È molto importante sapere che trasformando il proprio modello mentale e cognitivo – il paradigma con cui si elabora e si condivide la Realtà – cambiano anche la percezione e la visione del mondo e dei suoi avvenimenti.

Questo è un segreto che gli Iniziati conoscevano in tutte le epoche, ma che l’uomo moderno ha dimenticato, relegando la sua Realtà ad una narrazione esclusiva basata sulla sola interpretazione duale.

L’uomo della modernità crede, e si è fatto convinto, che il pensiero separativo sia il solo pensiero possibile, e quindi anche l’unico modo per considerare il proprio mondo, stereotipato dal fondamentalismo morale del bene e del male.

Le tare generazionali, e l’adesione ai paradigmi culturali, scientifici e religiosi, favoriscono non solo il pensiero duale, ma lo sviluppo di un pensare passivo, conformato e polarizzante, causa prima dei molteplici conflitti interiori che affliggono l’umanità attuale.

L’uomo moderno, intrappolato in un bit psicologico (giusto/sbagliato, buono/cattivo, vero/falso), è ormai sordo al richiamo dell’alchimia della Cosxienza.

Quando si punta la telecamera su un determinato angolo, si riduce la totalità del panorama ad un unico dettaglio e quindi tutte le conclusioni che si possono trarre sono legate esclusivamente a quel dettaglio: questo è il pensare passivo, il pensiero associativo e automatico.
Quando con la telecamera si inquadra a grandangolo l’intero paesaggio, la visione si apre alla totalità dell’evento, ampliando esponenzialmente sia i dettagli che la qualità dell’insieme: questo è il pensare attivo, il pensiero dell’attenzione cosxiente.

Il pensare attivo è intenzione motivata e presenza in atto, e questo focus d’attenzione è ciò che definiamo “esserci”. 
Allorché questa Presenza è attiva, allora la Verità – ciò che è Reale in quel dato momento – finisce per mostrarsi spontaneamente.

Quando sono identificato nel pensare passivo, mi lascio trasportare via dal momento presente, entro in conflitto con la Realtà e perdo il senso della giusta misura: mi polarizzo.
 Quando reagisco, mi offendo, quando nego i miei errori, quando non abbraccio la Realtà, quando nego la mia Divinità insomma, finisco per prolungare il mio stato inferiore: sperimento il “sogno”.

Lo sviluppo del pensiero attivo apre alla visione sintetica della complessità e della totalità delle cose, favorendo per gradi successivi la comprensione delle vere interrelazioni, le cause, che danno vita all’evento che si sperimenta: sperimento la Realtà.

Questo stato di consapevolezza, padroneggiato, inevitabilmente risveglia la Cosxienza.