profonda e libera sono segnali di una buona attività del Centro del Petto. Poiché questo Chakra influisce sulla ghiandola del timo e sulle difese immunitarie in caso di scarso funzionamento è possibile riscontrare un calo di energia che si manifesta, ad esempio, in allergie, asma, predisposizione alle infezioni e malattie cancerogene. In modo ancora più evidente, i disturbi relativi al Chakra Anahata si manifestano soprattutto sotto forma di problemi cardiaci con una sensazione di stretta al petto accompagnata da difficoltà respiratorie.

L’importanza del Chakra del Cuore a livello interiore si riflette a livello corporeo non soltanto nel cuore e nella respirazione, ma anche sulla pelle, che costituisce il confine del corpo con il mondo esterno.

 

Chakra Vishuddha o Centro della Gola
Detto anche: Quinto Chakra, Chakra della Gola, Centro della Laringe

Il Chakra Vishuddha dai sedici petali costituisce il centro dei suoni e delle parole all’interno del corpo umano. Dal punto di vista esperienziale, i toni svolgono un ruolo importante per lo sviluppo della personalità. Una delle maggiori tecniche impiegate nella pratica dello yoga è ancor oggi la ripetizione cantata dei mantra o suoni primordiali della meditazione, che consentono il risveglio e l’accrescimento dell’autoconsapevolezza attraverso le vibrazioni prodotte. Il cerchio che sta a simboleggiare il Chakra della Gola rappresenta il luogo del vuoto e del silenzio assoluti che occorre attraversare per poter raggiungere la conoscenza.

In qualità di centro della comunicazione il Chakra Vishuddha favorisce lo sviluppo della consapevolezza individuale della parola. Quando il Chakra della Gola si esprime liberamente è possibile esprimersi senza difficoltà e confidarsi con gli altri.

Il Quinto Chakra collega il Centro del Cuore con il Chakra della Testa fungendo da legame tra sentimenti e pensieri.

Importanza nello sviluppo interiore. La voce umana esprime le informazioni che rendono possibile la comunicazione verbale. Oratori, autori, poeti si servono del potere della parola.

Il presupposto indispensabile è dunque un Centro della Laringe forte, che facilita la comunicazione e la relazione basata sulla voce. Anche le capacità di apprendimento e concentrazione così come l’apertura verso le opinioni altrui sono da ricondursi al Chakra Vishuddha.

Questo Chakra agisce inoltre sul timbro di voce che rispecchia sempre i sentimenti e lo stato di consapevolezza. Il Chakra Vishuddha agisce anche sui pensieri, in quanto composti prevalentemente da “parole pensate”.

Un’accentuazione eccessiva del Quinto Chakra si manifesta in dominanza, giochi di potere e manipolazione del prossimo. Al contrario una sua carenza energetica implica timidezza, inibizioni e paura del conflitto. Poiché non si ha il coraggio di sostenere le proprie opinioni può risultare compromessa anche l’autenticità della propria identità.

Importanza per la salute. Una voce armonica e piena, una respirazione libera e una muscolatura rilassata nella zona della nuca, della mascella e delle spalle sono chiari segnali di un Chakra Vishuddha libero.

Disturbi del flusso energetico nell’area del Centro della Laringe sono causa di innalzamento, abbassamento o addirittura esaurimento della voce.

Anche una laringe rauca, dolori alla faringe, tonsillite e difficoltà di deglutizione (il cosiddetto nodo in gola) indicano un indebolimento del Chakra della Gola. Unitamente ai disturbi relativi alla gola ci sono anche: disfunzione della tiroide e la formazione del gozzo, dolori alle orecchie, malattie gengivali e disturbi del linguaggio.

Significato del nome: Vishuddha = purificare

 

Chakra Ajna o Centro Frontale
Detto anche: Sesto Chakra, Chakra della Fronte, Terzo Occhio

In qualità di centro spirituale il Chakra Ajna favorisce l’attenzione e la consapevolezza. Nel Sesto Chakra confluiscono le nadi principali Ida e Pingala la cui riunificazione simboleggia il superamento della dualità. Quando si raccoglie l’energia vitale in questo Chakra e si superano le ostruzioni, è realmente possibile conseguire una conoscenza superiore.

Una figura importante per il Sesto Chakra è Shakti Hakini, un dio androgino che rappresenta la componente maschile e femminile. Anche il cerchio (simbolo dell’origine dell’Essere) e i due petali alati (rappresentanti la dualità) simboleggiano il superamento della polarità.

Il Chakra Ajna stabilisce il collegamento con il mondo spirituale, favorisce la conoscenza intuitiva e pone l’accento sulla realtà manifestatasi in seguito al superamento della percezione dualistica del mondo e alla pacificazione dei pensieri. All’interno di questa realtà superiore si sviluppano facoltà telepatiche e si sono spesso riscontrati fenomeni quali le premonizioni o la comprensione intuitiva degli altri.

Un ulteriore tema riguardante questo Chakra è la conoscenza di Sé. Le esperienze con il “Terzo Occhio” vengono spesso descritte spesso come esperienze di luce, attimi in cui gli occhi si aprono davvero.

Importanza dello sviluppo interiore. Attraverso un Chakra Ajna ben sviluppato è possibile stabilire un contatto diretto e libero con il mondo della fantasia. Un Chakra della Fronte attivo risveglia la facoltà di creare delle immagini, di visualizzare le parole, di configurare obiettivi astratti e quindi sviluppare ad esempio una visione del futuro della propria vita.

Più questo Chakra viene riempito di energia, più semplice sarà riconoscere gli inganni e le illusioni. Una definizione tradizionale dello yoga afferma:<<Yoga è portare alla calma i movimenti del pensiero>>. Se si riuscirà a raggiungere questa calma dei pensieri con l’aiuto di un Chakra Ajna irrorato di energia, la dualità si dissolverà: i contrari come maschile e femminile, Sole e Luna, emisfero sinistro e destro del cervello, si concilieranno, intelletto e intuizione troveranno un equilibrio. Ne conseguirà la consapevolezza della pace.

Importanza per la salute. Influenzando tutte le funzioni endocrine, il Chakra della Fronte risulta fondamentale per la conservazione della salute in generale. I disturbi causati da questo Chakra si manifestano soprattutto a livello emotivo e psicologico sotto forma di paura, sentimento di insensatezza e inutilità. Tuttavia anche le manifestazioni di tipo fisico quali mal di testa, emicranie e malattie degli organi di senso potrebbero nascondere un indebolimento di questo Chakra.

Un Chakra Ajna profondamente indebolito può causare gravi malattie mentali e può altresì essere la causa di profonde depressioni, mentre un’iperattività di questo Chakra potrebbe causare manifestazioni maniacali e schizofrenia.

Significato del nome: Ajna= sapere, percepire

 

Chakra Sahasrara o Centro della Corona
Detto anche: Settimo Chakra, Chakra della Corona, Centro della Sommità del Capo.

Il simbolo del Chakra Sahasrara è il loto dai mille petali. Il numero mille simboleggia la completezza e la perfezione, e rimanda al significato del Chakra della Corona come meta della nadi principale Sushumna. In esso si innalza la forza del serpente Kundalini, che simboleggia il risveglio delle potenzialità umane.

Nel Chakra Sahasrara risiede Shiva, la consapevolezza pura.

Tema centrale. Il Chakra Sahasrara è associato alla spiritualità e all’illuminazione. Un Settimo Chakra aperto genera un sentimento di pace profonda e immensa armonia, in quanto la condizione di dualità è stata superata. L’energia del Chakra Sahasrara consente la trasformazione della persona in “Mahatma”, la “grande anima”.

Importanza nello sviluppo interiore. Spesso la letteratura specializzata mette in guardia a proposito del risveglio del Chakra Superiore. Effettivamente, un’attivazione del Chakra della Corona privo della stabile base dei Chakra inferiori potrebbe risultare pericolosa, sebbene nella pratica non sia possibile concepire lo sviluppo dell’uno in assenza degli altri. Coloro che hanno raggiunto questo massimo stadio di consapevolezza saranno essi stessi una fonte di forza e ispirazione per il prossimo. Tuttavia esiste anche un aspetto negativo relativo ad una esagerata concentrazione sul Settimo Chakra: uno sviluppo unilaterale della personalità con conseguente fuga in un drastico isolamento; l’individuo si ritira e diventa progressivamente ostile al mondo. Di conseguenza risulta compromessa la via verso l’apertura della personalità nella sua interezza.

Importanza per la salute. Il Settimo Chakra agisce sull’intero organismo. Se il flusso energetico in questo Chakra è troppo debole, ne possono derivare malattie croniche, problemi di tipo nervoso e malattie mortali. I disturbi più frequenti tra quelli causati da un indebolimento di questo Chakra sono ad esempio mal di testa, disturbi della concentrazione, stati di confusione, smemoratezza, disturbi del sonno. In particolare queste ultime sono riscontrabili proprio nelle persone dotate di Chakra inferiori ben sviluppati e che si trovano ad un passo dalla manifestazione della propria completezza spirituale. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, i problemi di salute legati al Chakra Sahasrara evidenziano uno scarso sviluppo degli altri Chakra.

Significato del nome: Sahasrara= mille volte tanto, mille

Curiosità

I Chakra dei piedi e delle mani

I 7 chakra sopracitati sono i chakra principali. Nella tradizione yoga si parla di circa 88.000 chakra secondari sparsi in tutto il corpo.

Per quanto riguarda la pratica, i chakra dei piedi e delle mani sono particolarmente importanti.

I Chakra dei piedi, di colore rosso scuro e situati al centro della pianta del piede, sono in collegamento con il Chakra Radice e stabiliscono il contatto con la Terra. Per questo motivo trasmettono un senso di radicamento, presupposto fondamentale per lo sviluppo spirituale. Indossando le scarpe la carica propria dei chakra dei piedi risulta limitata. I massaggi nelle zone riflesse dei piedi, il camminare a piedi nudi e la cura generale dei piedi, favoriscono l’attivazione dei relativi chakra.

I Chakra delle mani. Nella superficie interna delle mani si trovano i chakra verdazzurro/turchesi collegati con i chakra del Cuore, della Laringe e della Fronte. I chakra delle mani possiedono un influsso percepito dalle persone sensibili e utilizzato dai guaritori. Se l’energia di questi chakra si indebolisce si potrebbero riscontrare disturbi nell’equilibrio tra il “dare” e il “prendere” fino alla manifestazione di fobie del contatto.

Attraverso le attività artistiche – in cui le mani sono fondamentali- come ad esempio suonare e modellare, i chakra della mano saranno attivati.

7 SEMPLICI PENSIERI

  1. Fai pace con il tuo passato, così non rovinerà il tuo presente.
  2. Quello che gli altri pensano di te non ti riguarda.
  3. Il tempo guarisce quasi tutto, dai il tempo al tempo.
  4. Nessuno è la ragione della tua felicità eccetto te stesso.
  5. Non paragonare la tua vita a quella degli altri, non hai idea di cosa è fatto il loro viaggio.
  6. Smettila di pensare troppo, va bene non sapere tutte le risposte.
  7. SORRIDI, Non possiedi tutti i problemi del mondo!

DIVINITA’, PIANETI E CEREALI

La parola “cereale” deriva dal latino “Ceres”, “Cerere”. Cerere per gli antichi romani era una divinità legata alla terra e alla fertilità, nume tutelare dei raccolti ma anche dea della nascita. Tutti i fiori, la frutta e le cose viventi erano ritenuti suoi doni. Si pensava avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi e per questo veniva solitamente rappresentata come una matrona severa e maestosa, bella e affabile, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano, e un canestro ricolmo di grano e di frutta nell’altra.

Cosa sono i cereali?

Si chiamano cereali tutti quei semi ricchi di amidi e proteine che maturano su una spiga e che generalmente fanno parte della famiglia botanica delle Graminacee, con qualche eccezione: quinoa e amaranto, per esempio, sono semi di piante che appartengono ad altre famiglie botaniche ma che hanno una composizione nutrizionale simile a quella dei cereali.

Nel mondo vi sono centinaia di specie differenti di cereali anche se quelli più famosi e coltivati sono: frumento, mais, riso, orzo, farro, avena, miglio, segale.

Da millenni i cereali rappresentano la risorsa alimentare più diffusa e utilizzata da gran parte dell’umanità probabilmente da quando l’uomo passò dallo stato nomade a quello stanziale. La loro coltura ha facile ambientabilità, sono agevolmente trasportabili e conservabili, hanno un basso costo ed è possibile utilizzarli per la preparazione di innumerevoli cibi. I cereali sono i principali fornitori di energia, contengono proteine (13 % max) e Sali minerali quali calcio, fosforo, magnesio, silicio, manganese, rame, ferro. Contengono anche numerose vitamine: C, D, E, K, PP, e diverse vitamine del gruppo B. Non dovrebbero quindi mai mancare sulla nostra tavola e ogni giorno dovrebbero costituire il 40-50% del nostro cibo giornaliero, ma è importante che siano integrali, biologici, non ossidati.

I cereali in chicco sono costituiti da tre parti fondamentali:

  1. La crusca: cuticola esterna del chicco costituita da 7 strati in cui sono presenti maggiormente provitamine, vitamine, minerali.
  2. L’endosperma: parte interna maggiormente ricca di amido e quindi di carboidrati. È l’unica parte utilizzata per la preparazione delle farine bianche raffinate.
  3. Il germe: ricco di vitamine B ed E, enzimi e minerali.

Il chicco può mantenersi vitale per lunghissimi anni e a distanza di millenni può di nuovo riprodurre la pianta, contiene in qualche modo un messaggio di grande energia e a lunghissimo termine, quasi un messaggio di eternità.

I cereali nutrono in particolare la vita mentale, la scioltezza, la flessibilità del pensiero, la lenta maturazione delle idee. Rallentano l’impulsività e gli eccessi emozionali per portare alla riflessione, all’organizzazione e a una sorta di ordine che consente una migliore comprensione.

Un’alimentazione che utilizzi i cereali come alimento base, sarà particolarmente utile per chi studia e per chi ha bisogno di un buon carburante per la mente.

7 CEREALI PER 7 GIORNI

La filosofia steineriana ritiene non sia un caso che ci siano 7 cereali principali. Infatti sono 7 i colori che compongono l’arcobaleno, 7 i toni che si elevano di ottava in ottava, 7 i giorni della settimana e 7 i pianeti che gravitano nel cielo. Dopo aver compiuto ricerche in questo senso, gli steineriani ritengono sia possibile associare ogni giorno ad un cereale corrispondente in modo da ricavare un loro rapporto con i pianeti. Ogni giorno della settimana è infatti governato da un pianeta: lunedì – Luna, martedì – Marte, mercoledì – Mercurio, giovedì – Giove, venerdì – Venere – sabato – Saturno, domenica – Sole. Per l’agricoltore è addirittura fondamentale la posizione degli astri nelle sue operazioni di semina, lavorazione del terreno
e raccolto.

Ciò ha un significato per l’esperienza animica più che da un punto di vista di fisiologia nutrizionistica, ma ciò verrà preso come punto di partenza per imparare a conoscere le proprietà benefiche dei 7 cereali, per prevenire e curare piccoli o grandi malanni con i quali spesso bisogna convivere.

Domenica (Sunday) – Frumento –  Sole

La domenica è in relazione con il Sole. È’ la festa cristiana. Vuol richiamare l’uomo a guardare meditativamente al suo essere interiore. Ognuno lo farà a suo modo: attraverso incontri con il prossimo o con la natura, nella devozione religiosa, nell’arte o nella scienza dello spirito.

Il frumento è diffuso su tutta la terra e realizza un equilibrio armonico. Anche nell’uomo la sua azione si distribuisce uniformemente ed armonicamente in tutti gli organi, senza concentrarsi prevalentemente in alcuno. Associamo quindi la domenica e il Sole al frumento. Siamo così abituati a consumare quotidianamente il frumento che non teniamo più conto di quanto sia benefico per il nostro corpo. Infatti il frumento è remineralizzante, antianemico, anti arteriosclerotico, utile nelle magrezze, nelle stitichezze, nelle coliti e indispensabile per la crescita dei bambini.

Lunedì – Riso – Luna

Il lunedì con il suo astro caratteristico, comunica un’atmosfera interiore molto particolare. Alla Luna manca la forza irradiante del Sole, essa riflette la luce soltanto in un soffuso chiarore argenteo. Con le sue fasi la Luna agisce ritmicamente sulla forza vitale   della pianta regolando i tempi della semina e del raccolto.

Vi è, come è noto, una stretta connessione tra la Luna e il movimento acqueo, elemento in cui nasce e cresce il riso. Il riso è un alimento molto energetico e digeribile, abbassa la pressione sanguigna, cura la colite, l’insufficienza renale e l’obesità.

Per gli orientali il riso ha origini divine mentre da noi è piuttosto sottovalutato. Basti pensare che quello che arriva sulle nostre tavole è “brillato”, ha subìto cioè innumerevoli trattamenti che lo hanno impoverito di proteine, sali minerali, grassi e fibra grezza. Il riso andrebbe invece consumato integrale (“sbramato” o “risone”), privato solo della parte più esterna del chicco, non commestibile. Dopo il frumento è il cereale più indicato a tutti. Durante lo svezzamento può essere il primo cereale somministrato perché privo di glutine ed è facilmente digeribile.

Martedì – Orzo –Marte

Al riflessivo lunedì segue l’attivo martedì, giorno di Marte, antico dio della guerra. Se noi alziamo il nostro sguardo verso Marte o cerchiamo di immergerci nell’atmosfera del martedì, ci sentiamo chiamati a divenire attivi, a dedicarci coraggiosamente a quanto riconosciamo come vero e buono, senza dimenticare tuttavia le forze d’amore del cuore. Se ci chiediamo ora quale sia il cereale che corrobora allo stesso tempo la mente e il corpo, dobbiamo guardare gli antichi Greci. Il loro cereale era l’orzo. Essi sentivano come l’orzo fosse il midollo degli uomini, una sostanza capace di stimolare le forze dell’agire, ma anche cibo dei filosofi perché attivava le forze della mente. È un cereale rinfrescante, energetico e di facile digeribilità. È utile nelle infiammazioni respiratorie, intestinali e delle vie urinarie. Ottimo rimedio per la bronchite, l’enterite, la diarrea e la cistite.

Le virtù dell’orzo si trovano naturalmente in quello integrale non raffinato (perlato).

Mercoledì – Miglio –Mercurio

Mercurio, dio alato che in veste di messaggero congiunge il Cielo alla Terra, si identifica bene con il miglio, il cereale dal chicco più piccolo rispetto agli altri.

Un tempo si metteva del miglio nelle scarpe delle spose nel giorno del matrimonio per attestare che fosse attiva, lesta e vivace. In passato era ritenuto un cereale buono solo per l’alimentazione degli uccelli; i popoli africani e orientali ancora oggi ne fanno l’alimento base della propria alimentazione.

Il miglio agisce sugli organi adibiti al contatto con il mondo esterno, ossia sulla pelle e sugli organi di senso.

È particolarmente indicato alle persone che svolgono lavori intellettualmente faticosi e impegnativi, e alle donne in gravidanza. Altamente digeribile è ottimo per l’alimentazione dei bambini, degli anziani e dei convalescenti.

Giovedì – Segale – Giove

Giove, padre degli dei, rende il giovedì una giornata regale e maestosa, come la segale. Di elevata e possente figura impressiona per la fermezza del suo ergersi. Trasmette quindi all’uomo una forte energia formativa e ciò che si suol chiamare “spina dorsale”. Contribuisce a dare pienezza e sonorità alla sua voce, stimolando inoltre le attività del fegato, l’organo da sempre riconosciuto come soggetto all’influenza del pianeta Giove. Nel Medioevo la sua coltivazione era ben più diffusa di quella del frumento. Con più proteine e più crusca di tutti gli altri cereali, viene usata come farina aggiunta a quella di frumento per il pane oppure sotto forma di fiocchi.

È indicata nei casi di magrezza, arteriosclerosi, ipertensione e stitichezza. È invece consigliato un uso moderato agli obesi e a coloro che trattengono facilmente i liquidi.

Venerdì – Avena -Venere

Il venerdì è dedicato a Venere. È bene che alla saggezza ed elevatezza di Giove segua ora la bellezza.

Venere, madre di ciò che germoglia, di ciò che cresce in natura, è la custode del bello, dell’arte e del gioco. Proprio l’avena è il cereale che rimane verde più a lungo e che ha il più stretto legame con le forze vitali e vivificatrici. Da sempre ritenuto cibo per cavalli per le sue proprietà energetiche è oggi utilizzato come farina per arricchire il pane e la pasta fatta in casa; sotto forma di fiocchi nelle minestre è un ottimo ricostituente, riscaldante, diuretico e lassativo. Stimola la tiroide, esercita funzione ipertensiva ma, essendo un cereale un po’ “focoso”, è controindicato a chi soffre troppo il caldo, alle persone nervose e molto magre. Essendo ricca di proteine, le persone che soffrono di uricemia e gotta ne devono fare un uso moderato.

Sabato – Mais – Saturno

Saturno, dal carattere serio, si adatta bene al Sabato, giorno nel quale bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere e a oziare un po’ dopo un’intensa settimana. Originario del Messico, il mais è stato per secoli alla base dell’alimentazione di quei popoli nonché degli abitanti della nostra Pianura Padana. Per questo motivo al mais è stata attribuita la responsabilità di malattie e malnutrizione che affliggevano queste popolazioni. Meno proteico del frumento e dell’avena, questo cereale viene soprattutto consumato sotto forma di farine per confezionare polente e in minima parte per dolci particolari.

È indicato alle persone eccitabili, nervose, che soffrono di ipertiroidismo in quanto rallenta la funzionalità tiroidea. Sarà utile ricordare che la farina integrale di mais si ossida rapidamente e questo ne altera il gusto. Per ottenere quindi delle buone polente è necessario utilizzare farina integrale di mais macinata fresca.

È necessario però mettere in guardia dalla troppo zelante interpretazione di questa categorizzazione: molti potrebbero sentirsi in dovere di rispettare scrupolosamente questo ritmo facendogli così perdere il suo significato di “vita”.

MTC

La Medicina Tradizionale Cinese è costituita da un vasto insieme di tecniche che si basano su una particolare visione della vita nell’Universo ed una singolare concezione di uomo: osserva lo scorrere della sua vita a seconda dell’età, delle stagioni, ne considera la sua fisiologia e la sua psicologia.

Nella tradizione cinese, il paziente, è strutturato in diversi livelli, corporeo, mentale e spirituale (sottilmente interconnessi gli uni agli altri), viene considerato nel suo insieme e soprattutto come un essere unico.

Spesso denominata medicina dei letterati o anche delle corrispondenze, evidenzia che per mantenersi in forma occorre lavorare costantemente sul proprio equilibrio psicofisico. È fondamentale prevenire l’insorgere delle malattie con qualcosa che è molto di più di una ginnastica, è il mantenimento dei movimenti della vita sia a livello fisico sia a livello mentale.

Per evitare i disordini delle passioni niente vale quanto l’equilibrio. Il fluire ordinato dei soffi che fanno la vita, viene mantenuto con un’alimentazione sana e regolare, con il dominio delle emozioni e con uno stato mentale che fa stare il più vicino possibile alla realtà.

Si dice spesso che la Medicina Tradizionale Cinese sia una medicina preventiva non perché non possa o non sappia curare le malattie già conclamate, ma per sottolineare che essa scruta i minimi inizi di disarmonia, li attende quando le circostanze sono favorevoli al loro insorgere, e li tratta utilizzando varie tecniche.

Secondo tale ottica la malattia corrisponde ad una alterazione della circolazione dell’energia nell’organismo. Lo scopo diventa allora quello di ricercare le cause profonde del conflitto che mettono il paziente in disarmonia. Attraverso la consapevolezza è possibile apportare nuova luce sulla malattia soprattutto perché gli esseri viventi sono dotati di straordinari poteri di guarigione. Il corpo ha in sé il potenziale di ritornare al suo stato di equilibrio purché la coscienza sia ben illuminata.

Mella MTC l’Energia Universale, conosciuta come Qi, occupa un posto di centralità.

Il Qi esiste nel Cielo, sulla Terra e nel corpo umano. Nel Cielo crea le variazioni meteorologiche, muove i pianeti lungo le orbite, anima tutti gli esseri viventi, governa le relazioni tra Yin e Yang e i processi di crescita e declino. Sulla Terra il Qi è presente dovunque ci sia energia, crea calore, elettricità. Nel corpo il Qi è energia, movimento, è l’attivatore di ogni trasformazione (è come l’elettricità che fa funzionare una lampadina).

I 7 QI

“Qi” è stato variamente tradotto con “energia”, “vapore”, “soffio” e tutte queste definizioni implicano una specie di forza motrice. Questa forza è l’Energia della Vita che è un fattore primario per la salute e la prosperità di tutti gli esseri viventi.

In relazione alle sue diverse funzioni e attività il soffio si suddivide in:

  • Qi ANCESTRALE (Yuan Qi). Ogni uomo alla nascita è dotato di un patrimonio energetico ereditario, il Qi ancestrale, è trasmesso dai genitori ed è fonte di ogni vitalità. È una forza non modificabile né rinnovabile e, una volta esaurita, l’individuo muore.
  • Qi ALIMENTARE (Gu Qi). È l’energia ricavata dall’ assimilazione del cibo consumato per cui è una forma di energia continuamente reintegrabile. Per il mantenimento della salute è quindi indispensabile prestare attenzione alla qualità dell’alimentazione.
  • Qi PETTORALE (Zong Qi). È l’energia respiratoria assimilabile dall’ambiente esterno e assorbita tramite l’ossigeno presente nell’aria. Come per il Qi alimentare, si può integrare continuamente e viene migliorata con lo svolgimento degli esercizi di respirazione.
  • Qi VERO (Zhen Qi). È il risultato dell’incontro tra le energie ancestrali e le energie acquisite attraverso l’alimentazione e la respirazione. Questo Qi permette l’attività degli organi e mantiene in vita l’organismo permettendone il movimento, scaldandolo e difendendolo dagli attacchi patogeni.
  • Qi NUTRITIVO (Ying Qi). Ha un ruolo di centralità per quanto riguarda l’assimilazione energetica del cibo e dei liquidi ingeriti. Dall’unione tra l’energia degli alimenti e l’energia del Cielo assimilata tramite la respirazione, si forma il soffio nutritivo che si diffonde a tutto l’organismo e lo nutre.
  • Qi DIFESA (Wei Qi). È il soffio difensivo che presiede alla termoregolazione e alla difesa della superficie organica dagli insulti climatici.
  • Qi DIFESA (Zang Fu Qi). È il soffio di organi e visceri che li mantiene attivi sovrintendendo alle funzioni.

IL LINGUAGGIO DEGLI ORGANI

Nell’ antichità le emozioni furono classificate con l’aiuto della teoria dei Cinque Movimenti. Secondo tale teoria, ciascun organo è correlato ad un’emozione, quindi:

il Cuore è legato alla gioia,

il Fegato alla rabbia,

la Milza al rimuginamento,

i Polmoni alla tristezza,

i Reni alla paura.

Questa classificazione non è arbitraria. Le emozioni essendo necessarie alla vita e all’equilibrio degli organi stessi, si manifestano nel corpo in maniera fisiologica, ma possono manifestarsi in maniera patologica creando degli squilibri:

  • il Cuore si apre in un clima gioioso, ma la troppa gioia lo fa palpitare e lo sconvolge;
  • la collera può essere una valvola di sicurezza per salvaguardare l’integrità del Fegato, ma la rabbia in eccesso lo danneggia;
  • la paura ci stimola ad agire con prudenza conservando l’energia nei Reni, ma se sproporzionata e irragionevole provoca una perdita di liquidi e di energia essenziale;
  • la tristezza favorisce l’interiorizzazione e la sensibilità percettiva utili al Polmone, ma l’eccesso o la mancanza di pianto blocca il petto e intasa le vie respiratorie;
  • la riflessione è necessaria alla Milza per dare forma ai pensieri, ma l’eccesso di preoccupazione provoca disturbi allo Stomaco.

Non ci sono quindi emozioni negative in sé, ognuna ha la sua funzione nel favorire la vita, sono le emozioni eccessive o cronicamente trattenute che fanno nascere le patologie.

Curiosità: asportando un organo, eliminiamo le emozioni che vi sono collegate?

Un organo è collegato al cervello da un sistema nervoso, a volte ormonale, complesso. Cervello e organo sono in costante relazione. L’asportazione di un organo non elimina la rappresentazione cerebrale dell’organo. La persona che ha subìto l’ablazione sarà sempre in grado di somatizzare, prendendo come bersaglio un altro organo. Gli influssi negativi, infatti, devono sempre trovare il modo di esprimersi e di liberarsi.

DAI 7 VIZI ALLE 5 VIRTU’

Legate ai 5 Movimenti troviamo 5 virtù le quali si generano in successione secondo la dinamica tipica dei 5 Elementi.

Dalle sfide della vita si apprende ad essere virtuosi. In questa visione le emozioni non vanno eliminate ma comprese. La persona va incoraggiata a capire come una certa emozione può aiutarla a sviluppare le virtù.

La 1° virtù è la Benevolenza o Compassione. È legata al Movimento Legno e consiste nel compiere azioni senza aspettare nulla in cambio. Solo quando si è in grado di fare qualcosa per gli altri senza aspettative di ritorno si è acquisita una virtù. Se si è gentili perché gli altri siano gentili a loro volta, non è una virtù. Benevolenza o Compassione significa che si fanno le cose semplicemente perché si vogliono fare, significa essere al servizio degli altri senza aspettare nulla in cambio di ciò che si fa. Il medico cura qualcuno senza pensare che questi lo possa a sua volta curare. È un aiuto che non pretende in cambio nessun aiuto. È per questo che i medici antichi non ricevevano compenso per le loro prestazioni, erano mantenuti dalla comunità che servivano conservandola in salute.

La 2° virtù è la Rettitudine, l’Integrità, l’Onore ed è legata al Movimento Fuoco.

È il diritto di sentire ciò che si sente. È l’impegno con se stessi e con gli altri a mantenere l’Integrità. La Rettitudine è la virtù di essere di parola. Quando si è assunto un impegno e si mantiene fede alle proprie posizioni perché si crede in esse, si dà prova di Integrità.

La 3° virtù è legata alla Terra ed è la Lealtà.

Il senso di Integrità appartiene al Fuoco ed evolve nella Terra dove si sviluppa la Lealtà come Integrità verso un’altra persona. La Lealtà verso gli altri è una forma di impegno che garantisce l’ordine sociale. Ordine significa rispetto degli uni verso gli altri, non c’è società se non c’è rispetto. In cinese il Rispetto viene definito Pietà che consiste nell’onorare gli altri e soprattutto i genitori. Questa è la 4° virtù ed è associata al Metallo.

L’impegno verso la propria famiglia, trattare i propri genitori senza aspettative di ritorno, con Compassione, avere verso di loro Integrità e Rettitudine, è la premessa di un ordine sociale che genera armonia. È fondamentale rispettare tutti perché tutti devono avere gli stessi diritti anche se non tutti hanno gli stessi talenti. Ognuno deve ricercare il proprio talento ed esprimerlo al meglio.

La 5° virtù legata all’Acqua è la Fede, la Fiducia.

L’impegno assunto, il rispetto dimostrato a chi ci ha insegnato nella società, deve tradursi nella Fiducia che tutto ciò lo si possa fare da soli.

La Fede è la consapevolezza di avere imparato dal proprio maestro e di poter fare da soli mantenendo il Rispetto.

I medici, per esempio, hanno deciso di servire l’umanità e per questo studiano medicina: questo è il Legno, la Benevolenza o Compassione. Studiando i libri di medicina credono che ciò che leggono sia vero, che quella scienza abbia una sua Integrità: il Fuoco, il Sovrano, difenderà questa Integrità. Si sviluppa una Lealtà verso la materia e si forma una comunità di medici che crede nelle stesse cose: la Terra. Muovendosi verso il Metallo ci si accorge che ci sono persone che hanno conoscenze maggiori e sono più brave nella pratica medica: questo è l’ordine sociale del Metallo, ma a prescindere da questa maggiore bravura di altri, si sviluppa la Fede e la Fiducia in se stessi di poter fare altrettanto. Si è dissipata la paura che appartiene all’Acqua, la quale paura non può più fungere da scusa rispetto al non essere un bravo medico.

Trascendere le emozioni porta alle virtù. L’uomo nasce buono, con un Cuore compassionevole. È un istinto naturale quello che lo porta a soccorrere uno sconosciuto che sta affogando. È l’impossibilità ad esprimere la propria Benevolenza che lo porta alla Rabbia. La comprensione di cosa è buono e cosa è cattivo consente di collocarsi dalla parte del bene, il che costituisce la Rettitudine in quanto riesce a distinguere ciò che è moralmente giusto da ciò che non lo è. Si è spinti a conoscere sempre meglio ciò di cui si ha Rispetto e la conoscenza produce la Fiducia in ciò che si è appreso.

DALLE 5 EMOZIONI AI 7 SENTIMENTI

Differenti dalle cinque emozioni o volontà che sono costituzionali e quindi presenti da quando l’essere esiste come tale, i sentimenti (dal latino sentire = percepire con i sensi) o passioni, sono frutto dell’interazione dell’individuo con l’Universo che lo circonda e quindi in grado di modificarsi in ogni momento della vita.

L’azione dei sentimenti influenza i singoli organi. Un sentimento in eccesso è capace di creare una situazione di squilibrio energetico su tutto l’organismo e, sempre, una lesione del cuore. Tutti gli eccessi sono potenziali cause di disarmonia e quindi di malattia.

Qualunque fattore definito causa di squilibrio, è in realtà il fattore agente su uno stato di disequilibrio già esistente.

La MTC distingue:

  • fattori interni rappresentati da tutta la struttura psico-emotiva dell’individuo,
  • fattori esterni climatici (il calore, il fuoco, il freddo, il vento, l’umidità, la secchezza),
  • fattori misti quali la costituzione, la fatica, il lavoro eccessivo, gli eccessi sessuali ed alimentari, i traumi, le epidemie, i parassiti, i veleni provenienti da inquinamento, radiazioni, cibo contaminato ecc.

LE PASSIONI

Gli stati emotivi vengono indicati nella Medicina Tradizionale Cinese come i 7 sentimenti o passioni, sono fattori molto potenti che hanno sede negli organi vitali.

Il numero 7 rappresenta l’orientamento con le 6 direzioni spaziali più il centro, e ciò significa che i 7 sentimenti ci orientano nelle scelte, ci consentono di dare una risposta agli stimoli esterni, ci indicano la strada da seguire. I 7 sentimenti sono ovviamente parte della vita dell’uomo e non sono quindi di per sé cause di disarmonia. Lo divengono quando sono eccessivi, se permangono a lungo oppure quando vengono inconsapevolmente repressi. Imparare a conoscerli e riuscire a governarli aiuta a vivere meglio.

Ogni sentimento ha un’azione specifica sul QI (Energia Vitale) ed è collegato a uno o più organi:

  • La collera fa salire il QI e colpisce il Fegato
  • La gioia eccessiva abbassa il QI e colpisce il Cuore
  • La riflessione “annoda” il QI e colpisce la Milza
  • La preoccupazione colpisce la Milza e il Polmone
  • La tristezza disperde il QI colpendo il Polmone
  • La paura fa scendere il QI e colpisce i Reni
  • Lo shock “scatta” e colpisce Rene e Cuore

COLLERA

La “collera” racchiude una vasta gamma di emozioni: risentimento, frustrazione, irritazione, indignazione, animosità e amarezza. Queste condizioni se permangono a lungo all’interno dell’individuo senza che ne sia consapevole, vanno a colpire il Fegato. Se il risentimento e la collera sono molto repressi e nascosti, anziché sintomi da eccesso che si liberano in alto, potremo avere sintomi opposti quali pallore e depressione cronica, che indicano come la collera si sia diretta verso l’interno anziché verso l’esterno.

GIOIA

Sembra difficile comprendere come il sentimento che ha in sé l’essenza stessa della soddisfazione possa divenire causa di malattia, ma l’eccesso emozionale è in ogni caso negativo anche se si tratta di allegria e gioia.

La gioia è intesa come lo stato armonioso ed equilibrato di uno spirito in pace con se stesso e col mondo, ma intesa come sovraeccitazione e ipereccitabilità indica lo stato patologico da eccesso di questo sentimento che danneggia la delicata armonia del Cuore.

Gioia eccessiva e collera sono strettamente legati: la nostra società occidentale è molto portata a esaltare gli eccessi delle emozioni piacevoli (che danneggiano il Cuore) e tende a produrre, ma anche reprimere fortemente, la collera (che nuoce al Fegato).

TRISTEZZA

L’azione della tristezza avviene inizialmente sul Polmone e segue poi un impegno del Cuore che con il Polmone regge il Riscaldatore Superiore.

La perdita della gioia di vivere conduce all’indebolimento del centro inteso come nucleo vitale, la fonte della vita si inaridisce e si esaurisce ogni interesse psicologico e ogni funzione organica.

RIFLESSIONE

Chiudersi e bloccarsi esprime bene il movimento del pensiero ossessivo e della preoccupazione. La riflessione dal centro non si muove più verso l’azione ma resta chiusa in se stessa in un movimento circolare che non permette la diffusione dell’Energia.

La Milza, l’organo che regge digestione, assimilazione, trasformazione e trasporto è oppresso. Il pensiero perde elasticità e libertà creativa facendosi rigido, ripetitivo, concentrato, annodato, vuoto, ossessivo, non è più volto a comprendere, ricercare o risolvere problematiche.

Uno dei fattori che favorisce l’ossessione è il troppo lavoro mentale che tende a privare la persona del suo radicamento con la Terra. Anche questa è una “patologia” molto comune nella nostra società così centrata sul lavoro mentale non bilanciato da un’adeguata attività fisica e con uno scarsissimo contatto con la terra.

PREOCCUPAZIONE

Apprensione, ansietà, pensieri e preoccupazioni, attaccano gli Shen generando stagnazione a livello del Riscaldatore Superiore e Medio, colpendo Milza e Polmoni. Il Cuore ne è immediatamente colpito e, sotto l’effetto della paura e del timore, anche i Reni.

PAURA

Paura e timore sono legati al Rene ma destabilizzano immediatamente anche il Cuore. La paura provoca il blocco del Qi nel Riscaldatore Superiore che non può più scendere al Riscaldatore Medio, l’Energia non circola più. La paura colpisce però principalmente il Riscaldatore Inferiore.

SHOCK

L’intero organismo rimane tanto paralizzato da perdere anche le funzioni primarie come, ad esempio, il controllo degli sfinteri. Il panico (o terrore) blocca la circolazione del QI e colpisce il Cuore e i Reni (perché l’essenza vitale risiede nei Reni). I sintomi sono palpitazioni, insonnia, mancanza di respiro, sudorazione, bocca secca e acufeni.

“L’individuo che nella vita indossa un’unica maschera per soddisfare le aspettative delle sue autorità interne, scopre sulla scena un luogo in cui può permettersi di trasgredire queste norme.
“Solo colui che comprende appieno la difficoltà del risveglio, può capire che per destarsi occorre un lungo e faticoso lavoro.”
Gurdjieff

“Vi sono esseri del mondo di fuori ingannati dalle illusioni di una vita in continuo moto. Volteggiano con la vita e contribuiscono alla sua irrealtà.”
O.
Wilde

“Vivere è una cosa rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più.”
O. Wilde

Siamo puniti per ciò che rifiutiamo a noi stessi: ogni impulso che tentiamo di strangolare cova nella mente e ci avvelena… l’unico modo di liberarsi da una tentazione è abbandonarsi ad essa. Resisti, e la tua anima si ammala di nostalgia per le cose che si è proibita, di desiderio per ciò che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso e illecito. È stato detto che i grandi eventi del mondo hanno luogo nella mente. Ed è nella mente, e solo lì, che si commettono anche i grandi peccati dell’umanità.”
Da “Il ritratto Dorian Gray”, O. Wilde

“La natura esige che tu sia sano e ti realizzi e quando ti reprimi, reprimi qualcosa di te che finisce per uscire da qualche parte.”
Jodorowsky

“Quello che non domini finisce per dominare te.”
 Debbie Ford

“IL PENSIERO CHE GUARISCE”

Restando in tema di vizi Dahlke e Dethlefsen nel libro “Malattia e destino” evidenziano che la malattia è espressione del fatto che l’uomo è peccatore, colpevole, in altre parole, malato. La malattia è il corrispettivo microcosmico del peccato originale. Questi concetti però non hanno assolutamente a che fare con l’idea di una punizione, ma vogliono soltanto dire che l’uomo, fintanto che partecipa alla polarità, partecipa anche al peccato, alla malattia e alla morte. Nel momento in cui    si    prende     atto     di     questa     situazione, non     se     ne     viene    più    disturbati. Il corpo in sé non è ammalato o sano, in lui si esprimono semplicemente le informazioni della coscienza, della psiche. Se queste sono ammalate o mancano di qualcosa, sono indotte a richiamare l’attenzione producendo quelle che noi definiamo malattie.

La malattia è quindi un’informazione della coscienza che vuol far notare una sua necessità, un suo bisogno, e lo rivela sul corpo che diviene così il suo modo di espressione. Non bisogna dunque limitarsi a combatterla: occorre capirla! Per guarire bisogna trasformare la coscienza, integrare ciò che manca, capire le carenze e colmarle, soltanto così si può arrivare alla guarigione vera, che è sì fisica, ma è soprattutto psichica e spirituale. Bisogna, in altre parole, utilizzare la malattia come una guida capace di rivelare i veri problemi a livello esistenziale: un’alleata quindi, un mezzo per capire più profondamente se stessi e favorire il proprio cammino evolutivo, non una nemica.

Al centro di ogni interpretazione bisogna porre il linguaggio del corpo e in particolare quello del sintomo. Dato che tutti gli esseri umani hanno dei sintomi, la   loro è la lingua più parlata del mondo. Sebbene sia parlata perfettamente da tutti, viene capita consapevolmente da pochi e più intellettuale è una persona, più è, solitamente, limitata la sua capacità intuitiva per questo tipo di linguaggio. Succede così che i cosiddetti popoli primitivi siano da questo punto di vista di gran lunga superiori a noi, così come i bambini sono superiori ai loro genitori.

L’aiuto più importante del linguaggio del corpo deriva dalla sua sincerità. Esso arriva a volte ad essere poco gradevole per cui l’uomo moderno non lascia niente di intentato e ricorre alla cosmesi, ai bagni solari e perfino ad interventi chirurgici per dare un aspetto piacevole alla sua pelle. Una pelle sincera è diventata, perciò, l’espressione per designare creduloni e sprovveduti, che mettono in piazza superficialmente e onestamente ogni loro stato d’animo sulla propria pelle. Un bravo terapeuta riesce a “comunicare attraverso la pelle, o meglio attraverso la resistenza cutanea del paziente: ad essa sono estranei tutti i giochi in maschera o a nascondino, che il suo possessore può aver sviluppato”.[1]

Le malattie e i sintomi non sono altro che messaggi inviati dal corpo ad una mente che si rifiuta di comprendere gli insegnamenti della vita.

L’interpretazione in chiave simbolica, psicosomatica, delle malattie consente di integrarne il messaggio profondo a livello della coscienza, in questo modo si può eliminare la vera causa di un disagio e il corpo può guarire.

Viceversa, se eliminiamo solo l’effetto di uno squilibrio interiore, e cioè il sintomo, questo è destinato a ripresentarsi nello stesso organo o in un altro situato più in profondità.

Il paziente viene così coinvolto in prima persona, reso partecipe e responsabile del processo di guarigione che può cominciare solo dentro di lui: è lui in realtà l’unico e autentico artefice della propria terapia. Questa operazione esigerà molta sincerità con sé stesso e forse la rinuncia a certi pregiudizi e punti di vista acquisiti e quindi comodi.[2]

GIU’ LA MASCHERA!

La malattia non è, dunque, un puro accidente, un disturbo casuale senza perché, ma esprime aspetti repressi, temuti e accantonati, l’ombra, della propria vita.

Affinché ci sia onestà con se stessi è fondamentale che, a consapevolezza acquisita, non si opponga resistenza al messaggio dell’inconscio perché tutto quello di cui non si vuole prendere coscienza il corpo lo trasforma in malattia.

Lo psichiatra rumeno Jacob Levi Moreno nel 1920 scoprì che portando “sulla scena”, come a teatro, il proprio dramma interiore (un dolore, un rapporto difficile o conflittuale), le persone riuscivano a tirare fuori la propria sofferenza, le emozioni e le cose taciute a volte perfino a se stesse.

Questa sofferenza non veniva trasmessa semplicemente con le parole, bensì con tutta la carica emotiva provata veramente in quel preciso momento e questo aveva effetti benefici sulla persona. Nello Psicodramma infatti le persone possono “tornare” all’episodio doloroso e riviverlo. Il fatto di sperimentarlo di nuovo permette di entrare dentro se stessi, fare luce sui propri schemi mentali, sui propri bisogni, sul perché dei propri comportamenti e del proprio dolore, comprendere le proprie emozioni e liberare quelle negative rimaste bloccate.

Aristotele già nel 350 a.C. affermava che il fine della tragedia è la catarsi (purificarsi, liberarsi dal dolore) e circa 50 anni dopo Aristofane fu un precursore dello Psicodramma: nella commedia “Le Vespe” racconta di un figlio che per guarire il padre dalla mania di giudicare ossessivamente gli altri, organizza con l’aiuto dei servi delle finzioni sceniche, allestisce un tribunale nel cortile di casa per far capire al vecchio la pericolosità sociale della sua abitudine.

La psicomagia di Jodorowsky riprende in qualche modo il metodo terapeutico messo a punto dallo psichiatra romeno.

Jododowsky ha ideato una tecnica, la Psicomagia o Théatre de la Guérison: con l’aiuto del teatro, ogni personaggio – attore mette in scena il proprio dramma. Egli non vede l’attore come colui che interpreta un personaggio, come un semplice “ripetitore”, ma una persona che fa vivere il proprio ‘segreto’, esteriorizza ciò che ha dentro: “Non si va a teatro per scappare da se stessi, ma per ristabilire il contatto con il mistero che tutti siamo”. Solo il teatro, usato non come mezzo di distrazione ma come strumento di conoscenza di Sé, permette di lavorare sulle sofferenze emotive “alla quale la civiltà ci predispone”. L’arma più potente dell’essere umano è l’immaginazione. È come un gioco di costruzioni, è costituita da parole, emozioni, desideri, bisogni, sensazioni, percezioni, che organizziamo non solo attraverso la coscienza razionale ma anche con ciò che si trova nel nostro cervello, che è quello che chiamiamo inconscio. L’immaginazione è un linguaggio più ricco del limitato linguaggio orale, supera i limiti razionali. La creatività va al di là delle parole. L’immaginazione è creatività.

Uno dei problemi della creatività è la morale. (“Guardarsi – nel senso di giudicarsi – è morire” afferma Pirandello!)

Per sviluppare l’immaginazione è necessario essere amorali. La morale incatena l’immaginario. Se soffriamo è per mancanza di immaginazione, per mancanza di creatività.

Senza creatività – sottolinea Jodorowsky – il mondo funziona male. Sono sicuro che la maggior parte delle malattie deriva dalla mancanza di creatività e che i problemi sociali presenti nel mondo sono dovuti a tale carenza. Una persona creativa non ha limiti emotivi, la guarigione sta qui. Cominciamo con l’amare le cose: l’arte, la gente, dedichiamoci a creare e ad amare perché l’altro atteggiamento porta a non fare niente, a stare immobili. La creatività, al contrario, spinge a fare quello che si deve fare. E quello che fai lo proietti. E se lo proietti, lo ricevi. Tutto ciò che dai al mondo, il mondo te lo dà. Tutto ciò che non dai al mondo, il mondo non te lo dà. È necessario liberarsi, grazie alla creatività, delle richieste: quando siamo creativi, non siamo concentrati nel chiedere qualcosa, ce lo costruiamo noi. A me la creatività ha salvato la vita”.

Condivido pienamente il pensiero di Jodorowsky. Questa sua ultima affermazione, in particolar modo, mi risuona enormemente perché ha sicuramente salvato anche la mia.

Nel mio piccolo ho potuto appurare su di me gli effetti benefici del teatro. Non ho mai dubitato del suo valore terapeutico: mi ha aiutata ad avere più fiducia in me stessa, a vincere le mie resistenze, ha rafforzato mie le capacità comunicative e relazionali. “Giocando” a mettermi in gioco ho spezzato la routine, ho ricercato soluzioni nuove ai problemi. Il continuo lavoro di ricerca mi ha spinta a provare nuove strade, vedere alternative diverse, a cercare di non essere   scontata né banale, a cambiare punto di vista, e nel contempo ha aumentato l’autostima e mi ha dato l’opportunità di “esplorare“ la creatività.

CON- SE’

Conoscere se stessi significa trovare il proprio Sé, non l’Io, perché il Sé comprende tutto, mentre l’Io con le sue limitazioni impedisce costantemente la conoscenza del Sé, che è la globalità.

[1] Da “Malattia linguaggio dell’anima” di Dahlke

[2] Da “Malattia e destino” di Dethlefsen e Dahlke