La Realtà della Vita ci rende consapevoli della duplice natura dell’uomo, quella “terrestre” e quella “celeste” e della necessità di trasformare la prima per recuperare l’originaria unità.
Questo processo, che si palesa nel tempo, si attua con la purificazione esperienziale dell’Anima, cioè un “rigetto” di tutto ciò che è eterogeneo ed estraneo alla nostra vera natura essenziale.
Questo viaggio all’interno dell’uomo, finalizzato al Risveglio della Cosxienza, è detto Iniziatico.
Iniziazione, pertanto, significa risvegliare e attualizzare ciò che già si è. Non si può, in effetti, diventare ciò che non si è.
La tanto temuta morte iniziatica è il morire a ciò che si immagina di essere, è la morte di fronte al mondo, in quanto superamento della condizione limitante e profana in cui la personalità è identificata.
Questa necessaria permutazione di “visione”, non è un atto passivo, ma attivo, dal momento che non è il corpo che disfacendosi viene meno all’anima, ma è l’anima che, raccolta nel suo innato potere, si svincola dai legacci inferiori imposti dalla natura terrena e dunque dall’identificazione col corpo.