Sintropia e scopo in cronobiologia e in fisica termodinamica

 

Giano: la doppia faccia della Termodinamica

È utile tenere a mente la duplice natura delle onde di torsione.

Il secondo principio della termodinamica afferma che in ogni trasformazione di energia (ad esempio trasformando il calore in lavoro), una parte di energia si libera nell’ambiente. L’entropia è la grandezza con la quale si misura la quantità di energia che si è liberata nell’ambiente. Quando l’energia liberata è distribuita in modo uniforme (ad esempio non vi sono più variazioni di calore), si raggiunge uno stato di equilibrio e non è più possibile trasformare l’energia in lavoro. L’entropia misura quanto un sistema sia vicino allo stato di equilibrio e quale sia quindi il grado di disordine del sistema stesso.

I fenomeni entropici presentano quindi le seguenti caratteristiche principali:

  1. tendenza all’omogeneità o principio dell’entropia: i fenomeni entropici tendono ad un livellamento generale, nel senso che procedono dal differenziato verso l’omogeneo, dal complesso verso il semplice. Con il passare del tempo cresce sempre più l’omogeneità e l’uniformità del sistema, ossia l’entropia del sistema stesso. L’entropia, come espressa dal secondo principio della termodinamica è, quindi, una caratteristica tipica delle onde divergenti;
  2. causalità: le onde divergenti non potrebbero esistere in assenza della causa che le ha generate.

Le qualità distintive dei fenomeni sintropici sono invece:

  1. la diminuzione dell’entropia;
  2. attrazione e antidispersione, per via dell’intensità delle onde convergenti, che col passare del tempo si concentra in spazi sempre più piccoli, con conseguente
  3. scambio di materia ed energia. Infatti, in questi fenomeni si presenta un costante aumento di concentrazione materiale ed energetica; tuttavia, siccome questa concentrazione non può aumentare indefinitamente, si osservano fenomeni entropici che compensano quelli sintropici e, di conseguenza, uno scambio di materia e di energia con l’ambiente esterno (Fantappiè, 1942)”

Secondo Kozyrev, tutte le “transazioni” di questo sistema universale termodinamico avvengono tramite onde di torsione, che raccolgono, trasportano e depositano informazione (avanti o indietro nel tempo) ovunque essa sia riassorbibile o necessaria. Secondo questa relazione quindi, gli esseri viventi emettono tendenzialmente torsione sinistrorsa, cosa che riflette perfettamente le scoperte biochimiche più avanzate sulla chiralità delle molecole degli organismi viventi e del modo in cui interagiscono con la luce (energia)[1]

Nel maggio 2012 in effetti un articolo pubblicato su Nature propose una soluzione al problema della chiralità molecolare che a lungo ha ossessionato biologi e fisici. Thomas G. Mason, docente di chimica e di fisica all’Università della California a Los Angeles e direttore del gruppo di ricerca, afferma che la chiralità unicamente levogira di tutte le molecole biologicamente attive in natura (tra cui le proteine) potrebbe essere un effetto spontaneo dei processi entropici.[2]Abbiamo scoperto che due soli ingredienti fisici, entropia e forma delle particelle, sono sufficienti a causare l’apparizione spontanea della chiralità nei sistemi densi“.[3]

Questo rappresenta in effetti uno dei primi collegamenti diretti tra la biofisica tradizionale e le varie ricerche sulla sintropia, la torsione di Kozyrev e la fisica Unigravitazionale di Palmieri (che come nessun’altra disciplina offre una soluzione fisica al mistero dell’origine delle morfologie biologiche).

L’aspetto chirale della torsione ci mostra in una luce diversa anche alcuni dettagli pratici della medicina tradizionale cinese, come ad esempio la “torsione” necessaria nell’agopuntura per attivare le proprietà antidolorifiche della tecnica, come riportato dal Prof. Joie Jones (Jones 2002, 2004). Nell’agopuntura moderna si penetra la cute con aghi molto sottili, in punti specifici del corpo, individuabili con molta precisione grazie alla differenza di tensione, della bassa intensità di resistenza elettrica e di impedenza corrispondenti.[4]

“Gli aghi innescano il rilascio di un antidolorifico naturale e causano leggeri danni ai tessuti stimolando le cellule a produrre adenosina, una sostanza antinfiammatoria naturale, efficace anche un’ora dopo la terapia.[5]

Foto di Jorge Paredes da Pixabay

Gli aghi vengono spinti sotto pelle pochi centimetri, riscaldati o elettrificati, ma è la torsione che viene esercitata sui singoli aghi che produce l’effetto chiave antidolorifico.[6]

E nello stesso ambito, la rilevazione di segnali superluminali istantanei o retrocausali, sostiene le ipotesi relative alle misurazioni effettuate per l’agopuntura eseguite nell’Unione Sovietica durante alcuni fenomeni solari come eclissi o eruzioni. Il Dr A. Podshibyakin, un elettrofisiologo dell’Istituto di Fisiologia Clinica di Kiev, stava misurando i punti terapeutici di un soggetto umano, utilizzando un tobiscopio (strumento che misura la conducibilità elettrica nei punti utili all’agopuntura). Egli notò che le anomalie di tensione nell’agopuntura si verificavano in concomitanza con forti brillamenti solari. Tali anomalie connesse con le eruzioni solari, non erano in ritardo di 8,3 minuti come ci si aspetterebbe se esse fossero causate da segnali elettromagnetici. Ciò portò Podshibyakin a concludere che ciò che stava causando l’anomalia stesse viaggiando molto più veloce della luce. Oggi è riconosciuto che questi segnali equivalgono alle onde di torsione.[7]

Sebbene la torsione sia in grado di penetrare attraverso la materia, ogni sostanza è diversa. L’alluminio pare rifletta circa il 50% di un’onda di torsione, mentre per i materiali con molecole organiche chirali (levogire o sinistrorse) ognuno riflette la torsione diversamente, a seconda della polarizzazione dell’onda e della chiralità del materiale. Ciò dà origine ad una specie di “filtro di torsione.”

All’inizio del 1967 Kozyrev descrisse materiali di questo tipo.

Si è scoperto che le bilance [di torsione] possono essere schermate da queste influenze, in misura considerevole, collocando vicino a loro una sostanza organica che consista solo di molecole destrogire come, ad esempio, lo zucchero. Le molecole sinistrorse – ad esempio la trementina – evidentemente causano l’effetto opposto” (Kozyrev, 1967).[8]

Questa osservazione sottolinea l’importanza della “chiralità ” nelle molecole biologiche. Secondo Kozyrev, la chiralità molecolare può filtrare un’onda di spin e permettere il passaggio di un’altra.

Se l’interpretazione delle misurazioni di Kozyrev può essere messa in dubbio, l’evidenza sperimentale è invece indiscutibile. Come già sottolineato (e non ci stancheremo di ripeterlo finché la situazione non cambierà) l’atteggiamento occidentale risulta alquanto anti-scientifico, facendo di tutta l’erba delle ricerche russe sulla torsione un gran bel fascio, che finisce tutto nel maledetto ed equivocato calderone delle pseudoscienze. L’Homo sapiens sapiens si è dimenticato del valore ma anche della posizione rischiosa delle scienze di confine[9], quelle che i filosofi della scienza definiscono protoscienze. Mettere sullo stesso piano un astrofisico come Kozyrev e ricercatori successivi con qualità dubbie di sperimentazione e formulazione teorica, è indice della superficialità e della corruzione del sistema di analisi accademico e mediatico della scienza standard. Esistono solo pochi studiosi “ortodossi” non russi che si approcciano neutralmente alla Meccanica Causale, con metodo, curiosità e flessibilità[10]. Albert Wilson, astrofisico dei Douglas Research Laboratories in California, uno dei pochi in America ad essersi interessato all’opera di Kozyrev, è certo del fatto che qualcosa di molto simile alle teorizzazioni dell’astrofisico russo verrà istituzionalizzato nella fisica teorica entro dieci o vent’anni. L’opinione di Wilson è che sarà necessaria una generazione intera per integrare e incorporare nella conoscenza scientifica i cambiamenti che il lavoro di Kozyrev produrrà in occidente e che le implicazioni saranno oltremodo rivoluzionarie[11].

È curioso notare che le intuizioni dello stesso Kozyrev siano ancora leggermente fuori fuoco. Nel contesto del nascente concetto di spazio-tempo, mosso da quegli impulsi da cosmologo che inquinavano la sua carriera di astrofisico, egli trovò nel Tempo (la sconosciuta e insondabile quarta dimensione) il candidato perfetto per quel substrato cosmico che gli scienziati del 1800 cercavano nell’etere e che quelli odierni cercano nella Griglia superfluida della gravità quantistica o nella materia oscura. Tramite la sintropia e l’entropia classica, l’etere agisce sul passato e sul futuro per mantenere il cosmo perennemente in equilibrio. Per questa ragione il Tempo di Kozyrev, è presente in tutto l’universo simultaneamente, passato, presente e futuro: ogni singola variazione di energia, attiva e ribilancia l’intero substrato universale e per questo risulta anche profondamente connessa con il fenomeno dell’entanglement.[12]

Nel corso delle osservazioni astronomiche effettuate mediante telescopi modificati (misurando il cambio del potenziale elettrico dei resistori) Kozyrev e Nasonov registrarono dei segnali di natura non luminosa provenienti da posizioni visive (passato), reali (presente) e anticipate (futuro) di alcune stelle[13]. Secondo i due scienziati si trattava di irradiazioni di torsione attraverso il tempo, ovvero quei segnali d’informazione che il sistema stellare invia per controbilanciare le sue dinamiche entropico/sintropiche.

Il Sole è fonte di potenti processi irreversibili, compresa la fusione nucleare, nonché le turbolenze nel plasma eliosferico e l’evaporazione di particelle riscaldate come nel vento solare. Già nella filosofia greca lo storico stoico Posidonio ipotizzò che una qualche forza vitale emana dal Sole verso tutte le creature viventi sulla superficie terrestre[14]. Nel corso della storia questo concetto si trasformò nella più moderna vis viva, riducendosi in seguito alla mera forza cinetica con l’avvento della scienza moderna[15]. Spiegando la forma strutturale delle fonti di energia radiante nel suo brevetto statunitense 685.957 Apparecchi per l’utilizzo di energia radiante, il fisico serbo Nikola Tesla affermò che “il Sole, così come altre fonti di energia radiante, rigetta minute particelle di materia elettrificata positivamente, che, incidendo sulla piastra P, le comunicano costantemente una carica elettrica[16].

Il Sole è fonte di potenti processi irreversibili, compresa la fusione nucleare, nonché le turbolenze nel plasma eliosferico e l’evaporazione di particelle riscaldate come nel vento solare. Già nella filosofia greca lo storico stoico Posidonio ipotizzò che una qualche forza vitale emana dal Sole verso tutte le creature viventi sulla superficie terrestre.

In uno degli esperimenti di Kozyrev-Nasonov, ripetuto da molti altri scienziati, uno specchio parabolico in alluminio venne utilizzato per mettere a fuoco la radiazione del Sole su un “elemento resistivo speciale”. Lo specchio utilizzato faceva parte di un telescopio del diametro di 50 pollici presso l’Osservatorio Astrofisico di Crimea dell’Accademia delle Scienze dell’URSS. Kozyrev aveva già dimostrato che le resistenze elettriche sono influenzate dalla torsione. Alcuni dei rivelatori più sensibili contenevano materiale biologico, mentre altri usavano sottili pellicole di tungsteno. I resistori erano collocati in un circuito di “ponte” che veniva utilizzato per misurare le piccole variazioni di resistenza. Un’altra versione dell’apparato funzionale utilizzava una colonia di batteri Escherichia coli (E. coli.). L’esposizione all’energia di torsione alterava il loro tasso di crescita e dunque la velocità di riproduzione tra i singoli individui.

Non appena il telescopio incrociava il Sole, la tensione attraverso la matrice del resistore cambiava fortemente, indicando variazioni dell’intensità di energia di torsione incidente su di esso. La figura mostra due tracce di output del segnale risultante. La direzione del telescopio scorreva a un tasso costante attraverso il cielo (alla velocità con cui la Terra ruota), perciò anche se l’asse orizzontale è in minuti temporali, rappresenta effettivamente anche il parametro spaziale nella volta celeste. L’asse verticale sul grafico misura la potenza del segnale del rivelatore. Questo crea una mappa monodimensionale dell’intensità della torsione attraverso il cielo.

Vediamo un forte picco del segnale nel punto corrispondente alla posizione reale del Sole (contrassegnato nel grafico come “true position” in inglese). Questa è il punto in cui il Sole sarebbe apparso nel cielo in quel momento se la luce si fosse propagata con velocità infinita. Vi è poi un segnale più debole che appare sul lato destro del grafico, corrispondente alla posizione visiva apparente del Sole, causato dal ritardo di 8,3 minuti, necessari alla luce per raggiungere la Terra. È presente anche un terzo segnale nei grafici, circa 8,3 minuti a sinistra della posizione reale. Questo corrisponde alla futura posizione del sole, 8,3 minuti dopo, ad indicare che lo strumento di Kozyrev era in grado di misurare persino la luce che viaggia a ritroso nel tempo dal Sole alla Terra! Questa viene definita “onda anticipata” o “onda avanzata”. Ciò può significare una cosa soltanto: che la luce, attraverso la torsione, è simmetrica nel tempo. Sebbene questa idea possa apparire ancora più strana della densità dinamica del tempo, in realtà abbiamo già visto con la Teoria dell’Assorbitore di Wheeler e Feynman, che ti tratta di un concetto già familiare ai fisici moderni, estranei alle ricerche russe e a quelle italiane sulla sintropia.

BOX 1 – Bigravità e allineamento cosmico delle galassie

La teoria originaria di Kozyrev rispecchia pienamente i presupposti fisici impliciti nella formulazione del Principio di Mach, da parte di Ernst Mach nel 1893, secondo cui l’inerzia di ogni sistema è il risultato dell’interazione del sistema stesso con il resto dell’universo. In altre parole, ogni particella presente nel cosmo ha influenza su ogni altra particella.

In effetti, ricordando il principio di Mach, nel 1925 Tesla affermò che:

Non c’è nulla che sia dotato di vita – dall’uomo, che ha reso schiavi gli elementi, alla più agile creatura – in tutto questo pianeta che non oscilli durante una rotazione. Ogni volta che un’azione sia generata da una forza, anche infinitesimale, il bilancio cosmico è alterato ed il moto universale ne risente gli effetti.[17]

Guarda caso, un effetto estremamente affine al principio di Mach, l’effetto di Campo Esterno[18], costituisce una delle prove più corroboranti della Teoria MOND (Dinamiche Newtoniane Modificate), ovvero che la gravità è dinamica e assume comportamenti alternativi su scale diverse. Finora, nessuna teoria della materia oscura è stata in grado di predire l’effetto di Campo Esterno.

È da notare che Kozyrev non fece mai uso della terminologia “torsione” o “onda di torsione” per riferirsi alle irradiazioni istantanee misurate nei suoi esperimenti, usando invece il nome di flussi di densità di tempo. I suoi studi ed esperimenti sono impostati interamente intorno ai concetti di termodinamica, Tempo e variazioni della sua densità, dimostrando che così come il Tempo può donare energia a processi materiali, anche questi ultimi possono restituire energia al Tempo.

Il Tempo non si propaga (ad esempio come le onde elettromagnetiche) ma appare contemporaneamente in tutto l’Universo. Ecco perché la connessione attraverso il tempo deve essere di natura istantanea. Così è possibile osservare alcuni fenomeni di lontani corpi astronomici molto veloci in tempo reale, senza ritardo. Questa prospettiva non contraddice la teoria della relatività perché, quando abbiamo una connessione istantanea attraverso il tempo, non ci sono movimenti di oggetti materiali[19].”

Egli immaginò il Tempo come un potente flusso che abbraccia tutti i processi materiali in natura e che tutti questi processi sono a loro volta sorgenti che alimentano questo flusso.

Il Tempo non si propaga (ad esempio come le onde elettromagnetiche) ma appare contemporaneamente in tutto l’Universo. Ecco perché la connessione attraverso il tempo deve essere di natura istantanea. Così è possibile osservare alcuni fenomeni di lontani corpi astronomici molto veloci in tempo reale, senza ritardo…”

A parte alcune rare eccezioni[20], oggi le ricerche sulla torsione superluminale vengono considerate pseudoscienza[21]. Ancora una volta ci interroghiamo su come questo atteggiamento possa essere considerato scientifico, data l’abbondanza di evidenze sperimentali e interpretazioni teoriche raccolte da accademici seri e dedicati alla risoluzione reale del problema. Sorprendentemente, il concetto di torsione introdotto nella fisica gravitazionale da Élie Cartan, non è ancora mai stato applicato nel contesto delle teorie del vuoto superfluido, in cui i vortici quantistici, i moti superluminali e altri fenomeni gravitazionali non-standard trovano una sistemazione ideale, eliminando la necessità della materia oscura e spiegando tutti gli altri fenomeni noti in fisica[22]. Sia le teorie MOND che quelle del vuoto superfluido appaiono ovviamente in contrasto con la conservazione del principio di località e di causalità[23]. Ci chiediamo come si possa sperare di giungere ad una nuova fisica se si vuole anche mantenere assolutamente intatta quella stessa fisica che si sta cercando di superare. La non-località è stata provata sperimentalmente[24], mentre la causalità, su scale sia microscopiche che macroscopiche ha già innumerevoli falle e lacune che necessitano di spiegazione e fondamento, come stiamo apprendendo nel corso della nostra esposizione.

Tutti i processi e fenomeni osservati e misurati sperimentalmente da Kozyrev ci permettono di considerare il flusso di tempo come il fluire di una qualche sostanza, avente proprietà pseudo-ondulatorie[25]. Quale entità conosciuta, con caratteristiche acausali (supercausali) potrebbe coincidere con una tale sostanza[26]? Purtroppo e per fortuna, le risposte sono molte. Gli eteri condensati della Griglia del vuoto di cui parla il Premio Nobel Frank Wilczek, il vuoto superfluido, la Quintessenza della fisica moderna ma anche dell’antica alchimia, il Telesma di Ermete Trimegisto, l’apèiron… tutte facce diverse della stessa medaglia, il cui volto unitario è ancora avvolto nell’ombra del divisionismo scientifico.

Vediamo adesso le somiglianze esplicite tra il concetto di flussi di densità di tempo kozyreviano e il lavoro nostrano della Teoria dei Gradienti Temporali, dell’italiano Guglielmo Menegatti.

Gradienti Temporali

Cito direttamente: “Lo spostamento di un oggetto nello spazio in qualsiasi direzione comporta una variazione del tempo proprio dell’oggetto stesso. (…) La variazione del tempo è la causa vera di tutto ciò che normalmente classifichiamo come effetto-azione.

“Per avere un esempio di come vengono interpretati i fenomeni fisici tramite l’introduzione delle variazioni temporali descriveremo la ‘ruota’, che può essere immaginata come costituita da due parti, il suo perno centrale sul quale grava il peso (ad esempio di un carretto) e la sua periferia (cerchione) che è in contatto con il terreno. Com’è facile dedurre, il perno e il cerchione ruotano a velocità diverse, per il semplice fatto che hanno diametri diversi; di conseguenza avviene che i due elementi (perno e cerchione) assumono i tempi che gli sono propri. Quando si sposta il carretto il peso del carretto graverà in un tempo che è diverso da quello del cerchione e per questa ragione il risultato sarà come muovere una massa senza sforzo.

“In altre parole una massa (perno) rispetto ad un punto di riferimento (cerchione) risulta spostata in un tempo diverso e solo in quel tempo essa graverà il suo peso[27].”

Questo comporta non tanto una forza reale, come la vede Kozyrev nella relazione tra causa ed effetto, bensì un’assenza di forza (peso), come bilanciata da un potenziale energetico ulteriore. L’autore Menegatti della teoria sviluppa infatti il concetto di differenziale temporale:

“La relazione velocità-tempo proposta da Einstein è diffusamente accettata dal mondo accademico così come è riconosciuto che il tempo proprio di un oggetto si modifica con la sua velocità. Normalmente però si ritiene che queste modificazioni temporali siano significative solo per velocità elevate. Come cercheremo di dimostrare però, questo modo di pensare non solo non è esatto ma è vero esattamente il contrario. (…) Se ammettiamo che la “variazione temporale” è presente ed importante anche alle velocità ordinarie è possibile compiere un ulteriore passo e introdurre una nuova definizione che è il “differenziale temporale”.

La Teoria dei Gradienti si basa su di un presupposto fondamentale, una sostanza che unisce tutti gli eventi e le particelle dell’universo, il Nihilo, paragonabile ad una vasca piena d’acqua.

“Se infilate un dito nell’acqua (ovviamente) farete un buco nel liquido, che però sarà solo temporaneo, scomparendo non appena toglierete il dito. Quando create il buco in realtà alterate l’equilibrio del sistema liquido-vasca, che togliendo il dito si riporterà rapidamente al suo naturale equilibrio. L’Universo con il suo ‘fluido Nihilo’ reagisce esattamente come l’acqua (di cui sopra) e farà tutto ciò che è possibile per ripristinare l’equilibrio iniziale (precedente). In definitiva vale la nota legge: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Il Nihilo fondamentalmente è dunque l’elemento agente che tende a mantenere in equilibrio il sistema Universo e che reagisce ad ogni vostra azione con una reazione speculare e contraria.”

“L’Universo può essere suddiviso in due parti:

  • la materia
  • tutto il resto

La materia è quella parte di Universo che percepiamo e con la quale possiamo interagire. Tutto il resto è ciò con il quale possiamo interagire ma non percepire.

Nihilo è la parola che useremo per definire appunto ‘tutto il resto’ che in latino significa ‘nulla’. Anche se non percepito dai nostri sensi o strumenti esso è l’elemento fondamentale che non solo governa ma è anche origine e costituzione del tutto. In altre parole è il substrato dal quale scaturisce, agisce e poi scompare tutto ciò che consideriamo come Materia, Energia e Tempo.

Sia il Nihilo sia la Materia sono costituiti da Atomi. Gli Atomi del Nihilo sono uguali a quelli che costituiscono la Materia ma i primi si trovano in uno stato particolare, lo stato ‘Zero’.

Il Nihilo può essere assimilato ad un superfluido costituito da particelle elementari (Atomi zero) che hanno dimensione finita e costante. Può anche essere inteso come ‘etere’ convenzionale perché per certi aspetti i due concetti sono simili. La differenza importante però fra etere e Nihilo é che il Nihilo non è un semplice elemento veicolante dell’Energia ma è anche il responsabile di ogni azione-reazione.”

Immerse nel fluido del Nihilo ci sono tutte le cose che percepiamo come oggetti.

Riconosciamo immediatamente la metafora di Kozyrev della materia come una spugna immersa nel liquido (tempo, nihilo, etere). Il concetto di gradiente temporale di Guglielmo Menegatti equivale infatti a quello di densità di tempo di Kozyrev. Menegatti sviluppa anche il concetto di Gradiente Gravitazionale in relazione a quello Temporale, ma noi ci limiteremo ad un’analisi superficiale dell’impianto teorico.

In questo esempio Menegatti spiega la relatività tra un osservatore che viaggia con la goccia in caduta e uno in una posizione immobile, indipendente dal loro moto.

Il Nihilo può essere assimilato ad un superfluido costituito da particelle elementari (Atomi zero) che hanno dimensione finita e costante. Può anche essere inteso come ‘etere’ convenzionale perché per certi aspetti i due concetti sono simili. La differenza importante però fra etere e Nihilo é che il Nihilo non è un semplice elemento veicolante dell’Energia ma è anche il responsabile di ogni azione-reazione.”

Supponiamo che il Tempo sia costituito da una serie di strati sovrapposti, come un libro e le sue pagine. Ogni pagina quindi corrisponde ad un Tempo diverso e anche ad uno “stato” specifico della materia. Per “stato della materia” s’intende che la materia cambia le sue proprietà in funzione della pagina in cui essa si trova. Si pensi ad esempio che una goccia cadendo intersechi diversi strati temporali. Osservando l’acqua nel suo movimento (durante la caduta) essa ci apparirà nei suoi differenti ‘stati’ come ghiaccio, vapore, acqua, ecc. appunto in funzione dello strato (pagina) che in quel momento attraversa.

Per l’osservatore che si muove con la goccia, la sostanza di cui essa è composta resterà sempre la stessa (con uguali proprietà) e ciò indipendentemente dal piano temporale in cui (i due) si trovano. Per il primo osservatore (che è immobile) l’acqua invece modificherà i suoi stati fisici in modo tanto maggiore quanto sarà la distanza fra lui e la goccia espressa in unità di Tempo (pagine). Possiamo anche immaginare che ogni pagina del tempo è come uno specchio che riflette le immagini ma le distorce. La quantità di distorsione e quindi le informazioni che lo specchio trasmetterà saranno così in funzione della distanza (misurata in quantità di pagine) fra la pagina in cui si trova l’osservatore e la pagina in cui si trova la goccia.

Abbiamo proposto l’esempio dello specchio perché la Materia non esiste realmente ma è assimilabile ad un riflesso e di conseguenza all’interpretazione di chi osserva. Si può immaginare il Tempo come uno specchio che distorce in modo variabile ciò che riflette. La distorsione che sarà percepita dipenderà quindi dalla differenza dei due tempi, quello dell’oggetto e quello dell’osservatore[28].”

Il concetto di riflesso ha un valore molto più profondo.

“Se mettiamo un cubetto di ghiaccio nella nostra bibita ne ricaveremo (senza dubbio) una sensazione di freschezza. Quando percepiamo l’acqua come ghiaccio ciò significa che fra il nostro Tempo e quello dell’acqua esiste una certa differenza. Con altre parole: se è vero che l’acqua (per noi) è diventata più ‘dura’ (ghiaccio) è anche vero che noi siamo diventati più ‘molli’ se visti dall’acqua.

La percezione e gli effetti fisici operano sempre in simbiosi, così quando l’uno aumenta l’altro diminuisce. Anche noi non esistiamo realmente ma esattamente come la Materia siamo semplicemente un riflesso. Se interagiamo con altri ‘riflessi’ ciò dipende appunto dal Tempo che differenzia ogni nostra azione con una modifica delle proprietà locali della materia.

Ad esempio se il vostro dito ha una temperatura di 30 gradi e lo immergete nell’acqua che è a 20 gradi percepirete una sensazione di fresco.

La sensazione di fresco proveniente dai sensori distribuiti sulla nostra pelle è in realtà una misura della differenza temporale di due cose: il nostro dito e l’acqua.

Se la differenza temporale risultasse zero (tempi uguali) noi non percepiremmo ‘nulla’.[29]

Fa eco a Menegatti un passaggio tratto da uno dei Veda Arii, di 4.000 anni fa.

C’è una rete infinita di fili
in tutto l’universo
i fili orizzontali sono nello spazio,
i fili verticali sono nel tempo
ad ogni incrocio di fili,
c’è un individuo.
Ogni individuo è una perla di cristallo.
La grande luce dell’essere assoluto
illumina e penetra
ogni perla di cristallo,
e ogni perla di cristallo riflette
non solo la luce
di ogni altro cristallo nella rete,
ma anche ogni riflessione
di ogni riflessione
in tutto l’universo.[30]

Una delle misurazioni di Kozyrev prevedeva il sollevamento e l’abbassamento di un peso di 10 Kg. Questo esercitava una pressione torsionale su un pendolo rilevatore posto a una distanza di 2-3 metri in una stanza diversa, schermato elettromagneticamente e isolato da un vetro che lo teneva sottovuoto per evitare spostamenti d’aria incidenti. Sia che ci fosse una parete tra i due eventi, sia che lo spazio fosse libero, la rotazione e la rivoluzione del pendolo venivano influenzate, grazie anche alla vibrazione elettromagnetica aggiunta alla sommità del filo che metteva il pendolo in condizione di ricevere le onde torsionali provenienti dal piccolo sollevamento di un peso e probabilmente dall’energia spesa nell’operazione.

Di nuovo l’analogia con l’acqua ci aiuta: come una spugna oscillante provoca increspature nel liquido in cui è immersa, così il peso di 10 kg crea differenti moti di “assestamento” (torsione) nell’etere onnipervasivo che lo attraversa.

Questo ha senso anche dal punto di vista einsteiniano che ogni massa produce onde gravitazionali, curvature nello spaziotempo, anche se troppo flebili per essere percepite.

Difatti Shipov, Terletzkij e altri teorici russi tentarono di unificare la forza dei campi di torsione di matrice spiraliforme, con quella dei campi gravitazionali definendola “energia gravi-spin”. Secondo Kozyrev però quella gravitazionale è 30 gradi di magnitudine più forte dell’energia dei flussi di tempo dell’etere. Anche Renato Palmieri distingue tra propagazioni gravitazionali genitrici e onde figlie. Le onde di torsione viaggiano continuamente dalla fonte scatenante al resto dell’universo per aggiustare costantemente, tramite entropia positiva e negativa, il rapporto di equilibrio dinamico tra ogni suo singolo elemento.

Guglielmo Menegatti ci ha lasciati nel 2019 tre anni dopo la stesura originaria del presente articolo che state leggendo. La sua teoria dei Gradienti Temporali ci offre un’entrata alternativa nel labirinto senza fine del Tempo, in cui si sono perse persino le menti più illuminate di tutta la storia umana. Il fatto che noi esseri umani facciamo esperienza del mondo intorno a noi in una direzione temporale unica e prediletta è uno dei più grandi problemi insoluti della fisica e in particolare della termodinamica. Questo perché tutte le leggi dell’universo, tutti i fenomeni e le forze (con poche e rarissime eccezioni) sono completamente invertibili nel tempo, ovvero se il tempo scorresse all’indietro, le medesime leggi rimarrebbero del tutto valide[31]. Dunque la vera difficoltà nel valutare il funzionamento del mondo non è tanto nell’accettare la retrocausalità o la sintropia bensì nell’accettare il fatto che solitamente noi non riusciamo a percepirle e che questo sembra essere uno dei pilastri fondamentali della nostra esperienza sensibile quotidiana. Ma è davvero così?

BOX 2 – Manifestazioni psichiche di eventi trans-temporali causali, retrocausali e supercausali

Secondo le teorie di Kozyrev e Fantappiè, in un sistema fisico qualunque, nel momento in cui l’entropia diminuisce (se non addirittura si annulla) la sintropia cresce proporzionalmente. Ammettiamo per un attimo che questo aumento di sintropia comporti anche l’effetto temporale previsto dalla doppia soluzione delle equazioni di Einstein analizzate da Fantappiè. Tale fenomeno ci suggerisce che l’ordine di un sistema, la sua struttura complessa e organizzata, attragga dal futuro dei flussi tachionici contenenti informazione utile sul sistema, sulla sua forma o sulla sua funzione, a seconda del caso. Il gigante della fisica Arthur Eddington, nella sua formulazione del concetto di freccia del Tempo, disse:

“Se mentre seguiamo la freccia troviamo sempre più elementi casuali nello stato dell’universo, allora la freccia punta verso il futuro; se l’elemento casuale diminuisce la freccia punta verso il passato. Questa è l’unica distinzione nota alla fisica[32].”

Assumendo ciò, cerchiamo ora esempi empirici in natura, nella speranza che la complessità dell’evoluzione biologica abbia integrato funzioni sensibili alla sintropia o ai tachioni, in modo più efficiente ed efficace dei nostri “primitivi” strumenti di laboratorio. Vediamo, ad esempio, come alcune creature utilizzano il Tempo per guidare la costruzione della loro morfologia.

I viaggi nel tempo delle conchiglie

Ruggero Maria Santilli è un chimico e fisico teorico italo-americano, inventore della Matematica Adronica, caduto vittima purtroppo di quel processo di ridicolizzazione ormai tipico della scienza moderna, identico a quello subìto da Petit, Preparata, del Giudice, il Nobel Montagnier e molti altri. Nonostante gli svariati riconoscimenti, le aziende all’attivo, i brevetti applicativi, i lavori di ricerca d’avanguardia e le numerose collaborazioni pratiche e teoriche, da molti anni Santilli viene ormai considerato uno scienziato di confine[33].

Uno dei lavori di Santilli lo vede in collaborazione con il concologo Christopher Roy Illert, studioso esperto della morfogenesi delle conchiglie. Nella biologia ortodossa, la causa, la funzione e la meccanica della torsione nelle conchiglie sono fattori ancora da determinare. Vengono individuati i processi con cui il fenomeno avviene[34], ma se ne ignora ancora la ragione e lo scopo per cui questi processi avvengono nel modo in cui li conosciamo. Nell’analizzare le stranezze matematiche e geometriche della loro formazione, i due studiosi sono riusciti a ricavare un modello numerico e digitale tridimensionale capace di riprodurre l’evoluzione morfologica di qualsiasi conchiglia, basato su un framework spaziale iso-euclideo, con 5 dimensioni spaziali e una temporale. Insieme, Illert e Santilli hanno pubblicato il volume “Fondazione di una Concologia Teorica”:

“Le conchiglie sono ‘istantanee’ statiche delle forze dinamiche e torcenti in azione nel mondo reale, fornendoci esempi solidi che possiamo tenere in mano. La conchiglia fossile Nipponites Mirabilis è una meraviglia della natura e un esempio magnifico: il principio di crescita della sua traiettoria inizia in una spirale planare prevedibile, ma diventa sempre più ingarbugliata, come le linee su una palla da tennis, serpeggiando violentemente avvolgendosi infine in meandri simili a un fluido turbolento (come un vortice avvolto a spirale). La traiettoria di crescita che osserviamo è solo la parte reale di una curva più generale (forse anche geodetica) che attraversa un complesso spazio multidimensionale. Anche i principi fisici sottostanti (come la legge di Hooke) emergono in modo coerente, e sembrano avere un senso, solo all’interno del nostro formalismo spaziale complesso. Lo spazio euclideo a tre dimensioni diventa inadeguato[35].”

Nipponites Mirabilis; fonte: Masahiro miyasaka, Wikicommons

I due studiosi dichiarano anche che se così fosse, le loro intuizioni sarebbero molto più valide perché emergerebbero da un ragionamento puramente classico e non quantistico[36]. In questo contesto, le conchiglie sembrano effettivamente conoscere in anticipo la forma che prenderà la loro struttura, come se grazie alla speciale geometria spaziotemporale del processo in atto, un’informazione futura influenzasse lo sviluppo della morfologia nel presente.

“Esiste inoltre un’intera classe di ramificazioni nella geometria della formazione delle conchiglie, con una caratteristica detta ‘caos temporale’ che implica dimensioni nascoste, influenze a-causali, o entrambe. In questa classe ci sono quelle conchiglie, come la Janospira Nodus e altre, tutte previste dalla teoria e osservabili in natura nonostante il fatto che le loro geometrie potrebbero venir prodotte unicamente da forze che ‘agiscono a distanza’ attraverso il tempo stesso (sia avanti che indietro) violando così la causalità come la ‘conosciamo’![37] (…)

“Mentre è chiaro che la spirale più esterna della traiettoria della Janospira prima di tornare ad intersecare sé stessa nel punto di diramazione attraversi un attorcigliamento allungato, dobbiamo realizzare attentamente la causalità sottostante gli effettivi processi di crescita nelle conchiglie. Inizialmente il guscio parte spiraleggiando verso l’esterno da un punto vicino al polo, raggiungendo alla fine il punto di diramazione dove regolarmente si divide lungo entrambi i percorsi di traiettoria! Ma come può la traiettoria verso il punto di diramazione essere causalmente collegata al percorso d’uscita futuro?

“Sembra che la Janospira, nell’istante di ramificazione, “conosca” (prima del tempo) l’esistenza e la posizione di una porzione futura della traiettoria… anche se la spira più esterna al momento della ramificazione non si stia ancora attorcigliando per creare fisicamente il futuro punto d’intersezione (e in effetti, in ultima analisi mai lo farà). Stiamo parlando di azione presciente, un’azione al di fuori della sequenza di tempo newtoniano lineare prevista, un po’ come se un evento futuro imminente agisse all’indietro nel tempo per influenzare il presente! (…) Sebbene altamente inusuale, questo fenomeno non è logicamente né fisicamente impossibile. Lila Gatlin ce lo spiega[38].”

Il prof. Ruggero Maria Santilli premiato come Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia; fonte: Santilli Foundation

Santilli e Illert dimostrano matematicamente (come Greenspan e Kanatani avevano già individuato introducendo il concetto di acausalità)[39] che la costruzione di certe strutture a spirale necessita obbligatoriamente che il “costruttore” conosca a priori quali saranno i parametri e i valori del processo costruttivo in un momento avanti nel tempo. Come esempio, Greenspan e Kanatani riportano alcune estremità spiraleggianti che alla fine della costruzione della struttura principale si torcono serpeggiando e avviluppandosi intorno ad essa attraverso fori lasciati vuoti nella prima parte del processo.

“Il paleontologo che per primo studiò queste geometrie di ramificazione descrisse le conchiglie come ‘curiose’, ‘ridicole’ e anche ‘assurdità’[40]. Oggi però noi le riconosciamo come le stesse spirali ottimali di tensione che utilizzano anche altre conchiglie non ramificanti. Siccome le traiettorie di ramificazione sembrano apparire diffusamente, in specie non correlate, la solita ‘oziosa’ spiegazione biologica non sarà sufficiente. C’è un principio geometrico più profondo all’opera![41]

Giustamente Santilli-Illert sottolineano il fatto che, se tentassimo di far esistere le conchiglie in uno spazio Euclideo esse non potrebbero formarsi e sarebbero destinate alla distruzione, mentre esse sono addirittura perfettamente ricreabili al computer in uno spazio iso-Euclideo. Il che cambia nettamente la nostra concezione di realtà[42]. Santilli ci fa notare che in mano nostra la conchiglia è a riposo. In questo modo lo spazio-tempo relativistico, come ad esempio lo spazio di Minkowski, è escluso[43].

“… Il bisogno di una geometria strutturalmente più generale di quella euclidea diventa impellente quando aggiungiamo il tempo nella rappresentazione quantitativa della crescita delle conchiglie … Questa verifica stabilisce oltre ogni dubbio scientifico che le conchiglie evolvono nel tempo in modo strutturalmente più generale rispetto alla nostra percezione e, in particolare, dominando entrambe le direzioni del tempo…”

“Stringendo una conchiglia nella mano, le limitate capacità delle nostre tre trombe di Eustachio ci danno l’impressione che essa viva nel nostro spazio Euclideo a tre dimensioni, mentre in realtà la conchiglia vive in uno spazio strutturalmente più generale. Il bisogno di una geometria strutturalmente più generale di quella euclidea diventa impellente quando aggiungiamo il tempo nella rappresentazione quantitativa della crescita delle conchiglie. La geometria euclidea e la “nostra” nozione convenzionale di tempo infatti sono palesemente incapaci di darci alcuna rappresentazione del comportamento nei pressi dei punti di ramificazione. È un dato di fatto che le nozioni euclidee implicherebbero incongruenze evidenti, come il comportamento non causale che è contro la prova fisica della crescita costante di conchiglie. Questa verifica stabilisce oltre ogni dubbio scientifico che le conchiglie evolvono nel tempo in modo strutturalmente più generale rispetto alla nostra percezione e, in particolare, dominando entrambe le direzioni del tempo. Infatti, il comportamento delle conchiglie nella biforcazione è un esempio specifico di ciò che viene comunemente indicato come una macchina spaziotemporale, cioè la capacità di muoversi nello spazio e nel tempo in modo causale[44].”

Ragionevolmente, Illert e Santilli esprimono lo stesso disappunto nei confronti dei pregiudizi scientifici sulla meccanica del tempo e della causalità, delle quali perlopiù ignoriamo le reali dinamiche fondamentali e dovremmo dunque evitarne qualsiasi formulazione assoluta prima di averne verificato la validità universale.

“La cosa principale da realizzare è che la ramificazione delle spirali emerge naturalmente dalla stessa teoria che descrive tutte le altre geometrie concologiche conosciute e che esempi come la Janospira accadono normalmente in Natura. La loro predizione teorica e l’osservazione pratica rappresentano una potente posizione metafisica: come si riconciliano mentalmente le implicazioni causali è un problema psicologico[45].”

Dovremmo dunque prendere sul serio le conchiglie?

“Abbiamo ragione di credere che le forze agenti dietro le geometrie delle conchiglie siano sia Hookeane sia non-conservative (d’altronde le conchiglie crescono dal niente in qualcosa, prendendo lungo il processo energia e materiali dall’ambiente esterno, dovendo perciò essere obbligatoriamente considerate come sistemi ‘termodinamicamente aperti’ interagendo con sorgenti e immersioni)[46]. (…) Il paradosso di Tolman che vieta la trasmissione di informazioni all’indietro nel tempo è inesistente e si basa solo su nostri processi di pensiero radicati che nascostamente coinvolgono assunzioni inutili. Quando eliminiamo l’assunto di un canale passivo, il paradosso non può essere derivato e l’informazione può fluire in modo intermittente o non deterministicamente dal futuro in un semplice computer con almeno un componente decisionale indipendente[47]e, in particolare, aggiunge Illert “gli organismi viventi, che sono sistemi magistrali di elaborazione delle informazioni[48].”

Copertina di Foundations of theoretical conchology di Ruggero Maria Santilli e Christopher Roy Illert

Esempi delle forze in gioco nella morfogenesi delle geometrie delle conchiglie:

Per esemplificare, gli autori della Concologia Teorica analizzano il decadimento di un muone carico in un identico elettrone carico, il quale sprigiona un neutrino elettronico (considerato senza massa) e un anti-neutrino muonico nel corso del processo.

“Sappiamo che il muone entrando nel processo a causa di campi esterni spiraleggerà internamente perdendo energia cinetica. Ma i propagatori temporali di Gatlin adesso agiscono come un flusso, a ritroso nel tempo, risultanti in un antineutrino muonico che provvederà l’impulso necessario a frenare il momentum in avanti del muone. Il propagatore di Sheldrake invece, un flusso avanti nel tempo, provvede del momentum in basso, necessario per portare l’elettrone nell’esistenza (un neutrino elettronico).

Forse un’interpretazione più moderna di queste materie richiederebbe una visione del muone incidente non come una particella puntiforme in senso newtoniano con una posizione e un momento precisamente definiti: invece si dovrebbe considerarlo come “spalmato su una regione dello spazio-tempo”. In questo evento il punto di ramificazione può essere visto come una versione temporale del double-slit di Young nel famoso esperimento di interferometria ottica. Dunque il muone incidente invia propagatori temporali fuori dal punto di ramificazione, sia indietro che avanti nel tempo, lungo entrambi i percorsi possibili intorno al loop della traiettoria (Principio di Huygen). Questi due propagatori passano senza frizione l’uno attraverso l’altro, attraverso lo spazio e il tempo, incontrandosi di nuovo al punto di ramificazione dove interferiscono con ciò che c’è a sinistra del muone in arrivo che li ha causati, dunque dando origine a una risonanza esplosiva di interferenza distruttiva risultante nel decadimento osservato del leptone.”

Le particelle elementari stabili non ammettono biforcazioni, nel senso che possono muoversi solo in avanti nel tempo, mentre le antiparticelle possono muoversi solo a ritroso nel tempo.

“Questa distinzione si perde nella transizione verso strutture biologiche come le conchiglie, perché ognuna di esse richiede l’uso di entrambe (…). Dal punto di vista geometrico, una tale distinzione è così fondamentale che può infatti essere utilizzata come un modo per distinguere le strutture fisiche da quelle biologiche. (…) La complessità di strutture biologiche estremamente più complicate della crescita delle conchiglie di mare, come il codice del DNA, è talmente grande che va semplicemente al di là della nostra attuale comprensione, richiedendo dunque dei metodi matematici semplicemente al di là della nostra presente immaginazione, figuriamoci della nostra conoscenza. (…) Nonostante gli importanti risultati raggiunti dall’umanità fino ad oggi nel campo della biologia, possiamo tranquillamente affermare che la nostra comprensione matematica e teorica delle strutture biologiche è appena alla sua prima infanzia[49].”

La natura pseudo-cibernetica degli organismi biologici[50], offre finalmente una spiegazione molto chiara dell’aspetto teleonomico della Vita, aprendo inoltre la strada alle relazioni tra la Sintropia e l’Evoluzione[51], visibili nella crescente strutturazione spontanea e nella complessificazione progressiva degli organismi viventi, identificabili con l’effetto dell’élan vital delle tradizioni.

“L’intuizione chiave prodotta dagli ultimi tre decenni di ricerche sui sistemi adattivi complessi offre un diverso, opposto, punto di vista: le variazioni che emergono in campo evolutivo non sarebbero sempre casuali. Esperimenti mostrano che le mutazioni “casuali” spesso non sono neutrali; al contrario sono governate dalla geometria e dalla fisica, e, aspetto ancora più importante, sono modellate dalle possibilità insite nei pattern ricorrenti dell’auto-organizzazione (per esempio i mulinelli nel deflusso dell’acqua, i cristalli del suo congelamento)[52].”

BOX 3 – Biologia cibernetica

L’organizzazione biologica ricorda fortemente la funzionalità compositiva e tecnica di un’orchestra, che suona in effetti la stessa musica che generano le sfere celesti. Ci sono grandi questioni che andrebbero aperte in altre istanze, riguardanti la necessità di una filosofia etica e sintetica dell’informatica e della cibernetica tanto quanto, se non di più, di quanto ce n’è per la genetica. Le opere che saremo in grado di compiere quando i computer quantistici e le nanotecnologie saranno diffusi ovunque (perfino nello spazio secondo Kurzweil e Kelly)[53] sarà talmente simile ai processi dell’evoluzione e della complessità formale, interattiva e cooperativa della Vita attraverso il Tempo, da non poter evitare considerazioni e valutazioni etiche e filosofiche[54].

La natura pseudo-cibernetica degli organismi biologici offre finalmente una spiegazione molto chiara dell’aspetto teleonomico della Vita, aprendo inoltre la strada alle relazioni tra la Sintropia e l’Evoluzione, visibili nella crescente strutturazione spontanea e nella complessificazione progressiva degli organismi viventi, identificabili con l’effetto dell’élan vital delle tradizioni.

Facciamo finta adesso, di sottoscrivere per un attimo al paradosso di Fermi e di credere di essere soli tra i due triliardi di galassie presenti nel cosmo. In questa ottica, prima dell’avvento della biologia basata sul carbonio, non c’era materia complessa nel mondo. Suona ridicolo? Stiamo alle regole del gioco ancora per un po’: fino a quel fatidico giorno in cui un Dio barbuto creò il mondo e l’Uomo[55], fuori dalle strutture atomiche l’intero universo era assolutamente semplice. Sali, minerali, elementi. Un po’ noioso se ignoriamo il regno iper-uranico e ultra-coerente del magnetismo, della luce e della misteriosa materia oscura. Con l’avvento della Vita invece, la complessità cominciò a manifestarsi visibilmente anche su questo piano dimensionale.

“Secondo gli astrochimici, non possiamo trovare molecole complesse nell’universo al di fuori della vita. La vita tende a dirottare ogni qualsivoglia materia con cui entra in contatto e renderla complessa. Con un po’ di strana aritmetica la vita più si infila in una valle, più spazio crea per ulteriore vita. (…) Alla fine, lasciata alla sua deriva, la vita può infiltrarsi in tutta la materia. Perché la Terra dallo spazio non appare come un solido verde? Perché la vita non copre gli oceani o riempie l’aria? Credo che la risposta sia che se lasciata sola la Terra diventerà un giorno un solido verde. La conquista dell’aria da parte di organismi viventi è un evento relativamente recente, e non ancora completato. La completa saturazione degli oceani dovrà attendere l’apparizione con l’evoluzione di robusti tappeti di alghe in grado di resistere alle onde delle tempeste. Ma alla fine, la vita dominerà; gli oceani saranno verdi. Anche la galassia un giorno potrebbe essere verde. Pianeti lontani ora tossici, grazie alla vita non rimarranno così per sempre. La vita può evolvere rappresentazioni di sé stessa in grado di prosperare in ambienti che ora ci paiono ostili. Ma soprattutto, una volta che una varietà di vita ha un punto d’appoggio in un luogo, la natura intrinsecamente trasformante della vita modifica l’ambiente fino a quando non è adatto per altre specie di vita[56].

“La vita riempirà l’universo. Nessuno sa quali sarebbero i limiti teorici per l’innesto (infestazione) di vita nella materia. Né conosce l’importo massimo di materia implementata dalla vita che il nostro sole potrebbe sostenere. Nel 1930, il biochimico russo Vernadsky ha scritto, ‘la proprietà di massima espansione è inerente alla materia vivente tanto quanto trasferirsi dai corpi più riscaldati a quelli meno riscaldati è una caratteristica del calore, di una sostanza solubile sciogliersi in un solvente per una sostanza solubile e dissiparsi nello spazio per un gas.’ Vernadsky chiamò questa espansione ‘pressione della vita’ misurandola come velocità. Il suo misuratore per la velocità di espansione della vita era un palloncino gigante, che, disse, produceva spore a un ritmo tale che se i materiali fossero stati forniti abbastanza velocemente per lo sviluppo del fungo, in sole tre generazioni l’insieme di spore supererebbe il volume della Terra. Calcolò in qualche oscuro metodo che la velocità di trasmissione della forza vitale nei batteri è di circa 1.000 chilometri all’ora. A una tale frequenza, la vita non impiegherà molto a riempire l’universo[57].”

La forma di questa forza informazionale attraverso il Tempo è gestita dalla matematica della sezione aurea, dai numeri primi e dalle relazioni di Fibonacci. Grazie alle protoscienze di Schauberger, Kozyrev, Palmieri, Tesla, Reich, Haramein e Rodin, fino alle varianti ufficiali di Cartan, Sciama, Kibble, il secondo Einstein, Alfvèn e molti altri, capiamo che il vortice è la matrice dinamica della realtà. Difatti, tanto nella materia animata che in quella inanimata, troviamo comportamenti morfodinamici simili.

“Ogni volta che un tessuto vivente secerne, secondo una regola immutabile, materiale privo di vita, si generano forme che hanno qualcosa in comune con le conchiglie dei molluschi[58].”[58]

Immagine di cocoparisienne da Pixabay

Qualsiasi elemento strutturale inorganico negli animali e nelle piante si comporta inevitabilmente come se fosse organico, analogamente a tutti gli altri caratteri formali e funzionali del nostro corpo (mossi dalle stesse dinamiche morfo-genetiche). Qual è il significato degli elementi torsionali negli esseri viventi, soprattutto quando vengono esibiti nella creazione e nell’utilizzo di caratteri inorganici? Perché i corni dell’antilope, dello gnu, dell’ariete, il dente del narvalo[59], hanno la stessa forma del cordone ombelicale (torsione perfettamente bilanciata)[60], ma anche del volvolo intestinale e della torsione gastrica[61]? Perché l’efficienza della forma con cui si chiude la mano umana è la stessa che dà vita alle code di camaleonti, ratti e cavallucci marini, che increspa le antenne degli insetti e delle farfalle, e che sembra inclinare armoniosamente anche ossa esterne come le zanne degli elefanti e i denti di alcuni felini o mammiferi?

“Nella maggiore o minore stabilità reciproca delle parti costituenti un qualsiasi sistema gravitazionale consiste la condizione detta di ‘stato’ (solido, liquido, gassoso) del sistema. È un errore di prospettiva ritenere che ciò riguardi solo la materia di ordine molecolare o atomico (per la quale si aggiunge lo stato plasmatico). Se consideriamo una galassia regolare o un ammasso globulare, si può calcolare che nelle zone centrali ci siano condizioni di equilibrio gravitazionale tali da determinare una relativa fissità delle posizioni stellari reciproche: i movimenti delle parti nei confronti dell’intero sistema coinvolgono solidalmente un numero stragrande di stelle, che sono all’incirca fisse le une rispetto alle altre (ogni accelerazione essendo più o meno bilanciata da un’accelerazione eguale e contraria). In queste zone il sistema stellare può quindi dirsi – fatte le proporzioni: stelle al posto di molecole o atomi – allo stato ‘solido’. Verso la periferia, invece, questa condizione di stabilità va alterandosi: le interazioni reciproche tra le stelle sono sempre meno equilibrate, a misura che dal centro del sistema si procede verso l’esterno, e quindi le stelle acquistano una vicendevole maggiore autonomia, che le porta a rimescolarsi mutuamente. Il decrescere progressivo dell’equilibrio centrale segna dunque il passaggio del sistema stellare dallo stato ‘solido’ del nucleo a quello ‘liquido’ delle zone mediane e ‘gassoso’ dell’estrema periferia: in questa sono particolarmente numerosi gli effetti di deviazione e fuga gravitazionale tra le singole stelle, pur sussistendo un prevalente legame complessivo che fa gravitare reciprocamente tutte le parti del sistema stellare. ‘Stati di transizione’ sono anche individuabili tra l’uno e l’altro di questi indicati come fondamentali nelle condizioni aggregative dei sistemi materiali.[62]

Il rapporto di ogni elemento dinamico, organico e inorganico, è in perenne dialogo con l’intero ambiente esterno anche attraverso il Tempo. Kozyrev ci mostra che una colonia di batteri reagisce a stimoli futuri. Huw Price ci mostra che nell’emissione spontanea frustrata, un fotone viene emesso solo quando l’ambiente esterno può assorbirlo[63]. Ciò viene interpretato come una comunicazione istantanea col futuro o come equilibrio omeostatico tra due ambienti. Lo stesso comportamento è osservabile nella sinergia e sinecologia animale, climatica e cosmica, anche se ancora le loro dinamiche di retroazione negativa non vengono collegate a meccanismi temporali.[64]

Ciononostante, la biologia rimane a tutti gli effetti il migliore laboratorio dove studiare e sperimentare la sintropia. Le complesse dinamiche interattive ci permettono di osservare il bilancio naturale tra l’azione causale dei processi entropici e quella retrocausale dei processi sintropici, in una perfetta coevoluzione, conservazione e convivenza collettiva.

Vorremmo ora analizzare alcuni esempi di sistemi che mostrano segni di decremento entropico, così da decretare una volta per tutte se esso possa essere utilizzato come banco di prova e investigazione di processi sintropici esatti (definendo ovviamente un metodo adatto e sistematico che sia ad hoc).

(Fine seconda parte)

BOX 1 – Bigravità e allineamento cosmico delle galassie

Molte delle nuove teorie cosmologiche che tentano di spiegare unitariamente la realtà includono il concetto di Bipolarità alle loro fondamenta. Nella Teoria dell’Universo Giano ad esempio è la gravità, non la termodinamica a gestire le frecce del Tempo. Una gravità conduce l’universo verso una direzione precisa nel tempo, l’altra fa esattamente lo stesso, ma in direzione temporale opposta. In questo caso la termodinamica sarebbe una conseguenza, un fattore attivo funzionale, della gravità. La caratteristica intrigante di questa visione è che il Cronoverso e l’Anti-cronoverso interagirebbero continuamente compenetrandosi inscindibilmente, diversamente dalle opinioni di quella branca del modello standard moderno che vede l’universo materiale (barionico) e quello anti-materiale (diversamente-barionico) del tutto sconnessi.

Questa teoria della Bigravità, detta anche “degli Universi Gemelli” venne formulata dallo scienziato francese Jean Pierre Petit esperto di magnetoidrodinamica e di ingegneria aerospaziale, e descrive un’alternativa al modello standard.

“Entrambe le teorie condividono le stesse leggi fisiche di base (la relatività generale, per esempio), ma il modello bimetrico descrive diversi dati osservativi, ed è in grado di proporre spiegazioni a problemi a cui il modello standard non può rispondere. Per esempio il modello bimetrico spiega l’apparente assenza di antimateria primordiale e descrive quello che potrebbe essere l’espressione fisica della ‘inversione del tempo’ di una particella. L’accelerazione dell’espansione cosmica, classicamente a carico della pressione negativa della ‘costante cosmologica’ o di un altro tipo esotico di ‘energia oscura’ la cui natura rimane sconosciuta, sarebbe dovuto all’effetto repulsivo dell’universo gemello sulla nostra. Non c’è bisogno di ricorrere a qualsiasi tipo di ‘materia oscura’: l’invisibile ‘materia gemella’ repulsiva nell’universo gemello dà anche effetti di lente gravitazionale. Simulazioni bigravitazionali 2D al computer con instabilità gravitazionali congiunte hanno dimostrato l’auto-formazione di una struttura a cassettoni su larga scala, con conglomerati di materie gemelle collocate all’interno di cellule cave giganti. Le simulazioni hanno inoltre dimostrato l’auto-formazione di strutture a spirali sbarrate, stabili anche con un gran numero di spire, che potrebbe spiegare la anormale planarità della curva di rotazione delle galassie come un effetto di doppio confinamento, impedendo alle galassie di scoppiare sotto l’effetto della loro elevata forza centrifuga, senza bisogno di aggiungere un ingrediente come la ‘materia oscura fredda’, né regolazioni parametriche locali ad hoc. Gli stessi aloni di materie gemelle potrebbero anche spiegare l’anomalia Pioneer come la decelerazione delle navicelle spaziali robotiche quando si avvicinano a una zona precisa del sistema solare esterno. Il modello propone anche un principio funzionante per i misteriosi quasar.”

Analogamente a quelle di J.P. Petit, le teorie di Kozyrev potrebbero spiegare perché i satelliti della NASA non si stanno muovendo come da modello mentre si allontanano dal sistema solare (Flandern, 1997) e anche alcune anomalie osservate nella gravità, come gli esperimenti di Saxl and Allais durante le eclissi del 1957, 1959, 1967, 1971, 1996 che risultarono nel cosiddetto Effetto Allais. Questi ultimi dimostrarono addirittura che nel corso di un’eclissi solare la presenza della Luna scherma l’irraggiamento dei campi torsionali del Sole verso la Terra, cosa che i meteorologi V.S. Kazachok, O.V. Khavroshkin e V.V. Tsyplakov furono in grado di dimostrare ripetendo l’esperimento nell’eclissi solare di sei anni dopo, registrando lo stesso effetto di incremento nel periodo delle oscillazioni della bilancia di torsione, proprio in quanto meno flussi di torsione la investivano. Esperimenti simili vennero riprodotti in tutto il mondo da svariati ricercatori e istituzioni private e pubbliche (tra cui la NASA) e nonostante alcune di queste misurazioni abbiano dato risultati nulli o “ambigui”, altrettante hanno avuto invece esito positivo, facendo dell’effetto Allais (e il meno noto effetto Jeverdan-Rusu-Antonescu) un problema tuttora irrisolto.

L’effetto Allais rimane orfano di alcuna teoria, se non quella di Allais stesso sull’anisotropia dello Spazio nell’ottica del trascinamento di un etere cosmico. Questa stessa teoria sta alla base dell’allineamento dell’asse del momento angolare e degli angoli di polarizzazione di sistemi macroscopici cosmici distanti milioni di anni luce come i quasar e le galassie. Nel caso delle galassie, questo fenomeno celeste coinvolge non solo la loro inclinazione ma anche il moto, che rimane coerente persino a distanze così elevate.

Allineamento di spin delle galassie in una struttura cosmologica su larga scala
https://www.eso.org/public/usa/news/eso1438/

BOX 2 – Manifestazioni psichiche di eventi trans-temporali causali, retrocausali e supercausali

Alla luce di queste nuove nozioni, evidenziate dagli originali studi di varie personalità scientifiche del Novecento, come possiamo studiare in modo diretto e sicuro la nuova termodinamica dei fenomeni sintropici, a pari passo con quelli entropici? Se un flusso sintropico, ad esempio, fosse tachionico (uno dei modi per viaggiare indietro nel tempo) non sarebbe misurabile direttamente. Perciò, o inventiamo dei trucchi per misurare le sue dinamiche di affluenza oppure ci affidiamo a metodi di osservazione indiretta. Finora l’unico campo da gioco che ha offerto ai fisici uno spiraglio nella fenomenologia della retrocausalità è la meccanica quantistica. Ma se non fosse l’unico? Luigi Fantappiè ci mostra che la biologia potrebbe essere forse un laboratorio ancora più ideale per cercare manifestazione di influenza del futuro nel presente o nel passato. Alcuni esempi storicamente conosciuti sono le risposte anticipate del battito cardiaco, variazioni elettro-cutanee, risposte neurovegetative e cerebrali. Ovviamente, certi fenomeni di precognizione, finora studiati unicamente in parapsicologia (o da psicologi particolarmente audaci) potrebbero trovare riscontro spiegabile nell’ottica della retrocausalità e della sintropia. Studi indipendenti di conferma risultarono critici per dimostrare la realtà della precognizione, come quelli del gruppo dell’Università di Princeton PEAR (Princeton Engineering Anomalies Research), fondato da Robert Jahn nel 1979, quando era Preside della Facoltà di Ingegneria e Scienze Applicate. Questo gruppo, come tanti altri nello stesso ambito, ha lavorato per capire meglio “il ruolo della coscienza nella creazione della realtà fisica.” I loro risultati confermano che venti anni fa molti dei fenomeni che vennero etichettati come “anomalie” sono una parte normale del funzionamento stesso dell’universo. Purtroppo tali affermazioni e scoperte non vengono minimamente accettate dalla Scienza ufficiale, nonostante molti scienziati singoli, tra cui premi Nobel, difendano tali teorie e nonostante si sappia ancora poco e niente sulla natura della Coscienza, sulle sue origini e dinamiche profonde. 

La Storia in verità, ci offre innumerevoli casi che solo un ingenuo potrebbe ancora considerare coincidenze. Un esempio tra tanti, ormai famoso, riguarda l’affondamento del Titanic. Nel 1898, quattordici anni prima la fatidica notte nelle acque dell’Atlantico, lo scrittore statunitense Morgan Robertson pubblicò il romanzo “Futility”, incentrato su l’affondamento del piroscafo Titan. Le uguaglianze tra le due navi, quella reale e quella immaginaria, sono talmente tante che risulta del tutto antiscientifico credere che la loro relazione sia frutto di una coincidenza (come invece dichiara il matematico, divulgatore e scettico professionista Martin Gardner nel suo “The Wreck of the Titanic Foretold?”, 1986). Il Titan come il suo gemello reale, s’inabissò al largo dell’Atlantico settentrionale, proprio a causa dell’urto con un iceberg. Entrambi di proprietà di una compagnia di Liverpool ed entrambi hanno lo stesso nomignolo: l’Inaffondabile. Capienti abbastanza per tremila persone, erano lunghi 882,5 piedi quello reale e 800 quello partorito dall”immaginazione” di Robertson. Entrambe d’acciaio, due eliche e tre alberi, i motori del Titanic producevano 46000 cavalli, molto vicini ai 40000 del Titan, molto lontani dai 4500 del Gigantic, che secondo Gardner potrebbe aver influenzato lo scrittore nell’ideazione.

Morgan Robertson

Un altro esempio meno famoso riguarda il romanzo incompiuto di J. R. R. Tolkien The Notion Club Papers. Scritto nel 1945, l’autore inglese “profetizzò” la Grande Tempesta che si verificò in Inghilterra nel 1987, 42 anni prima che si verificasse, sbagliando solo di 4 mesi. Curiosamente la storia nacque proprio da una scommessa con lo scrittore e amico C.S. Lewis per cui, dopo il lancio di una moneta, all’autore delle Cronache di Narnia venne assegnato il compito di scrivere un racconto incentrato sul tema dei viaggi spaziali (che divenne invece in un’intera trilogia) mentre all’autore de Il Signore degli Anelli capitò i viaggi nel tempo.

John R. R. Tolkien in tre momenti della sua vita

BOX 3 – Biologia cibernetica

I confini tra la computazione e la biologia si confondono sempre di più, facendosi progressivamente più sottili e labili. Partendo dall’ipotesi dell’Ingegneria genetica naturale, fino a quella della Computazione biologica. Una volta integrata quest’ultima con la biologia quantistica, ci rendiamo conto che nella nostra corsa verso la costruzione dei computer quantistici, gli organismi biologici (inclusi i nostri corpi ignari) hanno già raggiunto la supremazia quantistica molto molto tempo fa, nel corso di miliardi di anni di evoluzione, utilizzando sia l’entropia sia la sintropia come meccanismi di feedback e di apprendimento. A questo proposito, è importante notare che la disciplina della computazione quantistica venne totalmente sconvolta dalla scoperta che le reti e i circuiti in entanglement possono anche compiere operazioni attraverso il tempo, cosa che aumenta considerevolmente la potenza di calcolo e il range dei processi attuabili. Ciò non fa che comprovare la possibilità che esista una computazione quantistica biologica, in cui entrambe le direzioni temporali partecipano attivamente alle funzioni biologiche ed evolutive.

Sono presenti implicazioni causali, retrocausali e supercausali nella computazione quantistica temporale che dovrebbero essere accuratamente analizzate con urgenza, per una gestione intelligente del potenziale informatico, tecnologico ed evolutivo dell’elettronica, della fotonica e della spintronica, su cui si basa egualmente la natura intera. Basti osservare la crittografia del nostro Dna e le componenti frattali e olografiche dello spaziotempo su tutte le scale per renderci conto del potere computazionale dell’universo. Sono molte le proposte che esplorano la possibilità che l’universo sia fondamentalmente cibernetico e che segua un programma computazionale di qualche tipo. Tra queste ricordiamo l’Automa Cellulare Universale di Stephen Wolfram, le varie teorie di Fisica digitale (tra cui quella dell’universo cibernetico) e la Teoria del Costruttore del fisico di Oxford David Deutsch, che insieme all’italiana Chiara Marletto sta applicando la sua ipotesi persino alla gravità quantistica e alla biologia. Nassim Haramein, William Brown e Amira Val Baker hanno offerto generose connessioni tra la struttura computativa/cibernetica del Vuoto, la cosmogenesi e l’evoluzione degli esseri viventi e della coscienza.

“Nessun esempio offre una migliore prospettiva matematica sulla necessità di un meccanismo interattivo tra strutture universali basato sul feedback, di quello fornito da Fred Hoyle (Hoyle, 1983). Hoyle calcolò le probabilità che un cieco risolva un cubo di Rubik, ordinando le sue facce mescolate. I calcoli dimostrano che, a causa del fatto che la persona privata della vista non sa se si sta avvicinando o no all’obiettivo ad ogni mossa, le probabilità di abbinare i sei colori su ciascuna faccia del cubo vanno da 1:1 a 1:5×10¹. Quindi, se quella persona dovesse lavorare al ritmo di un movimento al secondo, ci vorrebbero 5×10¹ secondi per completare tutte le possibilità. Vale a dire che impiegherà fino a 158 miliardi di anni per raggiungere il suo goal. Chiaramente quel periodo di tempo non solo supera abbondantemente l’aspettativa di vita del giocatore del cubo di Rubik, ma supera la durata della vita della Terra o per quel che ne sappiamo, l’esistenza del nostro universo sin dal suo inizio stimato a circa 13,7 miliardi di anni fa.

Tuttavia, se al cieco venisse dato un semplice pezzo di informazione, come un ‘sì’ o un ‘no’ ogni volta che esegue una mossa, ovvero ogni secondo, il tempo necessario per completare l’equazione del cubo di Rubik si ridurrebbe drasticamente a due minuti.”

 

Note

[1] https://www.quantamagazine.org/chiral-key-found-to-origin-of-life-20141126/; https://www.smithsonianmag.com/space/must-all-molecules-life-be-left-handed-or-right-handed-180959956/; https://phys.org/news/2016-06-riddle-life-single-handedness.html

[2] www.nature.com/ncomms/journal/v3/n5/full/ncomms1803.html

[3]www.lescienze.it/news/2012/05/10/news/entropia_chiralit_sinistra_simmetria_sovrapponibilit_molecole_biologiche_levogire_moto_browniano-1012129/

[4] www.researchgate.net/publication/235623424_Electrical_detection_of_acupuncture_points; www.en.m.wikipedia.org/wiki/Acupuncture_point

[5] www.theguardian.com/lifeandstyle/2010/may/30/acupuncture-pain-relief-adenosine-mice

[6] www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17449992; www.users.utcluj.ro/~mbirlea/m/04m.htm

[7] Claude Swanson, Ibidem, pag 20. Vedi anche: John D. LaMothe, Controlled Offensive Behaviour – USSR, Ufficiale dell’Esercito degli Stati Uniti, Ufficio dell’Intelligence Medico Chirurgo Generale, https://www.dia.mil/FOIA/FOIA-Electronic-Reading-Room/FOIA-Reading-Room-Russia/FileId/122008/

[8] Claude Swanson, Ibidem, pag 12

[9] Michael D. Gordin, On the Fringe, Oxford Univ. Press (2021)

[10] www.chronos.msu.ru/old/RREPORTS/kozyrev_100/johansen_basic.pdf; www.researchgate.net/publication/251297524_NAKOZYREV’S_CAUSAL_MECHANICS_SEEN_BY_AN_ORTHODOX_PHYSICIST; www.researchgate.net/publication/288491242_QUANTUM-MECHANICAL_UNCERTAINTY_RELATIONS_AS_A_CONSEQUENCE_OF_THE_POSTULATES_OF_NAKOZYREV%27S_CAUSAL_MECHANICS_FORCES_IN_CAUSAL_MECHANICS; www.researchgate.net/publication/253084008_Kozyrev%27s_causal_mechanics_in_stellar_systems_predictions_and_estimations; www.researchgate.net/publication/284346686_LOGIC_OF_CAUSAL_MECHANICS_OBSERVATIONS-THEORY-EXPERIMENTS; www.researchgate.net/publication/13248082_Gyroscope-Weighing_Experiment_with_a_Null_Result

[11] Carlo Vitali, Negazionismo culturale antologia di teorie scientifiche “eliminate” dai consessi accademici,

[12] http://rexresearch.com/kozyrev2/5-6.pdf; http://rexresearch.com/kozyrev2/3-1.pdf

[13] Kozyrev, N. A. Selected Works, Leningrad University, 1991, p. 447; Kozyrev N. A., Nasonov V.V., New method to determine trigonometric parallaxes on the basis of measurement of difference between actual and visual position of a star, Astrometry and heavenly mechanics, Mosca, Leningrado, 1978, pp 168-179 (Problems of research of the Universe, issue 7); Kozyrev, N. A., Description of vibrating scales as a device to measure of time properties and analysis of its work, Astrometry and heavenly mechanics, Mosca, Leningrado, 1978, pp 582-584 (Problems of research of the Universe, issue 7); Kozyrev, N. A, Nasonov, V.V., On some properties of time discovered by means of astronomical observations, Manifestation of cosmic factors on the Earth and stars, Mosca, Leningrado, 1980, pp 76-84 (Problems of research of the Universe, Issue 9); Kozyre, N. A., Astronomical proof of reality of Minkovsky’s four-dimensional geometry, Manifestation of cosmic factors on the Earth and stars, Mosca, Leningrado, 1980, pp 85-93 (Problems of research of the Universe, Issue 9); www.rexresearch.com/kozyrev2/5-6.pdf

[14] www.it.wikipedia.org/wiki/Slancio_vitale; https://en.wikipedia.org/wiki/Posidonius?#Astronomy

[15] https://www.jstor.org/stable/2635960; https://en.wikipedia.org/wiki/Vis_viva#Overview

[16] https://patents.google.com/patent/US685957A/en

[17] www.it.wikipedia.org/wiki/Nikola_Tesla#Teorie_sui_campi

[18] https://en.wikipedia.org/wiki/Modified_Newtonian_dynamics#The_external_field_effect

[19] Claude Swanson, Ibidem, pag 5. Vedi anche: (Kozyrev, 1976)

[20] https://www.worldscientific.com/doi/abs/10.1142/9789812797292_0004

[21] https://en.wikipedia.org/wiki/Torsion_field_(pseudoscience)

[22] https://arxiv.org/abs/2001.03302

[23] https://arxiv.org/abs/2105.02241; vedi anche: https://www.livescience.com/modified-gravity-faster-than-light-travel.html

[24] https://en.wikipedia.org/wiki/Quantum_nonlocality

[25] https://www.tsijournals.com/articles/on-the-presumable-wave-nature-of-the-time-flow-of-kozyrev.pdf

[26] www.ijpanet.com/journals/ijpa/Vol_2_No_3_4_July_December_2014/2.pdf

[27] https://digilander.libero.it/kems/

[28] https://digilander.libero.it/ondaportante/gradienti_atomo.htm

[29] Ibidem.

[30] Veda, Indra’s net, Graddon, Otto Rahn and the Quest for the Holy Grail, pp. 271-272

[31] https://en.wikipedia.org/wiki/Time_translation_symmetry; https://en.wikipedia.org/wiki/T-symmetry

[32] https://en.wikipedia.org/wiki/Arrow_of_time#Conception_by_Eddington

[33] Tralasceremo qui le osservazioni di Santilli di corpi celesti e galassie di antimateria (che anche secondo il matematico italo-americano si muove a ritroso nel tempo) tramite telescopi speciali configurati ad hoc, estremamente in accordo con le osservazioni di Kozyrev sulla posizione futura di alcuni oggetti cosmici.

[34] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3169068/

[35] www.santilli-foundation.org/docs/Santilli-109.pdf pp. 1-2

[36] Santilli, Ibidem, pag 1

[37] Santilli, Ibidem, pag 2

[38] Santilli, Ibidem; per Lila L. Gatlin vedi: Time-reversed information transmission, International Journal of Theoretical Physics, gennaio 1980, Volume 19, Issue 1, pp 25-29

[39] K. I. Kanatani, J. Comput. Phys, 53: 181-187, 1984; R. A. LaBudde, D. Greenspan, J. Comput. Phys, 15: 134, 1974; vedi anche: Asterios Jannussis, Lie – admissible Complex Time and its Application to Quantum Gravity, Hadronic J. 13, 399, 1990

[40] B. Runnegar, Lethaia 10: 203 (1977); E.L. Yochelson, Lethaia 10: 204 (1977); V. Porkorny, Lethaia 11: 80 (1978).

[41] Santilli, Ibidem, pag 94

[42] Santilli, Ibidem, pag 98-100

[43] Santilli, Ibidem, pag 112

[44] Santilli, Ibidem, pag 115

[45] Santilli, Ibidem, pag 96

[46] Santilli, Ibidem, pag 14-15

[47] www.link.springer.com/article/10.1007%2FBF00670211#page-1

[48] Santilli, Ibidem, pag 94-95

[49] Santilli, Ibidem, pag 128-129

[50] https://en.wikipedia.org/wiki/Cybernetics#In_biology; https://en.wikipedia.org/wiki/Teleology#Cybernetics; https://en.wikipedia.org/wiki/Cybernetics#History; https://www.quantamagazine.org/in-pursuit-of-quantum-biology-with-birgitta-whaley-20130730/

[51] https://en.wikipedia.org/wiki/Teleonomy#Relationship_to_evolution;

[52] Kevin Kelly, Quello che vuole la Tecnologia, Codice Edizioni, 2011.

[53] rispettivamente www.drive.google.com/file/d/0BwjX_dbOIwbSOTg1ZDAxM2ItYjQ5OS00MjdjLThlMzMtMzk0NGE3Mjk5ZTEx/view pag 33 e www.kk.org/mt-files/books-mt/ooc-mf.pdf;

[54] https://www.media.inaf.it/2016/01/13/fare-i-conti-con-il-viaggio-nel-tempo/

[55] https://en.wikipedia.org/wiki/Young_Earth_creationism

[56] Ibidem, Kelly, pag 95.

[57] Ibidem, pag 96.

[58] 1960, Adolf Portmann, La Forma degli Animali, Raffaello Cortina Editore, Scienza e Idee, 2013, pag 95-96.

[59] www.ibtimes.com/narwhal-tusk-mystery-solved-study-finds-ocean-unicorns-overgrown-tooth-filled-nerves-1562201 si provi a fare esperimenti di entanglement tra corni uguali www.natureworldnews.com/articles/20395/20160329/siberian-unicorn-survived-over-300-000-more-years-originally-thought-rhinos-rhinoceros-discovery-russia.htm www.wired.com/2014/03/narwhal-tusks-enormous-sensory-organs/; www.bbc.com/earth/story/20151026-the-tusks-of-narwhals-are-actually-teeth-that-are-inside-out

[60] www.medicinamaternofetale.it/malformazioni/cordone-ombelicale; vedi anche: www.lagravidanza.net/torsione-del-cordone-ombelicale.html

[61] www.cani.com/salute-e-benessere/veterinaria/torsione-dello-stomaco-nel-cane-la-prevenzione

[62] www.renatopalmieri.com/?page_id=473 Renato Palmieri, Sezione 4, B- Magnetismo e Calore, parte prima.

[63] Huw Price, Nautil.us, Ibidem

[64] https://it.wikipedia.org/wiki/Sinecologia#Equilibri_ecologici