Autore: Nicola Bizzi

I Misteri

Tutta la lunga storia dell’esperienza religiosa europea, mediterranea e vicino-orientale, sin dalle epoche più remote, è stata caratterizzata dalla presenza e dalla diffusione di culti a carattere misterico, contraddistinti in genere da un comune ordinamento, da una comune regola di base, consistente nel fatto che l’insieme delle credenze o dei fondamenti del culto, dei miti fondativi, delle pratiche religiose, e la vera natura degli insegnamenti e del messaggio rivelatorio delle Divinità dovessero essere riservati, per differenti gradi, agli Iniziati, a coloro quindi che vi venivano ammessi e che entravano così in una particolare comunità di uomini nuovi. Iniziati che si distinguevano così dai profani, da coloro che non avevano avuto accesso ai Misteri (per scelta, per impedimento o per altre ragioni di carattere giuridico o sociale), e che come tali prestavano un solenne giuramento e avevano l’obbligo di tacere, di non rivelare o profanare il segreto, che doveva rimanere ineffabile.

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Le origini e la storia dell’Eleusinitá

È corretto, sì, parlare di Misteri Eleusini, ma si dovrebbe – in senso più ampio – parlare di Eleusinità. Le radici più profonde dell’Eleusinità affondano nella cultura e nella civiltà degli antichi popoli pre-greci dello scacchiere del Mar Egeo; tutte popolazioni etnicamente affini, caratterizzate da capigliature nere e carnagione olivastra, che, fin dai tempi più remoti, abitarono le isole Cicladi, Creta, la Grecia continentale e le coste dell’Asia Minore. Popolazioni che fecero tutte parte dell’Impero cretese dei Minosse, e che avevano soprattutto due elementi che le accomunavano: il culto degli antichi Dei Titani (spodestati, secondo la tradizione ellenica, con una guerra detta Titanomachia da Zeus e dai nuovi Dei Olimpici) e la designazione delle proprie progenie per linea femminile (Matriarcato). Altra linea di fondo della loro cultura era la comune identificazione in una medesima stirpe sacrale, erede di una grandiosa precedente civiltà.

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Il significato dei Misteri e le limitazioni dei moderni storici

Sui culti misterici dell’antichità mediterranea è stato scritto e teorizzato molto, ed esiste a riguardo un vastissimo numero di studi e di saggi firmati dai più autorevoli antropologi e storici delle religioni, ma dobbiamo sottolineare come le linee guida della maggior parte di queste opere risentano di due sostanziali limitazioni. La prima di esse è costituita, nonostante l’abbondanza delle fonti classiche greche e latine in materia religiosa, dal fatto che antichi autori e cronisti come Erodoto, Pausania, Plutarco, Diodoro Siculo e Polibio, pur affrontando l’interpretazione dei miti e delle dottrine religiose, parlando di culti misterici non entrano mai nel dettaglio della ritualistica e dei contenuti e delle conoscenze iniziatiche. E se, sporadicamente, lo fanno, mantengono comunque su certi temi un atteggiamento di chiusura e riservatezza che, agli occhi profani dei nostri contemporanei, potrebbe apparire addirittura “omertoso”. Si tratta invece di un ovvio atteggiamento di rispetto, derivato soprattutto dal loro attenersi alla regola e al voto del silenzio. La maggior parte di certi autori, infatti, aveva ricevuto in prima persona un’iniziazione misterica (e in certi casi più di una), ed era quindi ben conscia del limes, della linea di confine oltre la quale non era lecito spingersi scrivendo riguardo agli Dei.

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Il primato storico dei Misteri Eleusini

Marco Tullio Cicerone, iniziatosi ai Misteri Eleusini, nei suoi scritti si riferì ad essi, oltre che in relazione alla loro opera di incivilimento dei costumi umani, anche alla conoscenza del “principio della vita” e alla speranza di una felice sopravvivenza dopo la morte che l’iniziazione era in grado di conferire: «non vi fu nulla di meglio di quei Misteri, dai quali, venuti fuori da vita rozza ed inumana, siamo stati educati e addolciti alla civiltà, e quindi si chiamano iniziazioni, perché abbiamo conosciuto i princìpi della vita nella loro vera essenza; e non soltanto abbiamo appreso il modo di vivere con gioia, ma anche quello di morire con una speranza migliore». Il primato dei Misteri Eleusini su tutte le altre realtà misteriche dell’antichità è evidenziato anche da Pausania (110-180 d.C., altro celebre Iniziato ai Misteri delle Due Dee): «Di quanto gli Dei sono superiori agli eroi, di tanto l’Istituzione Eleusina è superiore alle altre che si riferiscono alla venerazione delle Divinità».

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Un’unica Tradizione Primordiale?

Secondo la Tradizione Misterica Eleusina, non è affatto vero che tutte le religioni che col tempo si sono formate e/o differenziate proverebbero indistintamente da quella “religione primordiale” enunciata dalla visione pitagorico-platonica, in quanto presunti adattamenti del Palaios Logos nella forma di uno Hieros Logos specifico ad ogni singola forma spirituale. Sarebbe, del resto, una aberrazione il solo pensarlo, poiché, se individuiamo correttamente nella più autentica Tradizione Primordiale quella religione Titanica originaria sorta ed affermatasi in quell’età aurea in cui gli Dei Titani ancora regnavano con giustizia su questo mondo, con il primo traumatico spezzarsi della catena aurea della Tradizione avvenuto con la Titanomachia e con la vittoria degli Dei Olimpici, la stragrande maggioranza delle religioni che sono sorte e si sono sviluppate e succedute presso le varie civiltà, lo hanno fatto sotto l’egida di questi ultimi, e non certo sotto quella degli Dei Titani sconfitti. Esse si sono quindi nettamente distanziate dal Palaios Logos e dalla Tradizione Primordiale, adattandosi a compromessi dottrinari e ad inquinamenti che hanno permesso, sì, alle rispettive caste sacerdotali di sopravvivere e di esercitare il proprio controllo sulle masse dei fedeli, ma si sono così inesorabilmente e indissolubilmente legate alla via catabasica. Tali religioni hanno quindi dato ai propri seguaci solo l’illusione del possesso della Sophia Aionia, della Sapientia Aeterna, mentre in realtà se ne sono nettamente distanziate. Se in tali religioni o dottrine può essere, parzialmente, ravvisabile un qualche retaggio del Palaios Logos, della Tradizione Primordiale Titanica, esso rappresenta solo una pallida e debole ombra.

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