In ogni insegnamento religioso si penetra lo strato esteriore per arrivare a quello interiore.
I sistemi religiosi da un lato descrivono l’immagine esteriore dell’essere umano realizzato (come ad esempio il Cristo o il Buddha), dall’altro però non forniscono strumenti concreti per il raggiungimento del corrispondente stato di cosxienza. Il cristianesimo dice che bisogna amare gli altri ma non dice come si fa; il buddismo dice di svuotare la mente ma non dice come si fa; e così via. Ogni istituzione religiosa dice come bisogna essere, ma quasi nessuna dice cosa bisogna fare concretamente per diventare in quel modo.
La semplice volontà personale non è infatti sufficiente, e ogni sforzo basato su una parziale verità rischia di creare solo forzature destinate presto o tardi a collassare oscurando l’orientamento e l’aspirazione.
Bisogna dunque considerare che all’interno di ogni dottrina spirituale esteriore è contenuto in forma più o meno ermetica un insegnamento più intimo e profondo, che per essere decriptato e attivato necessita di una recettività fuori dal comune e di apposite chiavi di lettura fornite dalla trasmissione orale – da bocca a orecchio – che le rende visibili attraverso un processo non solo informativo ma principalmente formativo e applicativo.
L’insegnamento Tradizionale è in grado di colmare le lacune presenti nelle religioni convenzionali, rivelando il significato di un cammino che viene generalmente descritto solo nella sua apparenza e raramente nella sua vera Essenza.
Liberamente, ad ognuno è dato discernere tra l’una o l’altra via.
“L’iniziazione non è comunicabile alla stessa maniera di quella di un professore che nell’insegnamento profano comunica ai suoi allievi formule attinte dai libri,
formule che essi dovranno soltanto immagazzinare nella loro memoria; si tratta di una cosa che, nella sua essenza stessa, è propriamente incomunicabile, poiché sono stati da realizzare interiormente.”
C.G. Jung