Ogni pratica rivolta alla crescita personale aiuta a migliorare, modificare o cambiare un comportamento favorendo un possibile equilibrio laddove esiste una disarmonia. L’accrescimento personale mira a risolvere i singoli problemi della personalità stimolandone le qualità e i talenti, aiutando così l’astante a superare la difficoltà del momento.

In sintesi, la crescita personale è rivolta al mondo esteriore e ha come fine l’affermazione dell’individuo nel mondo sensibile delle forme transeunte, create dalle infinite e personali interpretazioni della Vita.

Il Lavoro interiore ha come scopo principale l’espansione della Cosxienza e consiste nel portare Luce e Vita laddove prima erano assenti, indipendentemente da ciò che si vive o da ciò che si prova, da ciò che è piacevole o spiacevole, da ciò si crede o meno.

Il Lavoro mira al Cuore dell’esperienza e non si occupa dei singoli problemi della personalità, essendo proprio questa struttura “personalizzata” il limite da superare e sublimare. Il Lavoro opera direttamente sull’ente che crede di avere un problema o che vuole migliorare i propri aspetti negativi, portando Luce su di essi fino al riconoscimento e alla dissoluzione della loro natura impermanente e illusoria.

Il Risveglio interiore è la viva predisposizione ad amare ciò che è difficile da amare, è la Via mediana che conduce a gioire della Bellezza del creato, valorizzando e sfruttando anche i momenti difficili e bui. Il Lavoro è dunque rivolto all’integrazione della Cosxienza, dilaniata e scissa nell’ente identificato come persona.

Entrambe le vie sono ammirevoli e fondamentali sia per la crescita personale che spirituale dell’individuo, ma si collocano su due reami di esperienza differenti; non c’è un “migliore” o un “peggiore”, sono solo differenti priorità evolutive.

È importante comprenderne le differenze per non confondersi ed essere consapevoli così da dare ad ogni cosa il proprio significato e senso.

Infine, ogni possibile esperienza conduce sempre all’Essere, la differenza sostanziale sta nell’esserne consapevoli.

 

«Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti»

Matteo, 8, 22