Sulla via di Eleusi: la riconquista delle radici della tradizione occidentale

A partire dagli anni ’90 gli Eleusini Madre, per tutta una serie di ragioni che andrò a spiegare, hanno deciso di intraprendere, partendo proprio dall’Italia, una graduale politica di apertura al mondo profano. Si sono, in sostanza, pubblicamente palesati, rendendosi disponibili a un aperto confronto con altre realtà iniziatiche e mettendo a disposizione degli storici e degli studiosi parte del loro ingentissimo patrimonio culturale e documentaristico. E, contemporaneamente, attraverso una rete di proprie associazioni culturali, hanno dato inizio a cicli di pubbliche conferenze e alla pubblicazione di diversi libri. Un’operazione, quest’ultima, nell’alveo della quale si colloca anche la pubblicazione dei saggi di Nicola Bizzi, che dall’Ordine degli Eleusini Madre è stata autorizzata e legittimata. Una simile decisione – che a quanto pare in ambito eleusino e misterico in genere non ha trovato unanimi consensi e condivisioni – non deve portare a facili fraintendimenti: gli Eleusini Madre non diffonderanno mai nel mondo profano i propri segreti iniziatici, non sveleranno mai a chi non è idoneo a recepirli i propri riti, i propri rituali. Chiunque crede o spera il contrario, sicuramente si illude o è in malafede. Come spiega bene Nicola Bizzi, la Conoscenza esoterica ed iniziatica è per sua natura segreta, ma la segretezza non è finalizzata soltanto a preservare un qualcosa dai profani. Essa è finalizzata anche a preservare gli stessi profani (coloro che non sono stati iniziati e che non possiedono quindi le corrette chiavi di lettura per accedere a determinati insegnamenti e a determinate verità) da due fondamentali pericoli: la pazzia e la morte. Chiunque, infatti, si accosti ai Sacri Misteri senza essere pronto, corre entrambe i pericoli. Proprio per questo, come ci narra il grande Iniziato Virgilio nell’Eneide, i sacerdoti del bosco sacro dove si trovava la porta che dava accesso agli Inferi gridavano ai profani all’avvicinarsi di Proserpina: «Procul este, profani!» («Allontanatevi, profani!»).

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