Viviamo in un mondo virtuale e dobbiamo scoprirlo. Il grande inganno è proprio credere nell’oggettività delle cose, in una realtà, cioè, sostanziale e concreta che non sia vacuità. Non si tratta di una posizione nichilista, ed infatti nella visione buddhista, la vacuità non è il niente. Essa è la pura volontà di esistere. Ma esistere significa esserci per la morte. Dunque, l’aspirazione ad esistere è volontà di darsi, di offrirsi. L’esistenza è inafferrabile, in forza della sua natura intrinseca. Viviamo in un mondo virtuale in cui le cose materiali appaiono vere, in realtà esse sono sogni, illusioni, immagini. Viviamo in un mundus imaginalis che è anche un mundus symbolicus. In questo mondo la natura, con la sua caratteristica di impermanenza, risulta essere proprio il principale simbolo del “sacrum facere”, del darsi.
Leggi di più