Sembrerà bizzarro associare un concetto così alto a un thriller, ne convengo.

Eppure, la vita mi ha insegnato che talvolta gli apprendimenti possono giungere da eventi all’apparenza insignificanti, dozzinali o di “bassa” vibrazione. L’anima impara anche da quelli…

L’episodio di cui racconto risale all’incirca a cinque anni fa.

Sono semisdraiata sul divano, intenta a guardare la scena dell’esecuzione di piazza del film Profumo, storia di un serial killer ante litteram.

Il condannato al patibolo estrae un lembo di tessuto imbevuto dell’ultima formulazione della sua fragranza, quintessenza della purezza di giovani fanciulle vergini, e lo agita in direzione della folla accalcata tutt’intorno a lui. Uno dopo l’altro, gli astanti, dopo averlo osannato, vengono rapiti da un’estasi collettiva: cadono in ginocchio, si sdraiano a terra, si allacciano fra loro senza remore né pudori, senza distinzione di ceto o status sociale, dal villico al vescovo, dal boia alla guardia. Gli occhi rilasciano lacrime di commozione. I volti si addolciscono, si accendono, si emozionano. Uomini e donne si stringono in abbracci, si perdono in effusioni, si spogliano dei loro abiti, fino a restare completamente nudi e avvinghiati gli uni agli altri dentro una bolla di amore impalpabile e invisibile ma così potente da bucare lo schermo…

Affiorano le anime, nel loro candore e nella loro lievità, al di là dei corpi che le contengono.

Per tutta la durata della scena, e per la prima volta nella mia vita da che ricordi, avverto un calore al petto che si fa via via più intenso.

Credo di non aver mai provato nulla di simile in assenza di una fonte di energia (naturale o umana) che lo emani.

Resto esterrefatta, e perplessa… come può verificarsi una simile “autocombustione” interna?

Intuisco che qualcosa si sia aperto, e in maniera prorompente.

Dal cuore quel calore man mano si propaga nel resto del corpo. Lo percepisco anche sul dorso, come se passasse da parte a parte.

Emozionata alla stregua del popolo del film, analizzo la qualità inspiegabile, anomala di questa sensazione, che non posso in alcun modo essermi auto-procurata e che non sono in grado di controllare né dosare (perlomeno in questa prima manifestazione).

Col senno di poi la definisco una percezione fisica “elevata”, pura, espansa e soave. Ciò che la rende unica e significativa è che sia localizzata in quel punto preciso, all’altezza del cuore.

Nei giorni che seguono, inizio a elaborare il vissuto e lo interpreto come un’attivazione spontanea del quarto chakra, il centro energetico collocato nel torace.

Mi chiedo se non abbia a che fare con un risveglio dell’energia della kundalini (quella forza vitale primordiale che sappiamo essere concentrata alla base della spina dorsale e che, ad ogni risveglio, risale verso l’alto attraverso i centri energetici, i cosiddetti chakra, fino alla sommità del capo, alla “corona”, che presiede alla comunicazione con la nostra coscienza superiore), concentratasi sul petto.

Possibile sia stata stimolata da quella scena di sublime intensità e purezza?

Possibile sia stata sollecitata da un ricordo, un richiamo a quel Flusso d’Amore che pervade le dimensioni superiori, a partire dall’Astrale?

L’ipotesi che si tratti della percezione di una forma di energia superiore, trascendente e non immanente, si fa sempre più strada dentro di me.

Di certo proveniamo tutti da una Sorgente o, plausibilmente, da più Sorgenti.

Ci frammentiamo, ci disperdiamo, ci incarniamo, ci limitiamo, ma da qualche parte, dentro di noi, deve pur permanere una traccia, un’impronta, una scintilla di quell’Energia dalla quale emaniamo e alla quale ciclicamente ci riuniamo. E può non essere solo un’idea, un’intuizione, un’astrazione: è possibile che si concretizzi in determinate condizioni in una manifestazione “fisica” attraverso il nostro corpo “fisico”.

Che sia questa l’espressione tangibile nella terza dimensione di quell’Amore Superiore? Che sia accessibile a tutti? Che possa essere richiamata attivamente?

Intuisco che per farlo possa essere necessario un innalzamento di vibrazione, attuabile in connessione con il Sé Superiore.

Mossa da curiosità, radicata e in contatto, qualche giorno dopo chiedo di poter risperimentare di mia iniziativa questa sensazione di apertura energetica riattivando consapevolmente il chakra del cuore.

E riaccade.

Nel giro di brevissimo tempo inizio a percepire nuovamente quella sublime sensazione di calore al petto. Il torace torna ad “accendersi” e mi ritrovo ancora una volta inondata da quel meraviglioso flusso che parte dal cuore e si irradia a tutta la periferia. Difficile decidere a quel punto di interromperlo, perché il desiderio è di protrarlo il più a lungo possibile.

Non ho più dubbi, è “Amore”…

Un’energia di Amore che già esiste dentro di me, che posso sprigionare da me stessa per me stessa (in comunicazione con la mia Coscienza Superiore e con la Sorgente Originaria), un nutrimento che giunge a ogni mia cellula.

Mi domando se posso scegliere di “donarlo”. Nel momento in cui lo penso, le mie mani si accendono. Percepisco che se avessi accanto un altro corpo, attraverso il mio e le mie estremità superiori riuscirei a trasmettere quella stessa qualità energetica di calore intriso di Amore.

Dentro quell’esperienza quasi estatica, che considero un dono e un privilegio, mi domando perché: perché a me, perché in quel momento.

Mi rispondo che mi viene data l’opportunità, in una fase non facile della mia vita, di beneficiare in prima persona di quel nutrimento profondo.

Sento tuttavia che c’è di più: forse mi viene chiesto di attivarlo quando lavoro, per poter essere dentro a quella qualità di amorevolezza e metterla al servizio delle persone che si rivolgono a me ogni qualvolta mi trovi a interagire con loro.

A quel punto, ho un’illuminazione riguardo al significato delle espressioni “darsi amore” e “dare amore” nell’esperienza incarnata.

Forse è davvero impossibile dare a se stessi e dare ad altri se continuiamo ad attingere sempre e solo dal nostro limitato serbatoio umano.

Ci esauriremo, ci svuoteremo, e immancabilmente pretenderemo dagli altri di ricevere per reintegrare.

Attraverso questo evento davvero particolare, comprendo quanto sia fondamentale riempirsi di quell’energia di risveglio, di guarigione, di luce, che si tratti di Amore o di kundalini, comunque vogliamo chiamarla, che attraverso il chakra del cuore possiamo captare dalla Sorgente Originaria per arrivare a non chiedere più nulla ai nostri simili, anche i più prossimi.

Solo così potremo diventare individui realmente liberi, svincolati e autonomi, sistemi funzionanti in regime di auto¬ sufficienza.

Mentre esploro queste possibilità, intuisco di poter associare l’attivazione volontaria e consapevole del quarto chakra alla presa di coscienza di quanto noi siamo “Luce e Amore”. Ora questo concetto risuona diversamente, ha più spessore, ha una rappresentazione concreta, non è più solo un’astrazione.

Dentro quella modalità, posso davvero perdonarmi e amarmi sinceramente e profondamente.

Ed è così che chiudo il cerchio, perlomeno nella mia visione limitata e umana: io mi nutro di quell’Amore potenziando consapevolmente il quarto chakra per ricevere luce, calore ed energia di guarigione. A quel punto mi ritroverò ad essere realmente “disponibile” ad accogliere e ad accettare me stessa e l’altro per ciò che siamo.

Rifletterò verso l’altro quella stessa qualità di Amore di cui mi sono imbevuta alla stregua della folla che risponde estaticamente a quella fragranza e scivola nell’amore verso tutto e tutti.

Una chiosa, a conclusione di questo resoconto: mai rivedrei il film Profumo per la crudezza di certe scene e per le sue caratteristiche noir, ma più e più volte ho riguardato la scena della piazza… e ad ogni visione non ha mancato di toccarmi ed esaltarmi.

https://www.youtube.com/watch?v=xtz6dAjWz3g