Un bimbo nasce.
Egli viene al mondo senza alcuna cognizione né cosxienza del suo sé.
Quando un bimbo nasce la prima cosa di cui diventa consapevole non è di se stesso, ma dell’altro e dell’ambiente in cui vive. È naturale, perché gli occhi si aprono verso l’esterno, le mani toccano gli altri, le orecchie ascoltano gli altri, la lingua sente il sapore del cibo e il naso sente gli odori esterni.
Tutti questi sensi sono aperti verso le meraviglie del creato. Nascere significa innanzitutto poter sperimentare la creazione di ciò che è fuori da sé. Il bambino dapprima diventa consapevole della madre, poi del suo corpo e infine dell’ambiente in cui è cresciuto e contenuto, ed è attraverso le necessarie fasi di apprendimento che diviene consapevole di se stesso, affermando “Io”.
È così che l’uomo forma la struttura della sua personalità.
Questo “Io” è consapevolezza riflessa fuori da sé. In questo mondo gli “altri” sono il “Tu”.
L’Io costruisce così l’idea che ha di sé, e questa credenza è assimilata senza mai farne diretta esperienza.
È la narrazione degli altri e del mondo a costruire l’idea di chi sei e di come dovresti invece essere, e lo fa oscurando la tua vera Essenza.
Questo processo determina in ognuno il personale senso di separazione generante paura, lotta, conflitto, pena, scarsità e così via.
In questo modo nasce l’ego.